Come riconoscere la sindrome del bambino scosso?

Paola Risi A cura di Paola Risi Pubblicato il 10/01/2023 Aggiornato il 10/01/2023

La sindrome del bambino scosso, o Shaken baby syndrome, è una problematica molto grave che può determinare danni gravissimi al neonato. Ecco che cosa non bisogna fare mai al bebè

la sindrome del bambino scosso può rappresentare un pericolo fatale per il bambino

Anche conosciuta come “Trauma cranico abusivo” (Aht Abusive head trauma), la Sindrome del bambino scosso (Shaken baby syndrome) è provocata da una forma di maltrattamento – lo scuotimento – che può determinare effetti gravissimi e non facilmente diagnosticabili.

Perché non bisogna scuotere i bambini?

Quasi sempre si tratta della reazione da parte del genitore, o dell’adulto che si prende cura del bambino, dinnanzi a un pianto “inconsolabile” del piccolo: soprattutto in casi di stanchezza fisica o psicologica, il “grande” di turno può assumere atteggiamenti sbagliati e inconsapevolmente pericolosi, come appunto quello di scuotere violentemente il bebè, nel tentativo di trovare una soluzione e porre fine alla “crisi”.
Questa manovra può provocare danni molto seri a causa delle caratteristiche anatomiche del bambino sotto i 2 anni di età e, in particolare, dell’ancora inadeguato sviluppo del tono muscolare a livello del capo (muscoli cervicali) che non gli consente di sostenerlo: ciò, in presenza di un energico scuotimento, determina l’effetto di far muovere liberamente il cervello all’interno del cranio e aumenta quindi il rischio di traumi e lesioni dagli effetti potenzialmente pericolosissimi.

Sindrome del bambino scosso fino a che età?

Pur in assenza di dati certi relativi al fenomeno, si stima che in Italia l’incidenza della Sbs sia di 3 casi ogni 10.000 bambini sotto l’anno di vita: in realtà potrebbero essere molto di più, tenendo conto anche della difficoltà della diagnosi e del fatto che molte piccole vittime non giungono nemmeno all’attenzione dei medici.
Il picco di incidenza si registrerebbe tra le 2 settimane e i 6 mesi di vita, fase contraddistinta dalla massima intensità del pianto del neonato e da specifiche caratteristiche anatomiche che favoriscono la comparsa della sindrome (assenza del controllo del capo, struttura ossea fragile).
Difficile è stabilire poi quanto intenso e protratto debba essere lo scuotimento per produrre un danno: in base alle dichiarazioni degli adulti responsabili, il bimbo vittima di sindrome del bambino scosso risulta essere stato scosso in modo energico per 3-4 volte al secondo per un intervallo compreso tra i 4 e i 20 secondi. Si stima che solo nel 15 per cento dei casi non vi sia alcuna ripercussione sulla salute del bebè. Giochi abituali come far saltellare il bambino sulle ginocchia (cavalluccio), portarlo con sé facendo jogging e andando in bici non provocano traumi e lesioni da scuotimento.

Cosa succede quando si scuote un neonato?

Tra i sintomi che possono associarsi alla Sbs rientrano: vomito, inappetenza, difficoltà di suzione e/o deglutizione, irritabilità, letargia, assenza di sorrisi o vocalizzi, rigidità o cattiva postura, difficoltà respiratorie, frequenti pianti inconsolabili, e, ma solo nei casi più seri, convulsioni, alterazioni della coscienza e arresto respiratorio. Le conseguenze d possono essere di intensità e gravità molto variabile. I danni maggiori, connessi ad abusi particolarmente rilevanti, si evidenziano nei primi mesi di vita del bambino e comprendono: disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione, della memoria e del linguaggio, disabilità fisiche, danni alla vista, disabilità uditive, paralisi cerebrale, epilessia, ritardo psicomotorio e mentale.

 

 
 
 

In sintesi

Come calmare un bambino senza scuoterlo?

Quanto descritto rende evidente come la reazione dello scuotimento al pianto del bambino vada assolutamente evitata: molte sono le soluzioni alternative per cercare di calmare il neonato scongiurando ogni pericolo. Tra queste:

  • cullarlo nella carrozzina;
  • fargli fare un giro in auto;
  • fargli un bagnetto rilassante;
  • stringerlo ripiegandogli le gambine in posizione fetale per produrre un senso di contenimento;
  • fargli sentire un rumore continuo (come quello del phon);
  •  chiedere aiuto ad altri membri della famiglia.

Se la crisi non si ferma e ci si sente particolarmente esasperati, pur di evitare il rischio dello scuotimento, è consigliabile allontanarsi dal bambino, lasciandolo in un posto sicuro, finché non si è riconquistata la calma.

 

 

Fonti / Bibliografia

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