Otite nei neonati

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 22/05/2020 Aggiornato il 22/05/2020

L'otite è un'infezione molto frequente nei piccoli a causa della conformazione anatomica dell'orecchio e dell'immaturità del sistema immunitario. Come trattarla al meglio per evitare complicazioni anche serie, come la perforazione del timpano e il calo dell’udito

Otite bimbo

Che cos’è l’otite

L’otite, detta anche “mal d’orecchio”, è un’infiammazione che può colpire una o più parti dell’orecchio. Quando si parla genericamente di otite, si intende la forma più frequente nei piccoli, cioè l’otite media, che coinvolge l’orecchio medio (o cavità timpanica), situato al di là del timpano.

Si parla invece di otite esterna, quando la malattia colpisce l’orecchio esterno, e di labirintite quando l’otite media si complica e l’infezione arriva a interessare anche l’orecchio interno (ma si tratta di una eventualità molto rara nei bambini).

L’otite può interessare un solo orecchio (otite monolaterale) o entrambi (otite bilaterale).

Come è fatto l’orecchio

L’orecchio è un organo complesso composto essenzialmente da tre parti: esterno, medio e interno.

– L’orecchio esterno comprende il padiglione auricolare e il condotto uditivo esterno, in fondo al quale si trova la membrana timpanica che separa l’orecchio esterno da quello medio. Ha la funzione di captare i suoni e di convogliarli verso l’orecchio medio, facendo attraversare la membrana timpanica sotto forma di vibrazioni acustiche.

– L’orecchio medio o cavità timpanica riceve le vibrazioni, le amplifica e le trasmette a una serie di ossicini articolati tra loro: martello, incudine e staffa. La staffa provvede a far arrivare il suono all’orecchio interno. La cavità timpanica è collegata alla gola (faringe) attraverso un canalino, detto tromba di Eustachio.

– L’orecchio interno contiene il labirinto, che è formato a sua volta dalla chiocciola o coclea (l’organo che trasmette le vibrazioni al nervo acustico il quale le trasforma in stimoli nervosi per farli giungere al cervello) e dall’apparato vestibolare, la struttura addetta al mantenimento dell’equilibrio corporeo.

Più comune l’otite media

L’otite media è uno dei disturbi più frequenti nei bambini, soprattutto in età pre-scolare e nei neonati. Spesso infatti l’infezione si manifesta per la prima volta sotto i 2 anni di età. La ragione va ricercata nella conformazione dell’orecchio e nella relativa immaturità del sistema immunitario del piccolo.

L’otite può essere causata da virus o da batteri. Se diagnosticata per tempo, è facilmente curabile, con o senza antibiotici, a secondo dei casi. Tuttavia è importante non trascurarla perché può dare complicazioni che possono essere pericolose.

Le cause

L’otite media acuta può essere provocata da virus o da batteri. Questi microrganismi, presenti nelle alte vie respiratorie (naso e gola), proliferano nel muco e dalla gola raggiungono l’orecchio medio attraverso la tuba di Eustachio.

I piccoli sono facilmente soggetti a otite media soprattutto per le seguenti ragioni.

– L’immaturità del sistema immunitario. Fino ai 6 mesi di vita, il bebè è protetto dagli anticorpi materni che gli arrivano attraverso l’allattamento, ma poi il suo sistema di difesa, che non si è ancora sviluppato, non riesce a far fronte all’aggressione dei microrganismi che penetrano nel naso e nella bocca attraverso il respiro.

– La particolare conformazione anatomica dell’orecchio. Nei bimbi più piccoli, infatti, la tuba di Eustachio, non essendo ancora del tutto formata, è particolarmente corta e ha un decorso orizzontale: questo facilita l’accumulo del muco e la proliferazione batterica. Nei bambini più grandi (dopo i 6 anni)e negli adulti, invece, la tuba è più lunga ed è obliqua con un decorso verso il basso, in modo da ostacolare l’ingresso del muco e dei germi in esso presenti.

– L’ipertrofia (ingrossamento) delle adenoidi. Le adenoidi fanno parte del sistema immunitario e hanno il compito di bloccare l’ingresso dei germi dal naso, ma se si gonfiano finiscono per creare un ostacolo alla normale ventilazione delle alte vie aeree e a un corretto deflusso del muco, con conseguente proliferazione batterica.

– La presenza di un’altra malattia infettiva. Soprattutto tra i due e i quattro anni, l’otite può manifestarsi contemporaneamente o subito dopo una malattia esantematica (come morbillo, varicella, scarlattina) o infettiva in genere, come raffreddore, influenza, mal di gola.

Come si trasmette

L’otite media di per sé non è contagiosa, infatti non si trasmette da bambino a bambino. Tuttavia i microrganismi delle infezioni respiratorie (che sono all’origine della malattia) si trasmettono facilmente attraverso le microscopiche goccioline di saliva e muco che si emettono nell’aria tossendo, starnutendo o parlando.

Come riconoscere l’otite media

Un modo piuttosto facile per riconoscere l’otite è capire se il bimbo ha male alle orecchie. Se il piccolo è un bebè e non sa ancora esprimersi, basta osservare osservare il suo comportamento: piange infatti sconsolato in modo continuo e insistente, soprattutto quando si trova in posizione sdraiata, e continua a toccarsi le orecchie sfregandosele e tirandosele con le manine per cercare di avere sollievo dal dolore. Inoltre tende a rifiutare il cibo, a non dormire e ad avere la febbre.

I sintomi

I sintomi dell’otite media acuta variano a seconda dello stadio della malattia e dell’età del bambino.

In linea di massima però i segnali più evidenti sono quelli che seguono:

– dolore alle orecchie

– perdita di appetito

vomito

– irritabilità

– insonnia

febbre di media entità (attorno ai 38,5°C).

Oltre ai sintomi manifestati dal bambino, la certezza che sia presente un’infezione all’orecchio si evidenzia solo attraverso il controllo con l’otoscopio, strumento che permette al medico di visualizzare il canale uditivo esterno e la membrana timpanica.

Il pediatra può prescrivere anche un esame audiometrico, per evidenziare o escludere un’eventuale riduzione dell’udito, e un timpanogramma, utile per misurare la pressione dell’aria nell’orecchio medio e verificare la pervietà o meno della tuba di Eustachio.

Può diventare cronica o grave

A seconda delle condizioni del timpano e del ristagno di muco, l’otite può essere più o meno grave:

– se il timpano è semplicemente arrossato, si parla di otite congestizia semplice;

– se, oltre a essere arrossato, è anche più bombato del solito, si parla di otite catarrale o sierosa. In questo caso la maggiore convessità della superficie timpanica è dovuta a un accumulo di muco nell’orecchio medio.

La forma catarrale, poi, spesso può cronicizzare, dando luogo a episodi ricorrenti di otiti acute dolorose, febbrili o non, accompagnate spesso da una diminuzione dell’udito.

Inoltre, se i batteri si moltiplicano nel muco ristagnante, quest’ultimo si trasforma in pus e l’otite può sfociare in una forma più grave, detta otite purulenta, nella quale il timpano aumenta la sua convessità, si opacizza e può assumere un colorito giallastro a causa della presenza di pus più o meno denso.

Nei bambini l’otite purulenta si presenta in forma acuta ed è spesso causa di perforazione timpanica (la cosiddetta otite perforante acuta) o di perdita di sangue (otite emorragica).

Attenzione alle complicanze dell’otite

L’otite media non va mai trascurata perché, se cronicizza, può portare a conseguenze piuttosto gravi nel bambino quali:

– riduzione dell’udito non sempre regredibile;

– perforazione permanente della membrana timpanica;

– formazione di un colesteatoma, cioè di una perforazione alta della membrana timpanica con otorrea muco-purulenta cronica (foriuscita di pus dall’orecchio).

Nel momento in cui l’otite diventa cronica le complicanze sono ancora più pericolose. Ecco allora che si può manifestare:

– alterazione funzionale e anche anatomica della catena degli ossicini;

– estensione dell’infezione al labirinto con conseguente labirintite (infezione dell’orecchio interno con perdita dell’equilibrio);

– paresi del nervo facciale (rara);

– trasmissione dell’infezione al mastoide, l’osso limitrofo all’orecchio, e poi alle strutture encefaliche, con possibile encefalite o meningite.

Nei bambini con otiti acute ricorrenti o con otite catarrale cronica si può verificare una riduzione dell’udito più o meno marcata: questo disturbo, oltre a creare problemi di apprendimento e di linguaggio, può dare luogo a sordità permanente.

Le cure per l’otite: dai farmaci all’intervento

In base all’età del bambino e ai sintomi presentati, il pediatra prescrive una terapia sintomatica antidolorifica o antipiretica per 48-72 ore (per esempio a base di paracetamolo). Solo in seguito valuterà se associare anche un ciclo di antibiotici (in genere, amoxicillina). Questo periodo-finestra di 2 o 3 giorni è detto di “vigile attesa” e serve al medico per valutare la situazione: se l’infiammazione dell’orecchio si riduce, vuol dire che la malattia sta passando da sola (è il caso per esempio delle otiti da virus), se invece peggiora è necessario intervenire con l’antibiotico.

La somministrazione di antibiotici è comunque necessaria fin da subito se:

– il bambino ha meno di sei mesi,

– oltre all’otite, è presente una malattia infettiva febbrile acuta,

– si manifesta otorrea (fuoriuscita di secrezioni dall’orecchio) causata da perforazione timpanica,

– il piccolo si trova in uno stato di immunodepressione.

Se, invece, l’otite è a uno stadio più grave possono essere necessari alcuni piccoli interventi chirurgici come:

– la timpanocentesi, cioè la perforazione del timpano troppo teso e bombato con l’introduzione di un tubicino che permetta il deflusso esterno del muco o del pus accumulato nell’orecchio medio;

– l’asportazione delle adenoidi se, a causa del loro volume, ostruiscono le vie aeree superiori ostacolando il passaggio dell’aria o il deflusso del muco dalle tube di Eustachio;

– la riparazione chirurgica del timpano lacerato da una perforazione spontanea;

– la rimozione di un eventuale colesteatoma  qualora si fosse formato in seguito a un’otite cronica purulenta.

Si può prevenire l’otite?

Non esiste un vaccino che possa prevenire l’otite media, anche perché i microrganismi che possono scatenarla sono numerosi. Tuttavia si possono seguire diversi accorgimenti per cercare di ridurne l’incidenza.

– Studi recenti confermano che la prima protezione per il piccolo consiste nell’allattarlo esclusivamente al seno nei primi mesi di vita, senza fare uso di ciucci.

– Va poi evitato, sempre e comunque, il fumo passivo.

– In caso di otiti recidivanti è bene allontanare il bambino dall’asilo.

– È importante tenere sempre ben pulito il nasino con lavaggi frequenti e regolari a base di soluzione fisiologica.

– Bisogna evitare di pulire con modalità scorrette il condotto uditivo esterno, per esempio utilizzando i bastoncini cotonati, limitandosi alla zona più superficiale vicina al padiglione auricolare.

– Se indicato dal pediatra, è opportuno sottoporre il bambino a terapie inalatorie con acque termali una o due volte all’anno.

Che cos’è l’otite esterna

Si tratta di una infiammazione del condotto uditivo causata da microrganismi (di solito batteri o funghi) che proliferano facilmente in un ambiente caldo-umido (come può essere appunto il condotto uditivo).

Non è un’evenienza molto frequente nei bambini, tuttavia, può capitare che si verifichi se:

– il bambino frequenta spesso la piscina. Può darsi infatti che il cloro, ristagnando nell’orecchio, possa irritarlo e predisporlo a un’infezione;

– l’orecchio esterno viene pulito con bastoncini cotonati provocando abrasioni (operazione assolutamente da evitare in quanto il cerume ha una funzione protettiva e non serve rimuoverlo);

– il bambino si infila un corpo estraneo nell’orecchio che si incunea nel condotto uditivo, graffiandolo e diventando  fonte di infezione.

L’otite esterna si manifesta con dolore, prurito, arrossamento e tumefazione dell’orecchio. In certi casi può comparire anche febbre. Poiché il dolore aumenta toccando il padiglione e aprendo la bocca e masticando, il bimbo piange e rifiuta di mangiare.

La cura prevede l’applicazione sulla zona di creme che, a seconda della causa scatenante, possono essere antibiotiche (contro i batteri), micotiche (contro i funghi) o cortisoniche (antinfiammatorie).

Che cos’è la labirintite

La labirintite che un’infiammazione che interessa l’orecchio interno, e quindi il labirinto, in cui si trovano l’apparato vestibolare, da cui dipende l’equilibrio dell’organismo, e la coclea, fondamentale per la funzione uditiva.

In genere nei bambini costituisce una complicazione di un’otite media trascurata o mal curata, ma si tratta di una eventualità estremamente rara.

La labirintite può dare sintomi come nausea, vomito, vertigini, secrezioni di siero o pus.

Le cure consistono in farmaci sintomatici (utili per ridurre i sintomi), come anticolinergici, antistaminici, antiemetici e sedativi.

Consulta la nostra scheda “Otite nei bambini” per ulteriori informazioni su questa malattia

Articolo di Di Roberta Marino. Consulenza della dottoressa Daniela Sannicandro, pediatra a Roma.

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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