Quando sono pericolosi gli angiomi nel neonato?

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 19/12/2022 Aggiornato il 22/12/2022

Voglie di fragola o di vino: un tempo venivano chiamate così le chiazze in rilievo o piatte, presenti alla nascita o comparse in seguito, sul viso o altre parti del corpo del bambino. Sebbene si tratti di formazioni benigne, gli angiomi nel neonato preoccupano molto i genitori

Alcuni neonati nascono con un angioma a causa di una mlaformazione nel processo di angiogenesi

Gli angiomi, o emangiomi, sono il tumore vascolare benigno più frequente: interessa, infatti, fino al 4 per cento dei bambini. Si tratta di una proliferazione vascolare non sempre presente alla nascita, che cresce molto rapidamente e acquista spessore e volume nei primi mesi di vita, diventando evidente e causando spesso preoccupazione nei genitori. In realtà molto raramente è pericoloso, ma può avere un impatto sul benessere del bambino, dal punto di vista sia estetico sia funzionale. Ecco cosa sono gli angiomi nel neonato e cosa fare.

Perché i neonati nascono con gli angiomi?

Non si conoscono ancora con precisione le cause che portano alla comparsa degli angiomi nel neonato. Spesso si formano per un “errore” nel processo di neoangiogenesi, ossia nella formazione di nuovi vasi sanguigni nel bambino. Solitamente quando il neonato viene al mondo ha già tutti i vasi sanguigni che avrà anche in età adulta e il processo si interrompe, ma in alcuni casi questo processo continua anche dopo la nascita. Compare, quindi, un emangioma, di solito entro le prime due settimane di vita, in forma di una chiazza piccola e poco evidente, che va incontro a una rapida crescita di volume, destinata solitamente a concludersi entro il nono mese di età. A volte, a questa fase ne segue una lenta di involuzione, durante la quale l’emangioma regredisce fino a diventare quasi invisibile oppure a sparire del tutto.

Non sempre, però, gli angiomi nel neonato si rimpiccioliscono e scompaiono. A volte persistono e la cute rimane rilevata e ricoperta di capillari. Inoltre, questi angiomi nel neonato (una volta chiamati tuberosi o cavernosi), possono essere di grandi dimensioni ed estendersi anche agli strati profondi della pelle. Di colore rosso intenso o violaceo, sono in rilievo sulla pelle e sono localizzati più frequentemente sul viso.

Quando preoccuparsi di un angioma nel neonato?

Gli emangiomi di grandi dimensioni potrebbero causare un disagio psicologico, quando il bambino cresce. Ma soprattutto la lesione può provocare complicanze funzionali a seconda di dove è localizzata: per esempio, se si trova a livello della gola può ostacolare la respirazione. Le formazioni più voluminose possono anche andare incontro a ulcerazione e infezione. In questi casi è quindi importante intervenire tempestivamente.

Come capire se è un angioma?

Fortunatamente la diagnosi degli angiomi nel neonato non è difficile e quasi sempre basta una visita dal dermatologo. Nel caso compaiano emangiomi grandi o in rilievo, tuttavia, è necessaria una valutazione più approfondita, anche per capire fino che profondità la formazione si estende negli strati della pelle. In questi casi si può allora effettuare una ecografia con color doppler, un esame che utilizza le onde sonore, innocuo e indolore. È anche possibile effettuare una risonanza magnetica nucleare per capire se l’emangioma coinvolge strutture contigue, provocando anomalie funzionali.

Cosa sono le malformazioni capillari nel neonato?

Diverse dagli emangiomi, si tratta di chiazze piatte presenti dalla nascita, che crescono proporzionalmente con il bambino pur rimanendo piane. Del tutto benigne, vengono trattate con il dye laser, un laser che produce un impulso di luce selettiva in grado di “riconoscere” l’emoglobina presente nella pelle che costituisce queste malformazioni.  Il laser agisce “chiudendo” i capillari che alimentano la malformazione.

Le sedute con il laser possono essere circa 5 o 6, a distanza di uno-due mesi l’una dall’altra. I trattamenti vanno eseguiti nel periodo invernale, perché la pelle per alcune settimane dopo la fine della cura non può essere esposta al sole. Il laser garantisce la scomparsa delle lesioni più superficiali e circoscritte e porta ad una notevole riduzione di quelle più evidenti e complesse.

Quando iniziare la cura di un angioma nel neonato?

Quanto prima si inizia il trattamento con il laser, tanto più sarà efficace, permettendo una rapida eliminazione delle lesioni. Va detto, però, che il trattamento è un po’ fastidioso e doloroso e, quindi, andrebbe eseguito previa una leggera sedazione sedazione.
Il dolore nei primi anni di vita è un aspetto non trascurabile, paragonabile senz’altro al disagio psicologico che può provare il bambino che ha sul viso questa chiazza.

Si effettuano un paio di trattamenti all’anno, anche per ragioni di sicurezza anestesiologica. Il trattamento senza sedazione nelle prime fasi di vita darebbe risultati migliori ma al momento la maggior parte dei centri di riferimento europei preferisce procedere in sicurezza senza traumatizzare il bambino. La macchia schiarisce lentamente e non sempre nello stesso modo: la malformazione capillare delle zone più laterali del viso risponde meglio rispetto a quelle centrali.

 

 

 

 
 
 

In sintesi

Come curare gli angiomi nel neonato?

Da più di un decennio viene utilizzato il propranololo, un farmaco già usato per curare l’ipertensione arteriosa e le tachicardie. Venne utilizzato quasi per caso su un bambino con un emangioma trattato con cortisone. Una volta sospeso il cortisone e somministrato il propranololo, si verificò una regressione straordinaria della formazione.

Se la lesione piccola e piatta (non più spessa di un millimetro) viene individuata in fase iniziale si può usare anche un betabloccante topico, in genere il timololo, in commercio in forma di collirio per il glaucoma. Questo prodotto è però utilizzato off-label (ossia non come da indicazione ufficiale del farmaco). Si tratta di un trattamento sicuro, efficace e privo di eeffetti collaterali.

 

 

Fonti / Bibliografia

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