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La pasta contiene carboidrati o glucidi (zuccheri), sostanze che rappresentano il componente più importante della nostra alimentazione (il 50-60 per cento delle calorie introdotte quotidianamente). La presenza dei carboidrati nella dieta è fondamentale, in quanto garantisce un risparmio delle proteine che in caso di bisogno verrebbero utilizzate come fonte energetica prima dei grassi (lipidi). Ecco perché è importante dare la pastina ai bambini.
Discreta quantità di proteine
Oltre ai carboidrati, la pasta contiene anche una discreta quantità di proteine. Però, a differenza di quelle contenute in carne, pesce, uova, latte e latticini, e come tutte quelle di origine vegetale, sono a basso valore biologico, quindi incomplete: non possiedono, cioè, tutti gli aminoacidi (le unità-base delle proteine), essenziali (9 nel bambino), che devono essere introdotti con la dieta in quanto l’organismo non è in grado di produrli da solo. Per ottenere proteine complete, però, basta abbinare la pasta ai legumi (ceci, fagioli, piselli, fave e lenticchie).
All’inizio quella per l’infanzia
All’inizio dello svezzamento è bene offrire ai bambini la pastina studiata appositamente per l’infanzia che ha caratteristiche ben precise. Innanzitutto è priva di glutine, quindi può essere data anche prima dei 6 mesi di età. Poi, è preparata con grano tenero, più digeribile e facilmente masticabile rispetto a quello utilizzato per la pasta di uso comune degli adulti; infine, è ottenuta con farina diastasata, cioè sottoposta a uno specifico procedimento con cui l’amido viene scomposto in elementi più semplici rendendo più facile la digestione del piccolo, mantenendo comunque il giusto valore nutritivo.
Attenzione a non esagerare
Dal punto di vista energetico, la pasta apporta circa 4 calorie per grammo, quindi può essere data in tutta tranquillità a tutti i bambini. L’importante, però, è non esagerare. Seguendo sempre le indicazioni del pediatra, in linea generale la pastina va offerta ai bambini a partire dai 6 mesi, proponendogli inizialmente quella specifica per l’infanzia, composta da una miscela di grano tenero e farina diastasata (cioè sottoposta a un particolare procedimento chimico per renderla più digeribile) in formato molto piccolo (come la tempestina e le perline micron). La pastina, cotta nel brodo vegetale, può essere condita con un cucchiaino (5 g) di olio extravergine d’oliva crudo e uno di formaggio grattugiato tipo grana, ricco di calcio (fondamentale per la salute di ossa e denti). Quando al piccolo iniziano a spuntare i dentini ed è in grado di masticare, gli si può offrire la pasta di grano tenero dal formato leggermente più grande, come i cuoricini, le stelline, i semini, gli anellini e i fili d’angelo. Dopo i 10 mesi si possono introdurre le prime pastasciuttine, sempre di grano tenero e la pastina con le lenticchie decorticate e passate.
Dopo l’anno quella di grano duro
Dopo l’anno di età si può dare ai bambini la pastina di grano duro dal formato più grande come le letterine, i maccheroncini e le pennette, avendo all’inizio l’accortezza di tagliarla in piccoli pezzi. A questa età la pasta può essere anche abbinata anche agli altri legumi, in modo da costituire un pasto completo dal punto di vista proteico.