Punture d’insetto e il bambino

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 20/08/2019 Aggiornato il 27/11/2019

Oggi è il World Mosquito Day, la giornata mondiale della zanzara, un'occasione per ricordare che questo insetto fa 700.000 morti all'anno a causa delle malattie che può trasmettere. Ecco le precauzioni per non far pungere i bambini dalle zanzare e non solo

Punture d’insetto e il bambino

Attaccano quando si sentono minacciati e in pericolo (api, calabroni, vespe), oppure per sopravvivere (zanzare e tafani), succhiando il sangue delle persone. In genere, colpiscono maggiormente le zone del corpo più esposte e scoperte, come braccia, gambe e mani.

Le regole valide sempre

  • Far indossare al bambino abiti con le maniche lunghe e pantaloni lunghi, meglio ancora se di colori chiari (attirano meglio gli insetti), quando lo si porta all’aperto;
  • applicare sul corpo e sui vestiti del piccolo repellenti specifici per l’infanzia. Occorre tenere presente, però, che queste sostanza risultano abbastanza efficaci contro tafani e zanzare, ma non sembrano funzionare verso gli imenotteri (calabroni, api e vespe);
  • non lasciare i sottovasi dei fiori pieni d’acqua dopo aver innaffiato, perché è proprio nell’acqua che vengono depositate le uova della zanzara;
  • installare le zanzariere alla finestra della camera del piccolo o alla culla;
  • individuare l’eventuale presenza di nidi di insetti in casa o in giardino e farli rimuovere al più presto;
  • spiegare al bambino, se grandicello, che non deve mai lanciare oggetti contro un alveare o tentare di farlo cadere (molti insetti pungono se attaccati);
  • fare in modo che il bambino non gratti, se punto, né sprema o incida la sede della puntura.
  • non dare farmaci al bimbo se non espressamente indicati dal pediatra.

La zanzara

La zanzara comune è un piccolo insetto munito di apparato boccale succhiatore e pungente. I maschi si nutrono di succhi vegetali e non hanno istinti da sanguisuga. Le femmine, invece, pungono l’uomo per nutrirsi del suo sangue, necessario per la maturazione delle larve. Colpiscono prevalentemente all’imbrunire. La zanzara più fastidiosa è quella tigre (chiamata così non perché sia più aggressiva, ma perché striata): più piccola delle altre, è di colore scuro, con fasce bianche sulle zampe e una linea bianca sul dorso. Vola a pochi centimetri dal suolo e punge soprattutto alle gambe e alle caviglie, prevalentemente di giorno. È difficile sterminarla con i comuni insetticidi.

Gli effetti della puntura

In corrispondenza della puntura, la pelle presenta un pomfo (chiazza sollevata) rosso e pruriginoso, più o meno grande, a seconda della reattività del bambino. Al centro del pomfo è presente un punto sporgente, che causa un forte prurito. Se la puntura è vicina all’occhio, la palpebra può gonfiarsi notevolmente e il gonfiore può durare anche per 2 giorni.

Che cosa fare

Per alleviare il prurito, è utile premere la sede della puntura con qualcosa di piccolo (per esempio un’unghia o una moneta) per una decina di secondi. Occorre anche evitare che il piccolo si gratti per non correre il rischio di infezioni. Se esce sangue, bisogna lavare e disinfettare la lesione. Se il prurito è intenso e il pomfo è esteso si può applicare una crema antistaminica o cortisonica prescritta dal pediatra.

Il tafano

Si tratta di un insetto simile a una grossa mosca generalmente di colore grigio o bruno. Può presentare macchie grigie o scure anche sulle ali. Solo la femmina, che raggiunge i due centimetri di lunghezza, può pungere: è dotata, infatti, di un apparato boccale pungente, con il quale buca la pelle. Il suo scopo è succhiare il sangue, indispensabile alla sua sopravvivenza.

Gli effetti della puntura

La puntura di tafano provoca, nella zona interessata, bruciore, prurito, arrossamento e gonfiore. È possibile che la puntura si infetti, dando luogo alla formazione di pus.

Che cosa fare

Per prima cosa è bene lavare accuratamente con acqua e sapone il punto della puntura. È importante poi disinfettare la parte interessata, passando un batuffolo di cotone imbevuto di disinfettanti specifici per l’infanzia (che non bruciano). Per contrastare il dolore e il gonfiore è sufficiente premere con delicatezza un cubetto di ghiaccio sulla zona. Se necessario, si può applicare sulla parte interessata una pomata antistaminica indicata dal pediatra. Se, a distanza di qualche giorno, la bolla si è ingrandita e trasformata in pustoletta, occorre rivolgersi al medico: la lesione potrebbe essersi infettata e richiedere una pomata antibiotica.

L’ape

Questo insetto appartiene alla famiglia degli imenotteri. Ha un corpo tozzo lungo circa 20 millimetri, di colore bruno rossastro, con striature nere e giallognole e zampe ricoperte da ciuffi di peli, che servono all’ape per raccogliere dai fiori il polline di cui si nutre. Le api sono dotate di un pungiglione seghettato, collegato a una ghiandola che contiene veleno: quando pungono, lasciano il pungiglione all’interno della vittima e con esso anche il veleno, gli ultimi segmenti dell’addome e parte dei visceri. Dopo avere punto, le api muoiono.

Gli effetti della puntura

La puntura dell’ape provoca bruciore, prurito, rossore e gonfiore della zona colpita. Inoltre, il pungiglione rimane conficcato nella pelle e attorno a esso si produce una vescichetta contenente il veleno.

Che cosa fare

Innanzitutto occorre estrarre il pungiglione, facendo attenzione a non rompere la vescichetta per non far fuoriuscire il veleno. Per questo motivo è meglio non utilizzare una pinzetta, perché può provocare la rottura della vescica contenente il veleno. L’ideale è servirsi di una lama smussata che lo faccia saltare. Se non è possibile recuperare questo oggetto, si possono usare le mani, rigorosamente lavate, procedendo con due dita premendo leggermente intorno alla vescichetta, come quando si schiaccia un foruncolo, e non al pungiglione. Una volta tolto il pungiglione, è bene tamponare la parte con acqua fredda e applicare una crema a base di cortisone, indicata dal pediatra.

La vespa

A differenza delle api, le vespe non hanno il corpo ricoperto di peli, ma sono piuttosto snelle, agili, dalla livrea a fasce gialle e nere. Hanno un addome ben distinto dal torace grazie a un “peduncolo” sottile. Le femmine sono provviste anche di un aculeo che comunica con una ghiandola che produce veleno. Attaccano solo quando si sentono in pericolo, iniettando il veleno. Il pungiglione delle vespe è lungo, liscio e dritto, in grado di colpire più volte di seguito senza rimanere incastrato nella vittima. Può anche succedere che questi insetti attacchino in sciame. gli effetti della puntura In genere compaiono rossore, prurito ed edema (gonfiore) nella zona colpita. Tuttavia la reazione alle punture varia a seconda della quantità di veleno iniettata e dalla sensibilità del bambino colpito.

Che cosa fare

È sufficiente pulire bene la zona con acqua e sapone e disinfettare. Per lenire il dolore si possono effettuare impacchi di acqua fredda oppure si può procedere con l’applicazione di una crema antistaminica o cortisonica, se indicata dal pediatra. Se il gonfiore tende a estendersi ad altre zone, è necessario rivolgersi al pronto soccorso.

Il calabrone

Si tratta di un insetto di grosse dimensioni: è lungo tra 18 e 35 mm ed è la specie più grande delle vespe aculeate. Simile alla vespa, ha disegni nero-giallo- rossi sul corpo. Forma nidi in tronchi cavi d’alberi o in nidi di uccelli. Anche il calabrone è dotato di un pungiglione, attraverso cui perfora le vittime (può farlo più volte perché non perde il pungiglione come l’ape), e produce veleno.

Gli effetti della puntura

Le punture del calabrone non sono più velenose di quelle delle api o delle vespe, ma sono ancora più dolorose. Nella sede della puntura si forma immediatamente una chiazza gonfia, rossa e dolente. Il dolore in genere scompare entro due ore, mentre il gonfiore può aumentare ancora per 24 ore. Se le punture sono numerose, si possono avere anche vomito, diarrea, mal di testa e febbre: si tratta di sintomi dovuti all’elevata quantità di veleno iniettato, non a una reazione allergica. Punture localizzate alla lingua e alla bocca possono provocare problemi di respirazione. In generale, sono più pericolose se il bambino sono presenta una forma di allergia.

Che cosa fare

È necessario disinfettare la cute ed estrarre il pungiglione con un ago sterile. In alternativa si possono utilizzare le mani, come nel caso delle api. È bene poi fare scorrere acqua fredda sopra e attorno alla puntura per alleviare il dolore e bloccare l’infiammazione, oppure applicare del ghiaccio. Per calmare il prurito è utile ricorrere a una pomata antistaminica o cortisonica, su indicazione del pediatra.

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