Cosa fare se il neonato ha sempre il singhiozzo

Paola Risi A cura di Paola Risi Pubblicato il 27/03/2023 Aggiornato il 27/03/2023

Il neonato ha spesso il singhiozzo, ma - a differenza dell’adulto - ciò non comporta per lui un particolare disagio. Esistono comunque dei rimedi naturali per far passare il singhiozzo al neonato

Molto spesso il neonato ha il singhiozzo. Ma i genitori non devono preoccuparsi perché questo fenomeno non provoca al piccolo alcun fastidio. In ogni caso è possibile adottare lacuni semplici rimedi per farglielo passare subito

Il singhiozzo nel neonato è un fenomeno molto comune e del tutto naturale, determinato dall’immaturità del sistema di coordinamento dei riflessi dell’apparato gastrointestinale (cioè di stomaco e intestino) caratteristica del primo anno di vita. I neogenitori non dovrebbero, quindi, allarmarsi se al bebè capita spesso di singhiozzare: si tratta infatti di un meccanismo innocuo che si risolve in modo spontaneo con la crescita e solo occasionalmente si ripresenterà più avanti.

Quale meccanismo provoca il singhiozzo

A provocare il singhiozzo è una contrazione improvvisa, automatica e ripetuta del diaframma, ovvero del muscolo che divide gli organi del torace da quelli dell’addome e che svolge il compito di regolare la respirazione contraendosi mentre si inspira l’aria e dilatandosi quando si espira. Questo spasmo fa scattare l’immediata chiusura della glottide (la valvola posizionata nella gola che separa l’apparato digerente dalle vie aeree) che a sua volta induce un atto inspiratorio molto intenso che si accompagna all’emissione di un suono tipico (“hic”). A causare la contrazione del diaframma potrebbe essere un’alterazione del nervo frenico, che connette il cervello a diversi organi tra i quali appunto il diaframma: in pratica se questo nervo viene irritato nell’arco del suo percorso, ciò stimola una contrazione immediata del diaframma e, di conseguenza, il singhiozzo.

I fattori che determinano il singhiozzo nel neonato

Se l’immaturità del sistema di coordinamento dei riflessi dell’apparato gastrointestinale tipica del primo anno di vita spiega la frequenza del singhiozzo nel neonato, ad attivarne il meccanismo possono essere diversi fattori. Ecco i più comuni:

  • le variazioni di temperatura improvvise;
  • l’ingestione di aria da parte del piccolo (per esempio durante l’allattamento al seno o dal biberon o se piange con intensità);
  • il rigurgito, cioè la fuoriuscita di parte del latte ingerito dalla bocca, molto frequente nei neonati per effetto dell’ancora ridotta tonicità del cardias (la valvola che separa l’esofago dallo stomaco) che permane nei primi mesi di vita.

    Quali rimedi adottare per far passare il singhiozzo al neonato

Di norma dopo qualche minuto il singhiozzo tende a passare “da solo” ma, nel caso persistesse, è consigliabile:

  • far bere al piccolo un cucchiaino di acqua tiepida per stimolare la deglutizione e regolare le contrazioni del diaframma;
  •  fare solletico al nasino per provocare uno starnuto che determina la distensione del diaframma e quindi facilita la scomparsa del singhiozzo;
  • offrire nuovamente il seno o il biberon al bambino, se il singhiozzo è comparso durante la poppata: ristabilendo il ritmo normale della deglutizione, la respirazione tende a regolarizzarsi facendo passare il singhiozzo;
  • fare in modo che la bocca del piccolo aderisca a tutta l’areola (e non solo al capezzolo) quando viene attaccato al seno, oppure, nel caso si nutra al biberon, avere cura di mantenerlo sempre inclinato con la tettarella piena di latte, visto che nel neonato il singhiozzo è spesso associato all’ingestione d’aria nel corso dell’allattamento.

 

 
 
 

In sintesi

Il singhiozzo del neonato può essere la spia di un disturbo?

Solo se il singhiozzo è molto intenso, frequente e fastidioso per il bebè andrebbe consultato il medico, soprattutto se ciò si verifica oltre i 18 mesi di vita, fase in cui il livello di maturazione raggiunto dell’apparato gastroesofageo dovrebbe associarsi a una riduzione del fenomeno. Raramente, infatti, sintomi simili potrebbero segnalare la presenza di un disturbo che interessa stomaco e intestino (per esempio il reflusso gastroesofageo), l’apparato respiratorio o a problemi del sistema neurologico.

 

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