Puntini rossi: che cosa può essere

Laura de Laurentiis A cura di Laura de Laurentiis Pubblicato il 13/01/2015 Aggiornato il 25/11/2019

Oltre alle malattie esantematiche, per fortuna sempre più rare grazie alle vaccinazioni, ci sono altri disturbi che si manifestano con la comparsa di eruzioni, perlopiù costituite da puntini rossi o brufoletti. Si tratta sempre di piccoli problemi che però possono preoccupare almeno fino a quando non si comprende a che cosa sono dovuti e come è opportuno affrontarli per ridurre il più possibile il fastidio per il bambino e, allo stesso tempo, favorirne la scomparsa rapida.

Puntini rossi: che cosa può essere

Puntini rossi vicinissimi che formano una chiazza

  • Dove: sederino, genitali e guance.
  • Di cosa si tratta: dermatite dei primi mesi.
  • Cause: è dovuta a un’ancora imperfetta capacità della pelle di difendersi dal contatto con gli agenti esterni. Non è dovuta né al tipo di latte né, durante lo svezzamento, all’introduzione di particolari alimenti.
  • Cosa fare: in prima battuta, se la manifestazione è modesta, basta usare una crema all’ossido di zinco. La zona va lavata con cura e asciugata senza sfregare, tamponando. Se l’arrossamento persiste e tende a peggiorare, su indicazione del pediatra, che deve sempre avere l’ultima parola per la diagnosi e le successive cure, è opportuno applicare una crema al cortisone fino a quando la pelle ritorna alla normalità. La crema va applicata due volte al giorno. A volte la situazione si complica a causa dello sviluppo di una candidosi, cioè la pelle viene aggredita dal fungo Candida albicans che trova il suo habitat ideale nella pelle alterata. In questo caso bisogna utilizzare una crema fungicida, ovviamente sempre sotto la consulenza del pediatra.

Tanti puntini sul collo e sul torace

  • Dove: collo, sottomento, nuca e torace.
  • Di cosa si tratta: sudamina (miliaria)
  • Cause: se non si associano sintomi particolari, come febbre e poco appetito, e il bambino non è abbattuto la manifestazione è dovuta quasi di sicuro al caldo, che altera il funzionamento delle ghiandole sudoripare (produttrici di sudore) costringendole a un superlavoro. Da qui può conseguire un’ostruzione dei minuscoli canalini da cui esce il sudore che si esprime appunto con la comparsa dei puntini rossi. La sudamina è frequente d’estate ma può comparire anche d’inverno quando il bambino viene coperto troppo e viene tenuto in un ambiente esageratamente riscaldato.
  • Cosa fare: bagnetti con acqua e bicarbonato danno sollievo e attenuano la manifestazione. Dopo il bagno il bambino va asciugato delicatamente. Sulla pelle va applicato un velo leggero di crema emolliente non unta.

Brufoletti in rilievo, biancastri all’apice

  • Dove: viso e, a volte, torace.
  • Di cosa si tratta: acne del neonato.
  • Cause: è una forma di acne simile a quella che interessa gli adolescenti. Può comparire nel primo mese di vita ed è dovuta all’azione degli ormoni materni, che ancora circolano nel sangue del bambino. Durante la vita intrauterina, infatti, il feto, attraverso il cordone ombelicale che lo collega all’organismo della mamma riceve oltre all’ossigeno e al nutrimento anche ormoni: a termine di gravidanza gli ormoni che arrivano al feto sono estrogeni che l’organismo del neonato impiega alcune settimane a smaltire. Gli estrogeni stimolano le ghiandole sebacee a produrre quantità anomale di grasso: da cui la comparsa dei foruncoletti.
  • Cosa fare: non è opportuno fare nulla ed è sconsigliabile schiacciare i foruncoletti. La pelle va detersa con cura e asciugata tamponando. E’ meglio non applicare creme, salvo il caso in cui la cute appaia secca e disidratata. In questa eventualità va bene una crema emolliente, non unta e non grassa.

Le infezioni morbilliformi

Esiste un gruppo di malattie, dette “morbilliformi” in quanto danno luogo alla comparsa di un esantema (manifestazione caratterizzata dalla comparsa sulla pelle di macule o papule) simile a quello del morbillo. Sono frequenti tra i due e i tre anni di età, prima e dopo sono molto più rare.

  • I sintomi: comparsa di puntini rossi sul viso e sul corpo, accompagnata da forte prurito e da febbre anche superiore ai 38,5° C. Il bambino appare mogio e non ha appetito.
  • Le cause: possono esserne responsabili numerosi virus, tra cui l’herpes tipo 6 o tipo 7; il parvovirus, l’adenovirus.

Le cure

Sia per le forme di pseudo-morbillo sia per il morbillo non esistono cure specifiche. Le medicine che si possono somministrare servono cioè solo a controllare i sintomi, ma non a debellare la malattia il cui destino è di guarire spontaneamente dopo aver fatto il suo corso. Di norma le infezioni morbilli-formi si attenuano fino a scomparire nell’arco di massimo una settimana. Il morbillo può prolungarsi invece anche per una decina di giorni.

Per controllare la febbre si deve somministrare il paracetamolo, nella dose indicata dal pediatra. E’ meglio tenere il bambino in casa, o se lo si porta all’aperto è bene non esporlo al sole, la cui azione può essere nociva per la pelle già provata dall’esantema. Il bambino non deve essere forzato a mangiare, mentre è importante che beva. Può fare brevi docce, ma la permanenza in acqua deve essere molto breve. Il pediatra va contattato fin dalla prima comparsa dei sintomi.

Da sapere

Il 5% della popolazione infantile vaccinata contro il morbillo lo sviluppa comunque per un fenomeno di “resistenza individuale al vaccino” ben conosciuto dagli infettivologhi. L’eventualità si verifica dopo una sola dose di vaccino: questo spiega perché gli esperti suggeriscono di ripetere la vaccinazione anti-morbillo una seconda volta, a 5 anni di età.

Dopo la seconda dose anche quel 5% di bambini che non risponde alla prima vaccinazione di solito risulta immune. Il morbillo si manifesta con macchioline rosate, dal contorno poco definito accompagnate da prurito, febbre elevata, lacrimazione degli occhi, tosse stizzosa, fuoriuscita di abbondante muco dal naso.

Il sintomo più precoce, assente nelle infezioni morbilliformi, sono le cosiddette “macchie di Koplik”, caratterizzato da piccole macchie biancastre circondante da un alone rosso che si sviluppano sulla mucosa interna delle guance.

Consulenza del dottor Leo Venturelli, pediatra, responsabile della educazione alla salute della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Social.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Dopo 4 maschietti arriverà la bambina?

16/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Non è assolutamente detto che dopo quattro figli maschi il quinto sarà una femminuccia perchè a ogni gravidanza si ripresentano le stesse probabilità di aver concepito un maschio o una bambina.   »

Placenta bassa in 16^ settimana: si può prendere l’aereo?

08/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Una sospetta inserzione bassa della placenta va confermata con l’ecografia transvaginale a partire dalla 20^ settimana, quindi circa un mese prima di questa data è prematuro diagnosticarla: proprio per questo un viaggio in aereo si può affrontare senza rischi.   »

Dopo tre cesarei si può partorire naturalmente?

08/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Al travaglio di prova dopo un parto cesareo, noto con l'acronimo TOLAC dall'inglese trial of labour after cesarean, possono essere ammesse solo le mamme che abbiano già affrontato l'intervento solo una, massimo due volte.   »

Manovre effettuate durante l’ecografia: possono causare danno al feto?

04/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giovanni Battista Nardelli

Nessuna delle manovre manuali esterne effettuate dal medico per poter svolgere l'ecografia nel migliore dei modi può esporre il feto a rischi.   »

Bimbo di 4 anni con una tosse che non passa nonostante l’antibiotico

02/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

È un'eventualità frequente che i bambini della scuola materna passino più tempo a tossire che il contrario. Posto questo, l’antibiotico andrebbe usato quanto la tosse con catarro persiste per più di un mese senza tendenza alla remissione.  »

Fai la tua domanda agli specialisti