Punture di insetti, come proteggere i bambini

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 17/07/2024 Aggiornato il 22/07/2024

A volte provocano solo un po’ di prurito e di rossore, ma in alcuni casi possono essere molto pericolose. I segnali da monitorare e quando preoccuparsi.

bambino attaccato dagli insetti

Le punture di insetti sono uno dei fastidi più insidiosi del periodo estivo. Si possono riconoscere perché nella maggior parte dei casi si nota nella parte punta un rossore e un rigonfiamento, più o meno accentuato. Le reazioni possono essere comunque molto diverse da bambino a bambino: si va dal semplice prurito al rossore momentaneo fino alla comparsa di un gonfiore duro e persistente. E’ importante quindi sapere quali sono le specie più pericolose, soprattutto quelle che possono essere responsabili di reazioni allergiche fino allo shock anafilattico. Ci sono situazioni, infatti, in cui è bene preoccuparsi: quando la parte punta presenta un forte gonfiore o in presenza di problemi respiratori, indice di anafilassi, cioè di una seria reazione allergica, è necessario recarsi immediatamente al Pronto Soccorso. 
 

Come riconoscere le punture d’insetti 

Essere punti da un insetto è quanto di più comune possa succedere in estate. Capita soprattutto ai bambini che giocano per lunghe ore all’aperto, con molta parte del corpo scoperta per via de caldo e del sole. Gli insetti per altro sono più del 60% di tutte le forme viventi del regno animale e che il fatto che pungano quindi risulta molto frequente. Le punture di insetti determinano in genere manifestazioni simili come un arrossamento più o meno intenso e un gonfiore più o meno localizzato. Ogni specie ha però manifestazione caratteristiche che rendono più facile identificare se un bambino è stato punto o meno.
 

Zanzare

Provocano i caratteristici ponfi rivelati e particolarmente pruriginosi nelle aree scoperte. Se la zona interessata è molto fragile come le palpebre o le labbra, il gonfiore diventa molto evidente.

Pappataci

Simili alle zanzare ma più pelosi e più silenziosi (da qui il nome) sono caratteristici delle zone umide e fanno la loro comparsa soprattutto nelle ore serali. Pungono generalmente le caviglie e i piedi vista la scarsa propensione di questi insetti al volo provocando un’eruzione cutanea rossa, in genere piuttosto estesa, più o meno gonfia e pruriginosa. 

Tafani

Chiamati anche mosche cavalline perché ronzano attorno alle mucche e ad altri animali come i cavalli e gli asini, hanno l’aspetto di grasse mosche. Ma a differenza delle mosche pungono provocando ponfi rossi che spesso portano a un gonfiore molto esteso e un dolore piuttosto intenso. 

Api

Pungono una sola volta rilasciando il pungiglione che rimane generalmente attaccato alla pelle;  va quindi tolto quando lo si vede, non con una pinzetta che potrebbe spezzarlo ma con un ago, una lama smussata o della carta plastificata (una carta di credito ad esempio). La puntura provoca un gonfiore molto ampio, fino a cinque centimetri, rosso e dolente che permane per parecchi giorni. 

Vespe

Le loro punture provocano sintomi uguali a quelli delle api; le vespe però, non rilasciando il pungiglione, possono pungere anche più volte lo stesso soggetto. 

Calabrone

La zona che è stata punta diventa immediatamente rossa e molto gonfia con una sensazione di dolore molto intenso che si accompagna spesso alla comparsa di vescicole pruriginose. 

Processionaria

Si tratta di un bruco peloso che abita gli spazi verdi come i giardini e i prati, in particolare in prossimità di pini e quercie. Le processionarie si muovono in gruppo, in fila indiana come in processione, da cui il nome: le larve sono dotate di peli uncinati dove è presente la thaumetopeina, una sostanza urticante. Anche con un semplice sfioramento, questa sostanza viene rilasciata provocando in genere un forte prurito ma anche arrossamento e gonfiore. 

Le specie più pericolose

Occorre sempre tenere conto che la puntura di uno stesso insetto può provocare gradi di reazioni molto diverse, da soggetto a soggetto. Una specie considerata poco pericolosa può quindi esserlo per alcuni bambini. Esistono comunque alcune specie più pericolose di altre: in caso di punture le attenzioni devono essere immediate e scrupolose.

Zanzara Culex

È tra le maggiori responsabili della trasmissione mediante puntura del West Nile, un’infezione che si manifesta con febbre, nausea, vomito, mal di testa e a volte con serie eruzioni cutanee. L’infezione sull’uomo è nell’80% dei casi asintomatica; nel 20% dei casi provoca sintomi simili a un’influenza che rientrano da soli, senza necessità di terapia, ma nello 0,1% può provocare sintomatologia neurologica del tipo meningite, meningo-encefalite. La zanzara Culex è presente in alcune zone dell’Italia (Chieti, Cosenza, Modena, Parma, Bologna, Mantova, Reggio Emilia, Rovigo nonché in alcune aree della Spagna (Siviglia) e della Grecia (Larissa) oltre che in quasi tutta l’Africa. 

Zanzara tigre

Ormai endemica in Italia può trasmettere l’infezione da Dengue e Chikungunya, entrambe caratterizzate da febbre alta e forti dolori muscolari. Attenzione che le zanzare tigre amano il caldo e l’umidità e prediligono le zone stagnanti (nonché i sottovasi di casa) dalle quali è bene tenere sempre lontani i bambini. 

Api, vespe e calabroni

Sono tutte specie molto pericolose perché la loro puntura, oltre ad essere molto dolorosa, può essere responsabile di reazioni gravi fino allo shock anafilattico. Il calabrone europeo è considerato l’insetto più velenoso in Italia per la potenza del veleno che contiene una miscela di tossine in grado di causare reazioni dolorose e, in casi estremi, reazioni allergiche gravi come lo shock anafilattico. Attenzione poi nel caso di viaggi in Cina, Giappone, Taiwan, Nepal, India e Sri Lanka dove è presente una particolare specie di calabrone gigante asiatico, la cosiddetta vespa mandarina, dal veleno potenzialmente letale. Anche alcune specie di api presenti in aree tropicali, come l’apis mellifera scutellata, rilasciano un veleno potentissimo responsabile di reazioni molto dolorose. 

Processionaria

Questo insetto apparentemente innocuo non va sottovalutato dal momento che può rilasciare la sostanza urticante contenuta nei peli con un semplice sfioramento provocando così reazioni anche piuttosto intense. Oltre alle reazioni cutanee, se i peli vengono a contatto con gli occhi, cosa per altro facile se i bambini si sdraiano in un prato, possono provocare una congiuntivite con rossore, prurito, abbondante lacrimazione. Se ingeriti i peli possono provocare disturbi respiratori come l’asma senza la possibilità di escludere nei soggetti predisposti uno shock anafilattico. 

Pappataci

Il vero rischio della puntura di questi insetti, noti anche con il nome di flebotomi, termine che deriva dal greco e che significa “tagliatori di vene”, non è tanto il rossore quanto il fatto che può essere vettore di malattie infettive come la leishmaniosi, un’infezione che può colpire sia gli animali domestici che l’uomo. Occorre perciò prestare attenzione all’insorgenza di sintomi quali la febbre nelle ore successive alla puntura. 

 

Cosa fare in caso di gonfiore duro e caldo

Insetti diversi possono dare reazioni simili ma va tenuto presente che uno stesso insetto, sia una zanzara o un’ape, può provocare reazioni molto diverse da soggetto a soggetto. Questo succede per conseguenza di alcuni fattori:
  • l’età: nei bambini piccoli le reazioni sono più evidenti rispetto a un adulto
  • l’area della puntura: ci sono zone del viso e del corpo, come le palpebre ad esempio, che sono molto delicate; qui le punture di insetto provocano reazioni più violente 
  • la predisposizione allergica: nei soggetti che soffrono di atopia o sono soggetti a reazioni allergiche, le punture di insetti determinano una reazione più decisa.  
Nel caso di punture di insetti è sempre bene disinfettare la parte con acqua ossigenata e immergerla in acqua molto fredda oppure applicare del ghiaccio così da ridurre dolore e prurito. Quando la reazione è di lieve entità può essere utile applicare uno stick post-puntura tenendo presente che i prodotti a base di ammoniaca si possono usare solo nei bambini sopra i tre anni mentre per i più piccini servono dopopuntura esclusivamente a base di estratti vegetali come aloe, camomilla, malva, iperico. Può andare bene anche una crema antiinfiammatoria non steroidea  che deve essere consigliata dal farmacista. Meglio evitare i cosiddetti rimedi della nonna, dall’incidere una X sul ponfo agli impacchi di aceto o limone che possono peggiorare la situazione anziché dare beneficio. 
Nel caso di un gonfiore esteso, duro e caldo, diventa necessario ricorrere a una crema cortisonica accompagnata da impacchi di ghiaccio. Se poi il gonfiore supera i dieci centimetri e persiste per più di 24 ore occorre intervenire con un antistaminico o un cortisonico per bocca: in tutti questi casi comunque è il medico che deve decidere quale sia il modo corretto di procedere. 
 

Quando preoccuparsi

Proprio perché le reazioni alle punture di insetti possono essere del tutto soggettive è bene che i genitori monitorino con attenzione la situazione per tenerla sotto controllo e intervenire al bisogno. E’ opportuno infatti contattare il medico o il pediatra:

  • se arrossamento e gonfiore peggiorano dopo due, tre giorni anziché mostrare segni di remissione 
  • la puntura interessa zone molto delicate come la bocca, la gola, l’area degli occhi, le mucose genitali
  • l’arrossamento intorno all’area della puntura si espande superando i dieci centimetri di diametro
  • l’area della puntura si infetta presentando pus e un dolore sempre più intenso. Questo succede spesso con i bambini che, sia pur inavvertitamente, tendono a grattare le punture di insetti. Si viene a provocare così un trauma dove è possibile una sovrainfezione con altri microrganismi, in particolare batteri, con aumento del dolore, secrezione purulenta e formazione di croste. Tra le complicazioni delle punture di insetti che più frequentemente si presentano in infanzia c’è l’impetigine, tipica soprattutto della stagione estiva. 
  • compaiono sintomi sistemici come febbre, spossatezza, rigonfiamento dei linfonodi, dolori muscolari e articolari, mal di testa. 
Occorre recarsi immediatamente al Pronto Soccorso in casi si presentino sintomi che indicano una reazione grave come: 
  • difficoltà respiratorie 
  • gonfiore alla faccia, alla bocca e alla gola
  • nausea e vomito 
  • aumento della frequenza cardiaca
  • capogiri con eventuale svenimento 
  • perdita di coscienza 
In questi casi, l’intervento deve essere molto tempestivo perché la reazione anafilattica può avere conseguenze molto serie. Occorre infatti intervenire con adrenalina, ossigeno e fluidi e procedere con gli esami del caso per confermare la sensibilizzazione a un determinato veleno d’insetto così da potere impostare in tempi successivi una procedura di prevenzione. 
 

Cosa fare per evitare le punture di insetto

 
Per ridurre al minimo il rischio che i piccoli vengono punti dagli insetti è bene adottare qualche precauzione quando si sta all’aperto.
  • Se ci sono api, vespe, calabroni meglio non tentare di colpirli perché così diventano più aggressivi ma allontanarsi con calma.
  • In presenza di insetti che volano è bene insegnare ai piccoli a non agitarsi muovendo le braccia ma ad allontanarsi molto lentamente. 
  • In presenza di alveari, cercare di non disturbare gli insetti: se sono presenti in giardino o in casa, evitare di avvicinarsi e rivolgersi a professionisti e personale specializzato per farli rimuovere al più presto
  • Meglio evitare di far indossare ai bambini abiti dai colori sgargianti che possono attrarli: meglio optare per colori neutri come il bianco o il beige
  • Se si prevede una passeggiata nei boschi o un pic nic sul prato meglio vestire i piccoli con pantaloni o magliette a maniche lunghe, scarpe e cappelli per limitare al minimo l’esposizione della pelle.
  • Durante i pranzi o le merende all’aperto all’aperto, attenzione a tenere alimenti e bibite coperte, soprattutto quelli zuccherini o dolci, che attraggono maggiormente gli insetti.

 

Prodotti pre e post puntura di insetti

Esistono in commercio tanti prodotti che aiutano a prevenire le punture di insetto o che hanno azione lenitiva e rinfrescante per attenuare il prurito, da mettere post puntura. Di seguito vi proponiamo due prodotti dell’azienda Olcelli specifici per le pelle sensibili dei bambini. 

Il primo è Zeta Baby, una lozione protettiva ed emolliente realizzata con oli essenziali, famosi per essere sgraditi agli insetti, come geranio, lavanda e molti altri.

Lozione Zeta Baby, Olcelli. Prezzo: 11,00€

Lozione Zeta Baby, Olcelli. Prezzo: 11,00€

Il secondo è Post Zeta Baby, un gel lenitivo post puntura realizzato con aloe vera, e altri estratti naturali di piante, in grado di lenire il prurito e il bruciore.

Gel lenitivo Post Zeta Olcelli. Prezzo: 8,50€

Gel lenitivo Post Zeta Olcelli. Prezzo: 8,50€

 

In breve

Le punture di insetti possono provocare reazioni diverse, dal semplice ponfo arrossato allo shock anafilattico. Ecco perché è bene fare attenzione per riconoscere quando un bimbo è stato punto così da poter mettere in atto le misure necessarie a tenere sotto controllo gonfiore e prurito.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Quinta settimana di gravidanza: non si vede l’embrione e si evidenzia un distacco

21/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Anna Maria Marconi

Non è mai opportuno voler fare la prima ecografia troppo precocemente perché anziché esserne tranquillizzate si rischia di peggiorare la propria ansia. In quinta settimana difficilmente si vedono l'embrione e il battito del cuoricino, in più non si può capire bene se davvero si è in presenza di un distacco...  »

Pillola del giorno dopo a un mese e mezzo dal parto: si può assumere se si sta allattando?

21/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Di fatto, se si sta allattando esclusivamente al seno e dal parto è passato poco tempo, non è necessario assumere la contraccezione d'emergenza perché si può contare su una naturale protezione anticoncezionale.   »

Bimbo di 14 mesi che non vuole masticare

13/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Roberta Levi

In genere è intorno ai 12 mesi che i bambini sono abbastanza in grado di masticare, ma è tra i 18 e i 24 mesi che si arriva a masticare bene di tutto. Solo se a due anni il bambino ha ancora gravi difficoltà col cibo a pezzettini è opportuno discuterne con il pediatra.   »

Fai la tua domanda agli specialisti