Pianto del neonato: un algoritmo ci dice il perché

Roberta Camisasca A cura di Roberta Camisasca Pubblicato il 19/07/2019 Aggiornato il 19/07/2019

Il pianto di un neonato può essere inconsolabile… e molto stancante per i genitori. Dagli usa potrebbe arrivare una tecnologia che lo decodifica.

Pianto del neonato: un algoritmo ci dice il perché

È la domanda che più tormenta i neo genitori; perché il neonato piange? Ha fame, non riesce a dormire, gli fa male il pancino? Uno studio coordinato dalla Northern Illinois University ha messo a punto un algoritmo che sfrutta l’intelligenza artificiale in grado di distinguere vari tipi di pianto. I risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista IEEE/CAA Journal of Automatica Sinica (Jas).

La prima forma di comunicazione

Per il neonato il pianto è la principale forma di comunicazione: solo l’esperienza può aiutarci a interpretarlo. Ma questa comprensione non sempre avviene e soprattutto nelle prime settimane si può avere difficoltà a capire le esigenze del piccolo. Per questo gli studiosi hanno pensato di identificare alcuni elementi sonori e vocali che aiutano a decodificare il pianto che è una modalità comunicativa composta da segnali sonori con caratteristiche diverse, che decodificano le informazioni che il bambino vuole trasmettere.

Una tecnologia avanzata

L’algoritmo è basato sul riconoscimento vocale automatico ed è stato testato su un gruppo di bambini di un’unità di terapia intensiva neonatale. Usando la tecnica “compressed sensing”, che ricostruisce un segnale sulla base di una serie di dati, sono riusciti a risalire ai diversi tipi di pianto, facendosi aiutare dalle infermiere del reparto.

Tanti motivi

Sono così riusciti a distinguere due tipi di pianto: uno “normale”, che include quattro sensazioni (fame, sonno, bisogno di essere cambiato e di ricevere attenzioni) e che quindi non deve preoccupare i genitori, e uno anomalo, legato a una percezione di fastidio e che può essere associato alla presenza di un disturbo passeggero o di una vera e propria malattia o patologia. L’algoritmo è risultato indipendente dal singolo neonato. L’obiettivo finale dello studio è migliorare il benessere psicofisico dei bambini e ridurre la pressione che colpisce i genitori e altri caregiver.
 

 

 
 
 

Da sapere!

Per calmare il pianto del neonato si può cullarlo nella carrozzina, fargli fare un giro in macchina o un bagnetto, fasciarlo con un lenzuolo in posizione fetale, fargli sentire un fruscio o un rumore bassi e continuo.

 

Fonti / Bibliografia

  • Infant Cry Language Analysis and Recognition: An Experimental ApproachRecently, lots of research has been directed towards natural language processing. However, the baby's cry, which serves as the primary means of communication for infants, has not yet been extensively explored, because it is not a language that can be easily understood. Since cry signals carry information about a babies' wellbeing and can be understood by experienced parents and experts to an extent, recognition and analysis of an infant's cry is not only possible, but also has profound medical and societal applications. In this paper, we obtain and analyze audio features of infant cry signals in time and frequency domains. Based on the related features, we can classify given cry signals to specific cry meanings for cry language recognition. Features extracted from audio feature space include linear predictive coding (LPC), linear predictive cepstral coefficients (LPCC), Bark frequency cepstral coefficients (BFCC), and Mel frequency cepstral coefficients (MFCC). Compresse...
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti