Mamma e bebè insieme anche con il Covid-19. Lo dicono i pediatri

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 17/03/2021 Aggiornato il 17/03/2021

Il rischio di trasmissione del contagio dopo la nascita è molto basso, per questo è importante tenere mamma e bebè insieme anche con il Covid-19, essenziale per l’attaccamento e il corretto avvio dell’allattamento al seno

Mamma e bebè insieme anche con il Covid-19. Lo dicono i pediatri

Nei mesi scorsi e soprattutto durante il primo lockdown per la pandemia da Covid-19, una grande causa di sofferenza era il fatto che la mamma e il neonato venivano tenuti separati subito dopo il parto, che si svolgeva in un ambiente asettico, privato di contatto umano ed emotivo. Questa decisione veniva presa a scopo precauzionale: il nuovo Coronavirus era talmente sconosciuto e imprevedibile, che era impossibile sapere quali potessero essere le conseguenze dell’infezione su un organismo appena venuto al mondo. Inoltre non si conoscevano il rischio di contagio e le possibilità che una puerpera positiva sviluppasse complicanze.

Uno studio ribadisce che non ci sono rischi

Oggi le conoscenze sul Sars-CoV-2 sono più approfondite: il rischio di contagio tra la neomamma eventualmente positiva e il neonato sono minime. È quindi importante lasciare mamma e bebè insieme anche il con il Covid-19, perché i benefici sono nettamente superiori ai possibili rischi che sono comunque molto bassi. Lo dichiara la Sin – Società Italiana di Neonatologia, a sostegno dello studio internazionale Covid Mothers Study, coordinato dall’Harvard Medical School di Boston e alla cui realizzazione hanno collaborato, tra gli altri, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e UNICEF Italia, recentemente pubblicato sulla rivista americana Breastfeeding Medicine. I dati dello studio attestano che quasi l’80% delle mamme risultate positive al Covid ha vissuto con angoscia la separazione dal figlio e che il 29% di esse non è stato in grado di allattare una volta riunita con i loro bambini.

Troppi benefici per separare mamma e neonato

L’importanza di tenere mamma e bebè insieme anche con il Covid-19, è dettata dal fatto che i primi giorni e settimane di vita del bambino richiedono un rapporto strettissimo tra i due. La mamma positiva al Covid-19, che usa le opportune misure di precauzione, ha un rischio molto basso di contagiare il neonato. Con le opportune precauzioni, la mamma positiva al Covid-19 può abbracciare il suo bimbo appena nato e vivere l’esperienza del contatto pelle a pelle, che favorisce il bonding e il rapporto mamma- figlio. La mamma ha inoltre la possibilità di attaccare subito il bimbo al seno e procedere anche nei giorni successivi con l’allattamento a richiesta. Ancora, la vicinanza con entrambi i genitori, di cui è dimostrata la capacità terapeutica, è fondamentale anche per i nati prematuri. Occorre pertanto sostenere il più possibile la “Zero separation”, la campagna promossa da Efcni – European Foundation for the Care of Newborn Infants  e supportata da società scientifiche e associazioni in tutto il mondo. Se una donna ha sintomi lievi, perciò, è meglio evitare la separazione dal suo bambino, poiché i benefici del rooming-in e dell’allattamento materno sono maggiori del rischio di contagio.

La scelta delle neonatologia in Italia

Quella di tenere mamma e bebè insieme, anche con il Covid-19, è una scelta dei reparti di neonatologia italiani, che hanno privilegiato il rapporto mamma-neonato, diversamente da quello che accadeva in Cina e negli Stati Uniti, dove madre e figlio venivano separati in modo sistematico. Per una ancora maggiore gestione della sicurezza, la Sin ha diffuso alle Neonatologie italiane fin dall’inizio della prima ondata della pandemia, le indicazioni su “Allattamento ed Infezione da Sars-CoV-2”, che sono state poi validate da un contributo scientifico multicentrico italiano di 6 Neonatologie lombarde, pubblicato su Jama Pediatrics. Lo studio è stato condotto su un campione di 62 bambini, nati da madri positive al Sars-CoV-2, tra il 19 marzo e il 2 maggio 2020 e seguiti per 20 giorni di vita. Dei 62 neonati arruolati, nati da 61 madri e negativi alla nascita, solo ad un bambino è stata diagnosticata con infezione da Sars-CoV-2 ai controlli post-parto ed era del tutto asintomatica.  

 

 

 

 
 
 

Da sapere!

Secondo gli esperti, il rischio di trasmissione postnatale da madre positiva a bambino durante il rooming-in è inferiore al 5%.  È ormai ben stabilito come le mamme con infezione da coronavirus in corso, ma in buone condizioni cliniche e disponibili a prendersi cura dei propri bambini, vadano incoraggiate a farlo, dopo essere state ben istruite sulle misure preventive da adottare, come il lavaggio delle mani e l’utilizzo della mascherina.

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Fratello e sorella (solo da parte di madre) possono avere figli sani?

22/07/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

I figli di consanguinei hanno un alto rischio di nascere con anomalie genetiche e disturbi del neurosviluppo. Questa è la principale ragione per la quale nelle società organizzate sono vietate le unioni tra parenti stretti.   »

Dopo un aborto spontaneo quanto tempo ci vuole per cominciare un’altra gravidanza?

15/07/2024 Gli Specialisti Rispondono di Augusto Enrico Semprini

Se un primo concepimento è avvenuto in pochi mesi, ci sono altissime probabilità (addirittura il 100%!) di avviare una nuova gravidanza entro sei mesi dall'aborto spontaneo.   »

Si può ridatare la gravidanza una seconda volta?

14/06/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

La ridatazione ecografica può essere eseguita una volta sola nel primo trimestre (quando c'è più di una settimana di differenza tra il calendario ostetrico e le dimensioni effettive del feto), dopodiché se il bambino risulta più piccolo dell'atteso non si può più attribuire il dato a un concepimento...  »

Fai la tua domanda agli specialisti