Nascite in Italia: perché c’è un nuovo record negativo?

Metella Ronconi A cura di Metella Ronconi Pubblicato il 11/02/2022 Aggiornato il 13/02/2022

Secondo il Censimento Istat c’è un vero record di denatalità iniziato nel 2020 e proseguito nel 2021. La situazione delle nascite in Italia è davvero drammatica

Nascite in Italia: perché c’è un nuovo record negativo?

Secondo i dati Istat, il deficit di “sostituzione naturale” tra nati e morti (saldo naturale) nel 2020 raggiunge in Italia -335mila unità, valore inferiore, dall’Unità d’Italia, solo a quello record del 1918 (- 648 mila), quando l’epidemia di “spagnola” contribuì a determinare quasi la metà degli 1,3 milioni di decessi registrati in quell’anno. E ora il trend negativo delle nascite in Italia con la pandemia da Covid-19 ha registrato un nuovo minimo storico.

Dove ci sono meno nascite?

Al 31 dicembre 2020, data di riferimento della terza edizione del Censimento permanente, la popolazione in Italia conta 59.236.213 residenti, in calo dello 0,7% rispetto al 2019 (- 405.275 individui).

Il nuovo record minimo delle nascite (405mila) e l’elevato numero di decessi (740mila) aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza già il nostro Paese. I dati sono relativi al 2020, e sono stati resi noti dall’Istat nella nota sull’andamento demografico.

Il deficit di nascite rispetto ai decessi è tutto dovuto alla popolazione di cittadinanza italiana (-386 mila), mentre per la popolazione straniera il saldo naturale resta ampiamente positivo (+50.584).

L’ammontare di popolazione al 31 dicembre 2020 è inferiore a quello del 2019 in particolare nel Mezzogiorno (-1,2% nell’Italia Meridionale e -1% nelle Isole); quasi ovunque, a eccezione delle province autonome di Bolzano e di Trento, a determinare la diminuzione è soprattutto la dinamica demografica recessiva del 2020.

Qual è il numero medio dei figli?

Secondo l’Istituto di Statistica “tale forte diminuzione è da mettere in relazione al dispiegarsi degli effetti negativi innescati dall’epidemia da Covid-19, che nel solo mese di gennaio 2021 ha fatto registrare il maggiore calo di sempre (quasi 5mila nati in meno, -13,6%)”.

Il forte calo dei nati a gennaio 2021, tra i più ampi mai registrati, dopo quello già marcato degli ultimi due mesi del 2020 lascia pochi dubbi sul ruolo svolto dall’epidemia.

Il crollo delle nascite tra dicembre e febbraio, riferibile ai mancati concepimenti della prima ondata pandemica, poteva essere dovuto al posticipo di pochi mesi dei piani di genitorialità. Tuttavia, dai primi dati disponibili, tale diminuzione sembra l’indizio di una tendenza più duratura in cui il ritardo è persistente.
È di 1,17 il numero medio di figli delle donne di cittadinanza italiana, il dato più basso di sempre. Il numero medio di figli per donna delle italiane è in calo al Nord (da 1,16 a 1,14) e in egual misura nel Mezzogiorno (da 1,23 a 1,21).

Rispetto al 1995, nel 2020 l’età media al parto in Italia è aumentata di oltre due anni, raggiungendo i 32,2 anni; in misura ancora più marcata cresce anche l’età media alla nascita del primo figlio, che si attesta a 31,4 anni nel 2020 (oltre 3 anni in più rispetto al 1995).  

 

 

 
 
 

Da sapere!

La popolazione italiana (59 milioni di residenti, -0,7%) diventa sempre più anziana: l’età media si innalza, da 45 a 45,4 anni, pur con una certa variabilità nella geografia dell’invecchiamento.

 

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