Ernia ombelicale nel neonato: cosa fare e quando preoccuparsi

Francesca Scarabelli A cura di Francesca Scarabelli, con la consulenza di Leo Venturelli - Dottore specialista in Pediatria Pubblicato il 14/07/2025 Aggiornato il 14/07/2025

Raramente dà luogo a complicanze e nella maggior parte dei casi si risolve in maniera spontanea. Ne parliamo con il pediatra Leo Venturelli.

ernia ombelicale

L’ernia ombelicale si manifesta in una tumefazione visibile a livello dell’ombelico, una specie di pallina in corrispondenza dell’ombelico. In genere tende a regredire da sola, di solito nell’arco dei primi 18-24 mesi di vita: spesso si può osservare una progressiva riduzione delle dimensioni, fino alla sua sparizione; in alternativa si risolve con un piccolo intervento chirurgico, che si effettua di solito dopo i 4-5 anni di età.

Non si tratta dunque di una patologia, ma di una situazione che normalmente non dà alcun tipo di complicanza. Si verifica perché durante la gravidanza il cordone ombelicale che collega la placenta al feto passa attraverso un’apertura dell’addome del bimbo; questa breccia si dovrebbe richiudere poco dopo la nascita, ma in alcuni casi non si salda completamente, creando quindi un punto nella parete muscolare da cui può fuoriuscire una parte dei visceri o del grasso omentale, dando origine all’ernia ombelicale.

Questo disturbo colpisce dal 10-20% dei neonati a termine, mentre è più frequente nei piccoli nati prematuri. È inoltre più diffuso nel genere femminile e nelle popolazioni afroamericane.

Sintomi e come accorgersene

L’ernia ombelicale nel neonato si manifesta come una tumefazione di dimensioni variabili a livello dell’ombelico, che si nota maggiormente quando il bimbo piange, defeca, si stiracchia o compie uno sforzo fisico, mentre si riduce, invece quando si rilassa o si sdraia. Si tratta in genere di una tumefazione morbida, che non risulta dolente alla palpazione. Le dimensioni possono variare in base alle attività e al momento della giornata

L’ernia si vede come un’estroflessione della pelle dell’ombelico – spiega il Dottor Leo Venturelli, pediatra di famiglia e responsabile dell’educazione alla salute della SIPPS (Società italiana di pediatria preventiva e sociale) – Le dimensioni possono variare anche fino a la grandezza di un mandarino. Raramente è pericolosa e non necessita di intervento precoce, perché spesso le ernie di dimensioni piccole o medie rientrano spontaneamente. Solo le ernie vistose e fastidiose vanno operate dopo i 3 anni e oltre”.

Per diagnosticare l’ernia ombelicale basta una semplice visita del pediatra, anche se in alcuni casi possono essere consigliate un’ecografia addominale o un’ecografia per escludere possibili complicazioni.

Rimedi e cosa fare

La maggior parte delle ernie ombelicali del neonato (circa l’80%) si risolve in maniera spontanea, spesso quando il bambino comincia a camminare, per effetto dello sviluppo dei muscoli retti dell’addome che tendono a richiudere il difetto della parete.

L’unica terapia per questo problema è l’intervento chirurgico, che solitamente viene eseguito dopo i 3 – 4 anni di eta; viene consigliato in pazienti più piccoli solo se le dimensioni dell’ernia sono notevoli, se è dolorosa o se ci sono delle complicanze, che sono solitamente molto rare. La correzione chirurgica viene consigliata per le bambine, perché la persistenza di un difetto, anche piccolo, potrebbe creare problemi in caso di una futura gravidanza.

Una volta tra i rimedi della nonna per l’ernia ombelicale si consigliava di mettere una monetina o un cerotto sopra questo rigonfiamento e di fissarla ben stretta con una fascia, pensando che servisse a farla regredire. In realtà, questo non serve a nulla.

Quando preoccuparsi

In alcuni casi l’ernia ombelicale non regredisce completamente. Se il bambino ha meno di tre anni, si tiene semplicemente sotto osservazione perché fino a quell’età c’è la possibilità di una guarigione spontanea; inoltre si preferisce operare i bambini affetti da questo tipo di ernia dopo i tre anni perché, a differenza dell’ernia inguinale, quella ombelicale non si complica mai, salvo casi eccezionali.

Solo se l’ernia non regredisce o, addirittura, tende ad aumentare di volume dopo i tre anni di vita, si interviene. Si tratta di un intervento di routine, che consiste nel praticare una piccola incisione al margine inferiore della cicatrice ombelicale, quindi si isola il foro attraverso il quale fuoriesce l’ernia, si chiude con dei punti e si fa una sutura della pelle dell’ombelico. L’intervento viene praticato in regime di day hospital o al massimo con una notte di ricovero e di osservazione in ospedale.

In copertina foto di smpratt90 da Pixabay

 
 
 

In breve

L’ernia ombelicale si manifesta nel 20% dei bimbi nati a termine. Raramente ci sono complicazioni, ma se non regredisce spontaneamente nei primi tre anni di età si può intervenire con un semplice intervento chirurgico.

 

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