Ernia inguinale nei bambini: come riconoscerla e cosa fare

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 22/08/2025 Aggiornato il 22/08/2025

è un disturbo abbastanza frequente che si manifesta con un bozzo a livello dell’inguine, soprattutto destro. Richiede un intervento chirurgico semplice e poco invasivo.

Ernia inguinale: i sintomi per riconoscerla nei bebè

L’ernia inguinale nei bambini è una tumefazione che compare a livello inguinale a causa della fuoriuscita di parte dei visceri addominali dalla loro sede originaria.

Si tratta di una condizione congenita, più frequente nei maschietti specie se prematuri, dovuta alla mancata chiusura di un canale che si sviluppa durante la vita prenatale. In alcuni casi il rigonfiamento è ben visibile già nelle prime ore di vita, mentre in altri compare a distanza di tempo.

È molle ed elastico e si accentua durante il pianto o gli sforzi. Predilige il lato destro, ma può essere anche bilaterale. Richiede un intervento chirurgico, per evitare complicanze come lo strozzamento dell’ernia.

Le cause

L’ernia inguinale nei bambini è determinata dalla mancata chiusura del dotto peritoneo vaginale, il canale che durante lo sviluppo fetale mette in comunicazione la cavità addominale con lo scroto (il “sacchettino” che contiene i testicoli), permettendo così che, qualche settimana prima della nascita, il testicolo formatosi nell’addome si fissi proprio nello scroto.

Nelle femmine, il dotto peritoneo vaginale – chiamato più propriamente canale di Nuck  permette la discesa del legamento rotondo, che collega l’utero alle grandi labbra. In genere, questa struttura si chiude spontaneamente una volta esaurita la sua funzione, fra la fine della gravidanza e il primo mese di vita del bebè.

Talvolta, però, per cause ancora sconosciute, ciò non accade. Può quindi succedere che parte dei visceri addominali venga spinta nel dotto, dando origine all’ernia inguinale. Questo tipo di ernia è detto congenito perché è presente già alla nascita, anche se può succedere che si manifesti in seguito, con l’accrescimento del piccolo e l’aumento della pressione all’interno dell’addome.

È una condizione che si presenta, in media, in 1/2 bambini su 100, con una netta prevalenza nei maschietti, specie quelli nati prematuri ma anche in quelli gemelli o che hanno familiari che hanno sofferto dello stesso problema.

Tutti i sintomi

L’ernia inguinale è più frequente nei bambini piccoli ma può osservarsi anche nei bambini più grandi. Ecco i sintomi più comuni.

Gonfiore all’inguine

Il sintomo più tipico dell’ernia inguinale nei bambini è una tumefazione a livello dell’inguine, un vero e proprio bozzo che “esce” e si sente al tatto, di consistenza molle ed elastica e dimensioni variabili (le dimensioni non sono proporzionali alla sua gravità).

Questo rigonfiamento può estendersi fino allo scroto nei maschietti e alle grandi labbra nelle femmine. In genere, si accentua durante il pianto, gli sforzi e la tosse, e nei bimbi più grandicelli nelle posizione eretta, mentre diminuisce quando il piccolo si rilassa, per esempio con il biberon.

Può essere presente già alla nascita, e visibile fin dai primi giorni – spesso durante la medicazione del cordone ombelicale – oppure comparire più tardivamente. In tutti i casi, si tratta di un segnale che deve sempre far insospettire e spingere a chiedere un consulto al pediatra. 

Irritabilità e crescita insufficiente

In alcuni casi, ma non in tutti, la tumefazione all’inguine può associarsi ad altri sintomi più generici, come irritabilità, inappetenza, stipsi, crescita ponderale inadeguata.

Talvolta, può comparire un dolore all’addome causato dall’aumento e dalla riduzione dei visceri interessati dall’ernia.

Quando operare

Solitamente per accertare la presenza di un’ernia inguinale bastano la visita medica con ispezione di entrambe le regioni inguinali e il colloquio con i genitori, che raccontano i sintomi e la situazione. Una volta diagnosticata, l’ernia inguinale in età pediatrica deve essere operata: non esiste, infatti, la possibilità che scompaia spontaneamente. Se l’ernia è riducibile, ossia se gli organi fuoriusciti rientrano nella cavità addominale dopo una manovra del pediatra, l’intervento può essere programmato. Se invece non rientra, bisogna intervenire d’urgenza.

L’operazione chirurgica può essere sia per via laparoscopia, effettuando piccole incisioni nell’addome e usando strumenti miniaturizzati, sia con tecnica tradizionale “a cielo aperto”. In genere, in entrambi i casi l’intervento si svolge in day surgery e non richiede la degenza in ospedale. La ripresa post-operatoria è molto rapida. Si consiglia solo di evitare l’attività sportiva per almeno due-tre settimane dopo l’intervento. 

I rischi

La complicazione principale e più rischiosa dell’ernia inguinale è rappresentata dallo strozzamento o incarceramento.

In pratica, i visceri erniati non riescono più rientrare nell’addome, compromettendo il flusso sanguigno della zona e determinando una congestione dei tessuti. L’ernia strozzata si riconosce perché toccandola è dolente, dura e tesa e non si riesce a ridurla: non rientra né facendo sdraiare il piccolo né aiutandolo a rilassarsi.

Con il passare del tempo, la sofferenza ischemica del viscere erniato può determinarne la perforazione, la necrosi e, in casi eccezionali, la morte. L’incarceramento erniario è più frequente nei primi anni di vita e in particolare nei primi 12 mesi.

 
 
 

In breve

L’ernia inguinale è un fenomeno abbastanza frequente in età pediatrica, dovuto alla fuoriuscita di alcuni organi dalla cavità addominale. Si tratta di una condizione presente fin dalla nascita e indipendente dalle attività del bambino. Il problema non va trascurato, per evitare possibili complicazioni. Appena lo si nota, dunque, è meglio rivolgersi al pediatra. Il trattamento è chirurgico.

 

Fonti / Bibliografia

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