Eritema da pannolino

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 13/01/2015 Aggiornato il 26/01/2015

L'eritema da pannolino riguarda la zona dei genitali e del sederino, ma può estendersi fino a metà coscia. Come si manifesta e quando chiamare il pediatra

Cambio del bebè: che cosa serve a portata di mano

Il termine eritema (dal greco erytema = rossore) significa infiammazione e, appunto, arrossamento. Nel neonato si tratta di un disturbo fastidioso e piuttosto diffuso nei bimbi molto piccoli che hanno la pelle particolarmente delicata. Di solito, non è preoccupante ma non deve essere trascurato. Si manifesta con arrossamento, bruciore, forte prurito, dolore e, nei casi più seri può provocare perfino un’infezione delle vie urinarie. L’eritema è causato dal contatto prolungato del pannolino con la pelle che tende a infiammarsi e macerarsi per l’umidità, il calore e le sostanze irritanti come l’ammoniaca, contenuta nell’urina, o le feci. Questo ambiente umido è il terreno ideale per la proliferazione di funghi (come la candida albicans) e batteri, responsabili delle infezioni cutanee.

Come si manifesta l’eritema

I genitori possono facilmente confondere l’eritema da pannolino con un semplice arrossamento ai genitali. Tuttavia, se non viene curato tempestivamente e in maniera opportuna, questo disturbo tende a peggiorare a causa del continuo contatto con le sostanze acide e irritanti: la pelle, prima semplicemente arrossata, inizia a macerarsi, a formare zone squamose, a screpolarsi e, nei casi più seri, perfino a lacerarsi. Talvolta si formano anche micro bollicine rosse e rilevate di circa 4-5 millimetri di diametro. Il bebè manifesta chiaramente il fastidio per il prurito e il bruciore con pianto frequente.

A rischio i bimbi piccoli

L’eritema da pannolino è un disturbo tipico dei bambini da zero a due anni: dopo questa età, infatti, da un lato l’uso del pannolino diventa sempre meno frequente per il passaggio al vasino e dall’altro la pelle diventa meno delicata e quindi meno esposta all’attacco di funghi e batteri. L’età più critica, comunque, va dai cinque mesi, quando il piccolo inizia a stare seduto, fino agli otto mesi di vita quando comincia a gattonare: lo sfregamento continuo della pelle del sederino con il pannolino tende infatti ad aumentare le probabilità di infiammazione e infezioni. Sembrerebbe esserci anche una maggiore predisposizione nei bambini che soffrono di dermatite atopica (disturbo della pelle di origine allergica), ma non si tratta di un legame automatico.

Non solo colpa del pannolino

Anche se le cause principali di questo tipo di dermatite sono lo sfregamento della pelle con il pannolino e il calore e l’umidità che si sviluppano in questa zona, altri fattori possono contribuire a determinare la comparsa del disturbo, come per esempio:

  • lavaggi troppo frequenti e l’uso di saponi o detergenti troppo aggressivi: per questo motivo è bene utilizzare per la pulizia del bambino solo prodotti specifici per l’infanzia. Anche il prodotto più delicato per adulti non è indicato per la pelle del bambino e può danneggiarla;
  • l’uso della spugna per la pulizia e il bagnetto: si tratta infatti di un oggetto dove possono facilmente ristagnare i microbi all’origine delle infezioni. È preferibile, quindi, lavare il piccolo con le mani, naturalmente dopo averle accuratamente pulite;
  • disturbi gastrointestinali: quando il bambino ha la diarrea, le feci sono maggiormente acide ed è quindi più facile che la pelle del sederino vada incontro a irritazioni e infiammazioni.

Si può evitare così

L’eritema da pannolino non è un problema serio e di solito si risolve seguendo alcuni semplici accorgimenti, utili anche come prevenzione

  1. Cambiare spesso il pannolino al bambino per evitare il ristagno di pipì: la regola è cambiare il piccolo ogni volta che si bagna e in generale almeno sette-dieci volte al giorno.
  2. Lasciare per un po’ il bambino libero di sgambettare senza il pannolino o tenerlo leggermente aperto per fare in modo che la pelle resti asciutta e possa traspirare.
  3. Fare attenzione alla scelta del pannolino oppure utilizzare quelli di cotone: in questo caso, però, sterilizzare sempre molto bene i pannolini lavabili a una temperatura di 90 gradi per evitare la proliferazione di germi e batteri.
  4. Usare solo acqua tiepida o detergenti specifici per la prima infanzia e limitare l’uso delle salviette umidificate, riservandole solo all’emergenza fuori casa.
  5. Asciugare sempre molto bene la pelle nella zona del pannolino, soprattutto tra le pieghe inguinali, per evitare il rischio di macerazioni.
  6. Stendere un velo di talco-gel o una crema a base di ossido di zinco prima di mettere il pannolino pulito. Prima di utilizzare qualsiasi prodotto, comunque, è sempre meglio chiedere consiglio al proprio pediatra.

Quando chiamare il pediatra

In genere, l’eritema da pannolino si cura con semplici accorgimenti e cambiando spesso il piccolo. Se, però, la pelle è particolarmente infiammata e arrossata, si possono utilizzare creme a base di cortisone ma solo per un paio di giorni e sempre dietro prescrizione del medico. Il pediatra potrà, poi, indicare anche una cura a base di antibiotici se di tratta di una dermatite di origine batterica oppure un antimicotico se è provocata da un fungo.

È bene anche contattare subito il pediatra se:

  • dopo una settimana di cure l’eritema non guarisce;
  • la pelle diventa sempre più arrossata e si formano croste e vesciche;
  • si notano macchie biancastre in bocca che indicano un’infezione da funghi (candida) che può avere colpito anche il sederino;
  • il bambino ha febbre superiore ai 38 gradi, segno che è in corso un’infezione.
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Rischio intermedio per trisomia 21: conviene fare altre indagini?

07/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Spetta alla coppia decidere, dopo aver ottenuto l'esito del Bi-test, se sottoporsi a indagini più approfondite sulla salute del feto e tra queste quale scegliere tra la ricerca del DNA fetale nel sangue materno, l'amniocentesi o la villocentesi, più invasive.  »

Test di gravidanza positivo e, allo stesso tempo, comparsa delle mestruazioni

07/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

A inizio gravidanza può verificarsi un sanguinamento che non è una mestruazione vera e propria, ma conseguenza di una eventualità che non implica automaticamente l'aborto spontaneo.   »

Bimba di 20 mesi che vuole dormire solo in passeggino

30/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Se i genitori non sanno in che modo gestire una presa di posizione come quella di voler dormire solo nel passeggino, piuttosto che perdere ogni sera la "battaglia" è meglio che acconsentano, nella certezza che il bambino prima o poi capirà che è più comodo il suo letto.   »

Incinta di tre settimane: è tardi per prendere l’acido folico?

30/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Antonio Clavenna

Per poter contare sulla piena efficacia nel ridurre il rischio di difetti del tubo neurale del feto, l'assunzione quotidiana di acido folico deve iniziare almeno un mese prima del concepimento.  »

Fai la tua domanda agli specialisti