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L’autosvezzamento, sempre più apprezzato da pediatri e genitori, propone un cambiamento alimentare più libero e naturale, in alternativa al metodo tradizionale, più rigido. Con l’ autosvezzamento i genitori imparano a riconoscere e ad assecondare i gusti del bambino. Ecco come fare senza sbagliare.
Un modello alimentare per tutta la famiglia
Sul tema l’Associazione culturale pediatri ha elaborato un documento rivolto a specialisti e genitori, redatto da un gruppo di lavoro interdisciplinare, che mira a far capire come l’ autosvezzamento sia un modo per valorizzare la dieta di tutta la famiglia. L’obiettivo, infatti, è che i piccoli consumino lo stesso pasto del resto della famiglia (opportunamente sminuzzato, triturato o schiacciato). Questo vale non solo per i pasti principali, ma per tutti i momenti della giornata, compresi merende e spuntini fuori casa.
Verso i 6 mesi
A che età iniziare l’ autosvezzamento? La risposta è semplice: quando il piccolo mostra interesse per il cibo, ovvero lo richiede attivamente e mostra segni di adeguato sviluppo neuromotorio. Di solito questo succede verso i 6 mesi, ma è importante osservare il piccolo per capire quando è il momento giusto, perché ogni bambino è diverso dall’altro.
No alle forzature, sì al buonsenso
Il documento precisa che il latte (preferibilmente materno) resta l’alimento principale fino a 12 mesi. Il passaggio a una dieta solida deve essere un processo lento e rispettoso dei tempi di ciascun bambino, senza atti di forza. Il cardine dell’ autosvezzamento, infatti, è che il bambino mangi quello che vuole nelle quantità che vuole perché, messo a tavola insieme al resto della famiglia, ha modo di farne richiesta mostrando interesse. In tal caso non c’è motivo di immaginare una distinzione tra cibo per grandi e per piccoli. Non ci sono alimenti da evitare, basta il buon senso e ricordarsi di farli a pezzetti.
Un processo graduale
In questo modo i bambini imparano a usare le posate, a bere durante il pasto e a rispettare le regole della famiglia. Acquisiscono le stesse abitudini e i rituali dei grandi in modo istintivo, senza bisogno di addestramento. Con il tempo, aumentando le capacità manuali e masticatorie, la quantità di cibo solido assunta aumenta e, parallelamente, si riduce la richiesta di latte.
Da sapere!
Il documento sconsiglia l’uso della parola pappa intesa come brodini, così come svezzamento: significa togliere il vezzo del latte materno, ma l’allattamento non è un vizio.