Microbiota sano: così la mamma può trasmetterlo al bambino

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 09/11/2020 Aggiornato il 09/11/2020

Durante il parto naturale e con l’allattamento al seno, la donna può assicurare al proprio bambino una flora batterica integra e attiva, ossia un microbiota sano, a tutto vantaggio della salute presente e futura

Microbiota sano: così la mamma può trasmetterlo al bambino

Quando un organismo può contare su un microbiota sano, ha anche difese più attive contro infezioni, malattie, attacco di germi di qualsiasi tipo. In un neonato avere il microbiota sano e integro è importante, perché è proprio nei primi mesi di vita che l’organismo affronta le sue maggiori sfide e allena il sistema di difesa contro gli attacchi esterni. La mamma può fare molto per aiutare il bimbo a venire al mondo già con un microbiota sano grazie al parto naturale e nei primi mesi di vita con l’allattamento al seno.

Perché è così importante

Il microbiota è l’insieme dei batteri, virus, funghi e protozoi che vivono nell’organismo. Sono localizzati soprattutto nell’intestino, ma sono presenti anche sulla pelle e nelle mucose, dove svolgono una funzione di barriera difensiva verso l’ambiente esterno. Tutti i microrganismi che compongono il microbiota si possono suddividere in tre gruppi:

– i commensali: sono quelli che vivono nell’organismo senza causare né danni né benefici,

– i simbionti: vivono con l’organismo ospite in un rapporto di reciproco beneficio;

– i patogeni: in particolari condizioni causate da stress(), cattiva alimentazione, assunzione di farmaci non necessari divengono più forti e possono causare disturbi di vario tipo. Per esempio, quando si prendono troppi antibiotici si verifica una situazione di disbiosi intestinale, un’alterazione momentanea del microbiota sano che si manifesta con vari disturbi, come diarrea o stitichezza.

Il legame con le difese dell’organismo

Gli esperti hanno accertato che nell’organismo umano è presente un meccanismo detto di “cross talk”, una comunicazione incrociata tra i microrganismi della flora batterica e l’insieme delle difese dell’organismo. Quando si può contare su un microbiota sano le difese sono più attive ed efficaci verso eventuali agenti nocivi. Se, invece, la flora intestinale è alterata, si verifica un’attivazione delle cellule del sistema di difesa, che si comportano come se ci fosse una situazione di perenne allerta dalla quale devono proteggere l’organismo. Possono così comparire diversi problemi, dalla maggiore facilità a contrarre infezioni, a infiammazioni croniche dell’intestino come la malattia di Crohn. Alla disbiosi cronica sono state correlati altri problemi dell’età adulta, dall’infertilità femminile a malattie neurodegenerative.

Che cosa può fare la mamma

La donna in attesa può, però, fare molto per il proprio bambino, rinforzando le sue difese attraverso il microbiota sano. Già durante la gravidanza, infatti, è attiva una stretta comunicazione tra la mamma e il feto, che gli esperti chiamano appunto cross talk dinamico, come è stato confermato Maria Lorella Giannì, professore associato di Pediatria all’Università degli Studi di Milano (Unimi), parlando del proprio intervento ‘Microbiota ed evidenze sperimentali: nutrizione del neonato’ al congresso virtuale in live streaming della SIPPS ‘Napule è…’. Seguendo uno stile di vita sano, con un’alimentazione varia, senza fumo, alcol, farmaci non necessari, il bimbo già nel ventre materno inizia a contare su un proprio microbiota integro e ben funzionante. Al contrario, l’eccesso di peso e le cure di antibiotici quando non indispensabili impoveriscono sia il microbiota della mamma sia quello del feto.

Il ruolo di parto e allattamento

La donna inoltre può aiutare la formazione di un microbiota sano nel proprio figlio attraverso il parto naturale: sembra, infatti, che il cesareo impoverisca la flora batterica del neonato. Infine, secondo gli esperti, un modo essenziale e alla portata di tutte per combattere la disbiosi e favorire l’attività dei batteri buoni è allattare al seno. Nel latte materno sono infatti presenti diversi ceppi di un probiotico molto importante, il Bifidobacterium, che contribuisce a formare una flora batterica sana con ripercussioni positive per tutto il resto della vita. Sarebbe quindi opportuno allattare il bambino al seno fino ai sei mesi e magari continuare, con lo svezzamento, fino ai due anni, se mamma e bambino lo desiderano.

 

 

 
 
 

Lo sapevi che?

Per rafforzare il proprio microbiota, la donna in attesa può assumere probiotici benefici attraverso l’alimentazione, scegliendo yogurt e latti fermentati, oppure facendosi suggerire dal ginecologo integratori ricchi di ceppi benefici.

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Fonti / Bibliografia

  • http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_159_ulterioriallegati_ulterioreallegato_2_alleg.pdf
  • Napule é... 2020 - SIPPS
  • Stunted microbiota and opportunistic pathogen colonization in caesarean-section birth | NatureImmediately after birth, newborn babies experience rapid colonization by microorganisms from their mothers and the surrounding environment1. Diseases in childhood and later in life are potentially mediated by the perturbation of the colonization of the infant gut microbiota2. However, the effects of delivery via caesarean section on the earliest stages of the acquisition and development of the gut microbiota, during the neonatal period (≤1 month), remain controversial3,4. Here we report the disrupted transmission of maternal Bacteroides strains, and high-level colonization by opportunistic pathogens associated with the hospital environment (including Enterococcus, Enterobacter and Klebsiella species), in babies delivered by caesarean section. These effects were also seen, to a lesser extent, in vaginally delivered babies whose mothers underwent antibiotic prophylaxis and in babies who were not breastfed during the neonatal period. We applied longitudinal sampling and wh...
  • Breast milk-derived human milk oligosaccharides promote Bifidobacterium interactions within a single ecosystem | The ISME JournalDiet-microbe interactions play an important role in modulating the early-life microbiota, with Bifidobacterium strains and species dominating the gut of breast-fed infants. Here, we sought to explore how infant diet drives distinct bifidobacterial community composition and dynamics within individual infant ecosystems. Genomic characterisation of 19 strains isolated from breast-fed infants revealed a diverse genomic architecture enriched in carbohydrate metabolism genes, which was distinct to each strain, but collectively formed a pangenome across infants. Presence of gene clusters implicated in digestion of human milk oligosaccharides (HMOs) varied between species, with growth studies indicating that within single infants there were differences in the ability to utilise 2′FL and LNnT HMOs between strains. Cross-feeding experiments were performed with HMO degraders and non-HMO users (using spent or ‘conditioned’ media and direct co-culture). Further 1H-NMR analysis ide...
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