Screening per vista e udito nei neonati, perché sono importanti

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 16/09/2020 Aggiornato il 16/09/2020

È essenziale che i neonati siano sottoposti nel primo mese di vita agli screening per vista e udito, obbligatori dal 2017 ma ancora non garantiti in tutte le Regioni

Screening per vista e udito nei neonati, perché sono importanti

Lo ha ribadito l’Oms (l’Organizzazione mondiale della sanità): nel primo mese di vita, tutti i neonati andrebbero sottoposti agli screening per vista e udito. Si tratta di controlli, eseguiti a tappeto su tutti i bimbi subito dopo la nascita o nel primo mese di vita, necessari per individuare deficit uditivi oppure visivi. Disturbi più o meno importanti, che se vengono trascurati possono limitare lo sviluppo cognitivo del bambino, limitare le sue capacità di apprendimento e creargli difficoltà nell’interazione sociale. Al contrario, un difetto affrontato subito, con gli strumenti idonei, aiuta il bambino nel corso della vita scolastica, nella socializzazione e nell’attività sportiva.

Un test indolore per l’udito

Lo screening, ossia l’esame universale, per l’udito è chiamato più esattamente screening audiologico. È un controllo del tutto indolore per i neonati e consiste nel porre, all’interno del condotto uditivo del piccolo, una sonda morbida. Quindi, si producono dall’esterno suoni di varia intensità e la sonda invia delle risposte, mimando le capacità uditive della coclea del neonato. Nel nostro Paese, lo screening audiologico è partito nel 2003 e si è man mano diffuso in tutta Italia. Sarebbe obbligatorio a partire dal 2017, ma non tutti i reparti di neonatologia si sono adeguatamente attrezzati. Al momento, su 409 punti nascita italiani, i controlli sull’udito sono presenti in 391 neonatologie. La copertura è pressoché totale al Centro-Nord, mentre resta qualche area scoperta al Sud e nelle Isole. 

Per scoprire i disturbi della vista

Degli screening per vista e udito nei neonati fa parte il cosiddetto “test del riflesso rosso”, necessario per individuare la cataratta congenita. Si tratta di un appannamento del cristallino che provoca la cecità e ha un’incidenza, secondo gli esperti, di 3 neonati su 10.000, riguardando spesso entrambi gli occhi. Il test del riflesso rosso, anche questo semplice e non fastidioso per il bebè, consiste nell’indirizzare un fascio di luce da un oftalmoscopio verso ciascun occhio del bambino. Se gli occhi non hanno problemi, la luce viene riflessa generando un riflesso rosso, mentre se c’è cataratta il riflesso rosso non compare. Questo test è attivo in Italia da circa tre anni e, al momento, viene effettuato a tappeto su tutti i neonati in 305 punti nascita su 409. Gli esperti si augurano, nei prossimi anni, di riuscire a colmare le lacune nelle neonatologie dove ancora non viene effettuato. Se, infatti, la cataratta congenita viene scoperta nei primi mesi di vita, può essere risolta con un intervento chirurgico.

Affrontare presto i problemi

Senza lo screening per vista e udito, succederebbe come un tempo, ossia ci si accorgerebbe tardi dei problemi del bambino, quando la cataratta congenita non è più curabile (come succede se la si scopre dopo il quarto mese) o quando il ritardo dell’apprendimento spinge a indagare sulle capacità uditive del bambino in un’epoca in cui il piccolo è già esposto a ritardo verbale. Una forma di deficit dell’udito può, invece, essere affrontata in diversi modi. È possibile effettuare l’impianto cocleare per l’ipoacusia profonda, ricorrere ad apparecchi acustici specifici per bambini e al tempo stesso ricorrere a lezioni di logopedia per favorire un corretto sviluppo delle capacità linguistiche e verbali.

 

 

 
 
 

Lo sapevi che?

 
Esistono due modi efficaci, per una donna, di proteggere la vista e l’udito del bambino, prima ancora del concepimento. Uno è effettuare i vaccini per le malattie come la rosolia, che può causare deficit sensoriali al feto. L’altro consiste nell’evitare i farmaci non indispensabili (parlandone con il medico) e soprattutto l’alcol, i cui danni sulla salute del feto sono stati ribaditi di recente.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Feto femmina per l’ecografia e maschio secondo il DNA fetale: chi ha ragione?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Sia un'ecografia effettuata troppo presto sia il test che analizza il DNA del feto circolante nel sangue materno possono dare un risultato sbagliato. Ripetere l'ecografia in un'epoca della gravidanza in cui di sicuro diventa possibile visualizzare i genitali del bambino è quanto si può fare per scoprire,...  »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti