Tummy Time, cos’è? Esercizi e quando iniziare

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 22/05/2023 Aggiornato il 22/05/2023

Il Tummy Time è un momento importante per la crescita del bebè. Ecco quando praticarlo e i benefici che comporta

Il Tummy time, ossia il tempo del pancino, consiste in una serie di semplici esrcizi che il neonato fa in modo spontaneo sotto la sorveglianza della mamma o del papà utili a rafforzare la muscolatura del collo e della schiena

Il Tummy Time è il “tempo del pancino”: consiste infatti in un momento della giornata dedicato a semplici esercizi che il bambino compie in posizione prona, alla presenza del genitore. Si tratta di movimenti del tutto naturali e spontanei,  che favoriscono lo sviluppo muscolare, motorio e cognitivo del bambino. Ecco in che cosa consiste quindi il Tummy Time e come eseguirlo.

Tummy Time: cos’è e come funziona

Il Tummy Time consiste nel posizionare il bambino, per qualche istante durante la giornata, in posizione prona, ossia a pancia in giù. Questa postura va proposta solo quando il bambino è sveglio e sempre sotto la sorveglianza dell’adulto. Gli esperti suggeriscono il Tummy Time perché nei primi mesi di vita un bimbo trascorre la maggior parte del tempo a pancia in su, nel lettino, sulla sdraietta o nella carrozzina. La posizione supina è, infatti, raccomandata come la più sicura per prevenire il rischio della morte in culla ed è necessario che soprattutto durante il sonno il bambino dorma sulla schiena. Quando però il piccolo è sveglio, è opportuno posizionarlo ogni tanto a pancia in giù, in modo progressivo e senza forzarlo.

Quando si inizia con il Tummy Time?

È possibile iniziare a dedicarsi al Tummy Time già nelle prime settimane di vita del neonato, quando ha circa un mese di vita. Per le prime volte, è sufficiente limitarsi a un minuto o due, aumentando via via con il passare del tempo e in relazione alla crescita del bambino. Verso le 7-8 settimane, si dovrebbero raggiungere i 15 minuti circa per una seduta di Tummy Time. Il piccolo deve essere sveglio, riposato, sufficientemente sazio ma deve essere trascorsa almeno mezz’ora dalla poppata precedente. Questo è importante per evitare rigurgiti che potrebbero infastidirlo e interferire con la corretta digestione. È essenziale non lasciare mai solo il bambino durante questa attività, nemmeno quando è più grandicello e ha acquisito sicurezza.

La posizione corretta per il Tummy Time

Il bambino va sistemato a pancia in giù su una superficie sicura, come il fasciatoio o il tappeto gioco ben pulito. Il lettino o il materasso dei genitori non sono adatti perché sono troppo morbidi e il bimbo potrebbe affondare con il viso.
Se invece la superficie sulla quale si trova il piccolo è comoda, ma resistente, lui sarà stimolato a fare forza sui punti di appoggio di braccia e gambe e a sollevare la testolina. Per le prime volte, il bambino potrebbe percepire questa posizione come un po’ scomoda e innaturale, iniziando a piagnucolare e a lamentarsi. Si può allora appoggiare il bimbo a pancia in giù sull’addome materno, mentre si sta sdraiate sul letto o sul divano. Il contatto con il tepore e l’odore del corpo della mamma rassicurano il bimbo. Sentire la voce materna inoltre lo stimola a sollevare il capo, per fissare l’attenzione sull’origine di quel suono.

Tutti gli esercizi per il neonato e come farli correttamente

Gli esercizi di Tummy Time per il neonato si possono già iniziare mentre il bimbo si trova sull’addome della mamma e, successivamente, del papà.

  • Si può incoraggiare il contatto visivo parlando con il bimbo, sorridendogli, cantando canzoncine. Per aiutarlo, nei primi momenti si può appoggiare una mano sul sederino, in modo che si senta incoraggiato a sollevare la testa.
  • Una volta che il piccolo ha accettato di buon grado questa posizione, si può iniziare a fare Tummy Time sul fasciatoio o sul tappeto gioco, sempre restando accanto al piccolo.
  • In questa fase il bambino inizia a compiere gli esercizi in modo autonomo, imparando a sollevare le braccia e le gambe oltre che il capo. Gli si può tenere davanti al viso uno specchio, in modo che il piccolo possa vedere il proprio viso e le espressioni, risultando incuriosito e stimolato.
  • Dai tre mesi in poi, il bimbo dovrebbe essere in grado di dedicarsi al Tummy Time almeno 45-60 minuti al giorno, anche frazionati in due o tre momenti diversi.
  • A questo punto gli si possono proporre vere e proprie attività che stimolano i muscoli, l’attenzione e la concentrazione. Per esempio, si può spostare un oggetto con la mano a destra e a sinistra, in alto e in basso, in modo che il bambino sia invogliato a seguirlo con lo sguardo e muovendo i muscoli del collo.

Un’attività che stimola lo sviluppo psicofisico

Si può stimolare la curiosità utilizzando oggetti che producano un suono, oppure di colori intensi, provando a nasconderli per poi farli riapparire. In seguito è utile porre alcuni giocattoli oppure oggetti sicuri (cucchiai in legno, coppette infrangibili, scatole di cartone e così via) a una certa distanza dal bambino, sul tappeto gioco. Il piccolo cercherà di raggiungere gli oggetti per afferrarli e portarli più vicino, in modo da poterli osservare. Così facendo, sarà spinto a sollevare e ad allungare le braccia verso un obiettivo, a fare leva sui gomiti, a spostare la sua attenzione da un oggetto all’altro, operando una scelta dettata da volontà e curiosità. Con il tempo, dalla posizione prona il bambino inizierà a spostarsi facendo leva su gomiti, ginocchia e punta dei piedi, scoprendo da solo nuove modalità di gioco e di esercizio.

 

 

 
 
 

In sintesi

Il Tummy Time, ossia “Il tempo del pancino” consiste nel lasciare progressivamente il neonato a pancia in giù, quando è sveglio e tranquillo. È un modo per rafforzare la muscolatura di collo e schiena, oltre che per stimolare lo sviluppo cognitivo. Si deve sempre restare vicini al piccolo, proponendogli nuovi giochi e attività a mano a mano che acquista sicurezza.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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