Condimenti e lo svezzamento: quali e quando usarli

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 14/01/2015 Aggiornato il 10/02/2015

Si inizia con olio extravergine d'olia e formaggio stagionato tipo grana. Sono fondamentali fin dalla prima pappa

Svezzamento: i condimenti per la pappa

Condimenti

L’olio e il formaggio rendono più appetitose la pappa del piccolo: sono molti i benefici che assicurano, ma non bisogna esagerare tenendo in considerazione l’età del bambino

Quanti tipi di grassi

I grassi possono essere distinti in saturi, monoinsaturi e polinsaturi, a seconda della stabilità dei legami chimici all’interno delle loro molecole (parte più piccola di una sostanza che ne racchiude le caratteristiche). Quelli saturi sono stabili, i monoinsaturi hanno un solo legame instabile (detto anche punto di frattura), mentre i polinsaturi hanno due o più punti di frattura.

I grassi con diversi punti di frattura possono spezzarsi con maggiore facilità, dando origine ai radicali liberi, spezzoni di molecole che si ossidano a contatto con l’ossigeno, favorendo l’invecchiamento delle cellule.

  • saturi

I grassi saturi sono contenuti soprattutto negli alimenti di origine animale (come il burro e il formaggio). Favoriscono l’accumulo di colesterolo Ldl, detto anche cattivo, in quanto se presente in eccesso può provocare problemi al cuore e alla circolazione del sangue.

  • monoinsaturi

I grassi monoinsaturi (presenti, per esempio, nell’olio di oliva) consentono di ridurre la frazione del colesterolo Ldl o “cattivo”, mentre non intaccano il colesterolo Hdl, detto “buono”, in quanto svolge la funzione di liberare le arterie dai depositi di colesterolo “cattivo”.

  • polinsaturi

Presenti in alta percentuale negli oli di semi, i polinsaturi non devono essere assunti in quantità eccessive, perché potrebbero risultare dannosi per l’organismo. Inoltre, questi grassi riducono la percentuale di colesterolo totale, sia quello “cattivo” (Ldl) sia quello “buono” (Hdl).

L’olio

Dal punto di vista nutrizionale, l’olio di oliva è il grasso più equilibrato: è costituito, infatti, per il 98 per cento da acidi grassi, presenti nella proporzione ideale per l’organismo del piccolo. Essi sono infatti così ripartiti:

  • per il 74,45 per cento da monoinsaturi;
  • per il 16,16 per cento da saturi;
  • per l’8,84 per cento da polinsaturi.

L’olio extravergine contiene, quindi, la quantità ideale di grassi: la percentuale maggiore è rappresentata infatti dai monoinsaturi, i grassi “buoni” per eccellenza, che liberano le arterie dai depositi cattivi di colesterolo; contiene poi una percentuale non troppo elevata di grassi saturi e una percentuale ancora inferiore di polinsaturi. La presenza di questi ultimi, in particolare, non è negativa in assoluto: al contrario, una giusta percentuale di grassi polinsaturi è addirittura indispensabile per produrre sostanze come gli ormoni e per lo sviluppo della retina (la membrana interna dell’occhio) e del sistema nervoso centrale.

Nell’olio d’oliva sono presenti, poi, anche se in percentuale minima (nel due per cento), sostanze antiossidanti, in particolare i tocoferoli (vitamina E) e i polifenoli, dette “ossigeno-protettori”, in quanto contrastano i processi di ossidazione che altererebbero il prodotto. Gli antiossidanti agiscono bloccando la formazione dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento delle cellule e impedendo così l’ossidazione. Grazie agli antiossidanti, quindi, l’olio mantiene intatte tutte le sue proprietà nutritive e protettive nei confronti dell’organismo.

Perché fa bene

  • aiuta ad assimilare le vitamine

L’olio è importante anzitutto perché facilita l’assimilazione di alcune vitamine, dette liposolubili, in quanto si sciolgono appunto nei grassi (o lipidi), a differenza di quelle idrosolubili che invece si sciolgono nell’acqua. Sono liposolubili quattro vitamine:

  • la vitamina A, utile per la crescita dell’organismo in generale e per la vista;
  • la vitamina D, che serve per lo sviluppo di ossa e denti perché permette l’assimilazione di calcio e fosforo;
  • la vitamina E, che svolge un ruolo di primo piano nel sistema di difesa e ha un’azione protettiva nei confronti del cuore e della circolazione in generale;
  • la vitamina K, che regola la coagulazione del sangue.
  • combatte l’invecchiamento delle cellule

Una funzione importantissima dell’olio è, poi, quella di combattere l’invecchiamento cellulare. Contiene, infatti, sostanze antiossidanti fondamentali per prevenire la formazione di radicali liberi (parti di molecole che si ossidano a contatto con l’ossigeno), responsabili della degenerazione delle cellule.

  • previene disturbi della circolazione

Grazie al suo contenuto di acidi grassi monoinsaturi, l’olio di oliva aiuta a prevenire i problemi di circolazione (cioè a cuore, vene e arterie) che possono comparire nell’età adulta. I grassi monoinsaturi, infatti, agiscono in accordo con il colesterolo “buono” (HDL) che libera le arterie dai depositi di colesterolo nocivo (LDL).

  • regolarizza l’attività dell’intestino

Infine l’olio è utile anche per agevolare il funzionamento dell’intestino: grazie alle sue capacità emollienti, infatti, questo alimento, rende le feci più morbide e facilita l’evacuazione. È bene aggiungere sempre, quindi, uno-due cucchiaini di olio extravergine di oliva alla pappa per prevenire problemi di stitichezza.

Quello più adatto al bebè

Per le pappe del bimbo è da preferire l’olio extravergine di oliva, perché è ottenuto dalla prima spremitura delle olive con tecniche meccaniche e non attraverso procedimenti chimici. Inoltre il suo tasso di acidità non supera l’1 per cento: durante la spremitura, cioè, solo una particella su cento di un grasso (l’acido oleico) si libera dalla glicerina, un alcol presente in natura. Ed è proprio l’acido oleico libero a essere dannoso. In commercio esistono, poi, oli appositamente studiati per l’alimentazione dei bambini piccoli. Hanno un gusto delicato, sono preparati con olive selezionate e integrati con vitamine A, D, E, e B6, sostanze utili per la crescita del piccolo.

L’olio va aggiunto alla pappa a crudo. In questo modo, infatti, l’olio di oliva non solo mantiene inalterate le sue caratteristiche nutritive, ma risulta anche più digeribile. All’inizio dello svezzamento si può aggiungere un cucchiaino (5 g) di olio extravergine di oliva alla pappa del bebè. Va ricordato, infine, che è bene conservare l’olio in un ambiente fresco (la temperatura dovrebbe essere compresa tra i 10 e i 15 gradi) e al riparo dalla luce. Anche se conservato nelle condizioni ottimali, comunque, l’olio di oliva va consumato entro un anno dalla data di produzione, termine oltre il quale potrebbe irrancidirsi, cioè aumentare il grado di acidità, assumendo odore e sapore sgradevoli.

Il formaggio

Oltre a rappresentare una valida alternativa alla carne e al pesce per il suo contenuto di proteine, il formaggio può essere utilizzato anche come condimento per completare la pappa fin dall’inizio dello svezzamento. Il formaggio è una buona fonte di proteine al alto valore biologico, complete cioè di tutti gi aminoacidi essenziali (8 per l’adulto, 9 per il bambino) che l’organismo non può produrre da solo e che quindi deve assumere attraverso l’alimentazione. Nella dieta del piccolo, il formaggio è importante, però, soprattutto per il suo contenuto di minerali (calcio e fosforo), indispensabili per la mineralizzazione di ossa e denti. Contiene, poi, anche la vitamina B 12 (cianocobalamina), utile per il sistema nervoso e per la produzione dei globuli rossi del sangue. È bene, però, tenere presente che tutti i formaggi hanno anche un alto contenuto di lipidi (grassi), perciò non bisogna superare le dosi indicate dal pediatra. Per condire la pappa, per esempio, è sufficiente un cucchiaino (5 g) di formaggio stagionato grattugiato. Il formaggio stagionato, come il grana e il parmigiano, è indicato fin dall’inizio dello svezzamento in quanto contiene proteine nella forma più digeribile. Ciò è dovuto al processo di stagionatura, cui questo tipo di formaggio è sottoposto, che fa sì che le proteine risultino “pre-digerite” e, quindi, più facilmente assimilabili dall’intestino del bebè.

A partire dal sesto mese di vita si possono usare anche la ricotta, la crescenza e il quartirolo per insaporire la pappa del bimbo. Pur essendo tra i tipi più magri, questi formaggi sono a pasta cruda e quindi meno digeribili di parmigiano e grana. È bene cominciare aggiungendo un cucchiaino (5 g) di formaggio alla pappa. In alternativa al formaggio grattugiato, si possono usare i formaggini per l’infanzia, disponibili anche in pratici vasetti richiudibili. Sono privi di conservanti (per questo, una volta aperti, vanno tenuti in frigorifero e consumati entro 24 ore), con basso contenuto di grassi (ipolipidici), un buon contenuto di sali minerali e sono caratterizzati da alta digeribilità unita a un sapore delicato. Sono, inoltre, arricchiti con vitamine A (utile per la crescita in generale e la vista) ed E (per il sistema di difesa naturale dell’organismo e il buon funzionamento del cuore e della circolazione in generale),

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Si può dare l’acqua ai piccolissimi?

22/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

Ad allattamento ben avviato, quindi più o meno dopo le prime settimane di vita, se ragionevolmente si ritiene che il bebè possa avere sete (o se si notano segni di disidratazione, come il pannolino asciutto per molte ore) gli si possono offrire piccole quantità d'acqua. Se fa numerose poppate nell'arco...  »

Coppia con bisnonni in comune: ci sono rischi per i figli?

22/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Il grado di parentela dovuto a bisnonni in comune non aumenta la probabilità di concepire figli con malattie ereditarie. A meno che vi siano persone malate o disabili tra i consanguinei in comune,   »

Dopo 4 maschietti arriverà la bambina?

16/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Non è assolutamente detto che dopo quattro figli maschi il quinto sarà una femminuccia perchè a ogni gravidanza si ripresentano le stesse probabilità di aver concepito un maschio o una bambina.   »

Fai la tua domanda agli specialisti