Il pesce è un alimento fondamentale nello svezzamento del piccolo: non solo è, al pari della carne, una fonte preziosa di sostanze nutrienti, ma, a differenza della carne, è facilmente digeribile e masticabile dal piccolo, perché contiene una quantità ridotta di tessuto connettivo (quello che tiene unite le fasce muscolari)
A meno che il bambino non sia a rischio di allergia, non c’è ragione per ritardare l’introduzione del pesce nella dieta del piccolo. Dopo i primi assaggi di questo alimento in vasetto, verso gli 8-10 mesi del piccolo, si può perciò passare al prodotto fresco. In questo caso occorre fare attenzione ad alcuni particolari al momento dell’acquisto. A questo proposito, esiste uno specifico regolamento europeo che stabilisce i parametri secondo cui classificare la freschezza dei pesci. Gli elementi da considerare sono:
la carne: nel pesce fresco è elastica; se è molle o flaccida, significa che il pesce non è fresco.
le squame: se il pesce non è fresco, le squame si sollevano e si staccano facilmente e la superficie appare piuttosto rugosa.
l’occhio: nel pesce fresco è convesso e leggermente infossato; la pupilla è di colore nero spento e la cornea leggermente opalescente. Se, invece, l’occhio è concavo al centro, ha la pupilla grigia o la cornea lattiginosa, il pesce non è fresco.
l’odore: nel pesce fresco, l’odore delle branchie e della cavità addominale è neutro; nel pesce non fresco, invece, è piuttosto acre.
le branchie: nel pesce fresco, sono un po’ scolorite e si nota la presenza di muco trasparente sulla loro superficie. Se il pesce non è fresco, le branchie sono di colore giallognolo e il muco ha un aspetto lattiginoso.
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