A cura di “La Redazione”Pubblicato il 14/01/2015Aggiornato il 27/01/2015
La pastina studiata appositamente per i più piccoli ha un valore alimentare diverso da quella di uso comune, perché deve rispondere alle specifiche esigenze nutrizionali del bambino nella delicata fase dello svezzamento
È a base, in genere, di grano tenero per risultare maggiormente digeribile. La farina con cui è preparata è diastasata, sottoposta cioè a uno specifico processo che scompone l’amido (uno zucchero complesso, che fornisce energia a lento rilascio) in elementi più semplici, rendendolo pertanto facilmente assimilabile dall’apparato digerente, ancora immaturo, del piccolo. In questo modo, infatti, il valore nutritivo dell’amido rimane inalterato, ma si risparmia all’organismo una parte del lavoro di digestione.
È contraddistinta da un elevato contenuto proteico (vegetale e animale) ed è integrata con sali minerali, come il calcio (importante per la formazione di ossa e denti, oltre che per i processi di coagulazione del sangue) e il ferro (importante per combattere l’anemia e rafforzare le difese immunitarie) e vitamine del gruppo B, utili per la crescita del piccolo. Il formato cresce con il bambino, per adeguarsi alle sue progressive esigenze di masticazione e per arrivare gradualmente alle prime pastasciuttine “da grandi”.
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