Disturbi della pelle nei bambini: quali sono i più comuni? Come si curano?

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 27/03/2023 Aggiornato il 27/03/2023

La cute del bebè è delicata, per non dire delicatissima. Per prevenire ed evitare i disturbi della pelle nei bambini ha bisogno di attenzioni puntuali e di gesti ben calibrati con prodotti cosmetici su misura

Contro i disturbi della pelle nei bambini servono prodottti specifici studiati per la prima infanzia. Sono da evitare i prodotti per adulti, sebbene delicati e naturali, perché inadatti

Il sederino che si arrossa, la crosta lattea che dà prurito fino ai rossori e alle desquamazioni che cominciano a comparire per via del freddo. I disturbi della pelle nei bambini sono problemi che le mamme vivono ogni giorno e che rappresentano spesso una fonte di ansia, ma che in realtà si possono prevenire e curare facilmente con le giuste attenzioni.

Perché la pelle dei bambini è fragile e indifesa

Si può trovare per così dire un filo conduttore a tutti i disturbi della pelle nei bambini: la sua delicatezza. La cute dei neonati, infatti, è profondamente diversa da quella dell’adulto: è più sottile, povera di sebo, non ancora in grado di regolare gli scambi di acqua con l’esterno e carente di fattori naturali di idratazione. Per di più ha una barriera di protezione molto fragile e questo la espone facilmente al rischio di arrossarsi e di irritarsi. Essendo molto permeabile, risulta maggiormente esposta alle sostanze dannose, sia quelle che si trovano nell’aria inquinata, sia quelle eventualmente presenti in prodotti cosmetici non adatti, e questo può aumentare le possibilità che compaiano irritazioni.

Contro i disturbi della pelle dei bambini sì all’igiene, ma non troppa

La prima buona regola contro i disturbi della pelle nei bambini è prestare particolare attenzione a tutti i gesti di pulizia, sia nel modo con cui si eseguono, sia nella scelta dei prodotti che si utilizzano. Mai esagerare innanzitutto: due o tre bagnetti alla settimana garantiscono la giusta igiene nel pieno rispetto della delicatezza della pelle, mentre si possono lavare anche più volte al giorno parti come il sederino purché si usi solo acqua. Dieci minuti di immersione sono sufficienti: una sosta più lunga in acqua finisce infatti per impoverire eccessivamente la cute.

L’umidità favorisce i disturbi della pelle nei bambini

Meglio poi non eccedere con il detergente, anche se delicato: le indicazioni in etichetta sono preziose e andrebbero sempre consultate e rispettate. È molto importante procedere sempre a un risciacquo prolungato e molto accurato. Fondamentale, infine, dedicare attenzione all’asciugatura, soprattutto alle pieghe cutanee, perché la pelle che resta umida diventa ancora più fragile e soggetta a macerarsi e a irritarsi.

Se compare la crosta lattea

Avete notato piccole crosticine biancastre su cuoio capelluto del bebè? Con ogni probabilità si tratta di crosta lattea, una manifestazione cutanea non preoccupante, che ha per lo più un interesse di natura estetica e che in genere passa naturalmente senza lasciare conseguenze. Circa il 50% dei neonati soffre di questo disturbo, che compare in genere attorno alle quattro settimane di vita e dura fino ai 2-3 mesi, l’intervallo di tempo necessario perché il bebè riesca a smaltire gli ormoni materni che stimolano l’attività delle ghiandole sebacee della sua pelle e che, dopo un primo periodo di iperattività, tornano silenti fino alla pubertà.
Serve tanta dolcezza 
In presenza della crosta lattea è importante lavare la testa del piccolo solo con shampoo delicatissimi a base di sostanze lavanti di origine vegetale, arricchiti con principi attivi naturali, come la calendula, la camomilla e l’hamamelis che calmano l’irritazione e il prurito. Per ammorbidire le crosticine si può usare un batuffolo di cotone imbevuto di un olio vegetale (mandorle, cocco, jojoba, riso, borragine) oppure – se sono molto spesse – applicare del burro di karité o della vaselina. In alternativa, si possono fare impacchi di acqua e bicarbonato prima dello shampoo.
Un consiglio: tagliare di frequente le unghie del bebè perché in alcuni casi la crosta lattea può provocare un lieve fastidio che lo spinge a grattarsi e a procurarsi piccole lesioni in cui si insinuano batteri responsabili di infezioni.

Quando il sederino si arrossa

Succede spesso nell’area del pannolino, dove la delicata pelle del neonato si trova a contatto con agenti molto irritanti come l’urina e le feci. Non a caso si parla di “dermatite da pannolino”  un problema di per sé non grave, ma da trattare subito perché, se trascurato, può dar luogo alla comparsa di dolorose vesciche e ulcere. Quello che si può fare innanzitutto è prevenire la dermatite da pannolino tenendo il sederino pulito e asciutto, cambiando spesso il pannolino, sia quando il piccolo fa pipì sia quando defeca, e pulendolo sempre bene a ogni cambio.
Per alleviare il fastidio
Quando è presente un rossore, per il lavaggio della zona è meglio usare amido di riso, avena colloidale oppure un detergente con una formula oleosa, tutti prodotti che aiutano a lenire l’irritazione e attenuare il prurito senza aggredire la pelle. A ogni cambio è bene, poi, applicare una crema anti-arrossamento a base di ossido di zinco che ha un effetto di “crema-barriera” e riesce a isolare la pelle dall’ambiente esterno. In alternativa alla pasta all’ossido di zinco, che ha anche un’azione cicatrizzante e leggermente purificante, si possono usare pomate alla calendula oppure del burro di karité puro, tenendo presente che è solido e quindi va ammorbidito tra le dita prima di applicarlo. Attenzione in ogni caso a non esagerare con la quantità per evitare che all’azione occlusiva del pannolino si sommi quella della crema.
Un consiglio: appena possibile il bambino va lasciato con il sederino scoperto perché la traspirazione è fondamentale per prevenire i rossori.

Come curare la pelle secca del bambino

La pelle del neonato è tendenzialmente secca, in quanto la produzione di sebo è mantenuta solo fino al terzo mese dagli ormoni materni residui; da quel momento in avanti la barriera protettiva cutanea si riduce per il modificarsi della concentrazione di acqua e di sebo: è facile, quindi, che la cute del bebè presenti desquamazioni, più o meno significative, a livello soprattutto dei piedini, delle manine e delle caviglie. In inverno la situazione peggiora: il freddo, l’aria secca dei locali riscaldati e i bruschi cambi di temperatura tra dentro e fuori inaridiscono ancora di più l’epidermide e la espongono a un alto rischio di irritarsi e arrossarsi, soprattutto sul viso.
Sì alle creme protettive 
L’idratazione è il gesto chiave perché la delicata cute del piccolo si mantenga compatta e senza squame. È buona regola, quindi, applicare al bebè un’emulsione idratante e nutriente che aiuta a proteggere la pelle dagli arrossamenti: si può mettere su tutto il corpo dopo il bagnetto, sul viso e sulle mani in inverno prima di uscire di casa. La formulazione di questi prodotti include cera di api, burro di karité e oli vegetali altamente emollienti per compensare la mancanza di lipidi della cute, con l’aggiunta spesso di agenti lenitivi come l’allantoina e gli estratti di calendula, malva, altea, amamelide, camomilla, agrimonia e liquirizia, che aiutano a fortificare la cute, riparando i danni e alleviando gli arrossamenti.

Il sudore peggiora i disturbi della pelle dei bambini

È un problema che può verificarsi a livello dell’area del pannolino e delle pieghe cutanee in genere, soprattutto per via del sudore, ma anche alle commessure ai lati della bocca, se il bebè tiene a lungo il ciuccio o si lecca molto le labbra. Piccoli accorgimenti bastano per prevenire le macerazioni. È importante, per esempio, scegliere con cura gli indumenti del piccolo, che devono essere in fibre naturali per favorire la traspirazione senza trattenere il sudore e l’umidità. Attenzione poi a mantenere fresco il neonato in estate e a non coprirlo troppo in inverno, due precauzioni utili per evitare che il sudore maceri la pelle.

 

 
 
 

In sintesi

Quando chiamare il pediatra per i disturbi della pelle dei bambini

Irritazioni, rossori e desquamazioni possono essere situazioni temporanee e facilmente risolvibili. Non si può escludere, però, che peggiorino: la zona può infettarsi con la Candida albicans (un fungo) o altri germi nocivi, aggravando il quadro fino a una dermatite più grave. Ecco perché, quando il problema non trova soluzione nell’arco di poco tempo, in presenza di lesioni estese, crostose o ulcerate, ma anche se il piccolo è molto infastidito, è fondamentale rivolgersi al pediatra che può indicare la strategia corretta e la terapia adatta a contenere il fastidio ed evitare che il problema peggiori.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Fratello e sorella (solo da parte di madre) possono avere figli sani?

22/07/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

I figli di consanguinei hanno un alto rischio di nascere con anomalie genetiche e disturbi del neurosviluppo. Questa è la principale ragione per la quale nelle società organizzate sono vietate le unioni tra parenti stretti.   »

Dopo un aborto spontaneo quanto tempo ci vuole per cominciare un’altra gravidanza?

15/07/2024 Gli Specialisti Rispondono di Augusto Enrico Semprini

Se un primo concepimento è avvenuto in pochi mesi, ci sono altissime probabilità (addirittura il 100%!) di avviare una nuova gravidanza entro sei mesi dall'aborto spontaneo.   »

Si può ridatare la gravidanza una seconda volta?

14/06/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

La ridatazione ecografica può essere eseguita una volta sola nel primo trimestre (quando c'è più di una settimana di differenza tra il calendario ostetrico e le dimensioni effettive del feto), dopodiché se il bambino risulta più piccolo dell'atteso non si può più attribuire il dato a un concepimento...  »

Fai la tua domanda agli specialisti