Antibiotici ai prematuri con cautela: possono alterare il microbioma

Roberta Camisasca A cura di Roberta Camisasca Pubblicato il 04/11/2019 Aggiornato il 04/11/2019

I prematuri sono spesso vittime di infezioni anche gravi. Gli antibiotici sono veri salvavita, ma con cautela: possono alterare il microbioma intestinale dei piccoli.

Antibiotici ai prematuri con cautela: possono alterare il microbioma

Il rischio di infezioni, anche gravi o addirittura mortali, è molto elevato nei neonati prematuri durante le prime settimane dopo la nascita. Ciò rende necessaria la somministrazione di antibiotici, una classe di farmaci che portano con sé inevitabili rischi di reazioni negative. Un’indagine condotta alla Washington University School of Medicine (Stati Uniti) ha rilevato che un’assunzione prolungata di antibiotici in questa fase così precoce della vita può impattare negativamente con il microbioma, il mix di microorganismi buoni e cattivi presenti nell’intestino, anche a distanza di anni. I risultati sono usciti su Nature Microbiology

I prematuri in Italia

In Italia è prematuro circa un bambino su 10, ovvero nasce prima delle 37 settimane di gestazione. Uno su 100 è molto prematuro, cioè viene alla luce prima delle 32 settimane. Le difese immunitarie ancora immature e la necessità più elevata e frequente di interventi invasivi come intubazione endotracheale o terapia endovenosa, aumentano in modo consistente il rischio di malattie infettive anche molto serie.

Secondo quanto rilevato dagli studiosi, i bambini che avevano assunto per molto tempo antibiotici appena dopo la nascita presentavano ancora, all’età di 18 mesi, nel microbioma intestinale una dose di batteri resistenti ai farmaci più elevata rispetto ai bambini trattati con dosi minori di farmaci o quelli che non avevano assunto per niente la terapia.

Rischio antibiotico-resistenza

Nella maggior parte dei casi tali batteri sono innocui e albergano nell’intestino senza dare problemi. Ma se i microorganismi resistenti agli antibiotici riescono a spostarsi dall’intestino e arrivano fino al sangue, al tratto urinario o ad altre parti del corpo, possono compromettere le difese naturali dell’organismo nei confronti di nuove infezioni. Inoltre la sempre crescente resistenza agli antibiotici attualmente in commercio può compromettere un’efficace cura delle infezioni. Fortunatamente la composizione del microbioma è in continuo divenire e all’età di un anno e mezzo si è strutturata in modo efficace, con un corretto equilibrio tra batteri buoni e batteri cattivi.

Se per i nati a termine questo processo è lineare e si completa intorno ai tre anni, quando il microbioma si è completamente formato e stabilizzato e non subisce più variazioni considerevoli, per i prematuri sottoposti a somministrazioni prolungate di antibiotici, questo processo è più lento e difficile in quanto questi farmaci possono influenzare la composizione equilibrata del microbioma anche per anni. Gli antibiotici possono essere un salvavita per i neonati prematuri, fragili e delicati, ma la scelta di somministrarli o meno va considerata sempre caso per caso.

 
 
 

Da sapere!

Rispetto al passato, oggi la tendenza è di limitare il più possibile la durata della terapia antibiotica allo stretto necessario e di non somministrarli mai in modo sistematico, valutandone la necessità caso per caso.

 

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