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È quanto assicura uno studio congiunto dei ricercatori del King’s College London e della St George’s University di Londra (Regno Unito), che hanno deciso di verificare la veridicità della convinzione del 75% delle madri britanniche che svezzano i loro figli prima dei 6 mesi di vita, come prevedono le attuali Linee guida, per favorirne il sonno dei bambini.
Sonno e alimentazione
Gli autori hanno esaminato il rapporto tra alimentazione e sonno in 1.303 bambini di tre mesi allattati esclusivamente al seno. Dopo aver suddivido i piccoli in due gruppi, gli studiosi hanno chiesto alle mamme di iniziare lo svezzamento a partire dai 6 mesi, oppure di cominciare a introdurre cibi solidi nella dieta già a 3 mesi.
Dormono di più e meglio
Al termine della sperimentazione, gli scienziati hanno scoperto che i bambini che erano stati svezzati prima dei 6 mesi si addormentavano prima, dormivano più a lungo, si svegliavano meno frequentemente e soffrivano meno di problemi del sonno rispetto a quelli che per i primi 6 mesi di vita avevano assunto soltanto latte materno() Quando i bimbi hanno compiuto 6 mesi, i bambini svezzati precocemente dormivano in media un quarto d’ora (16,6 minuti) di più a notte rispetto agli altri, per un totale di quasi 2 ore in più alla settimana. Inoltre, la frequenza con cui si svegliavano durante la notte era da 2 a 1,74 volte inferiore. Di conseguenza, anche i loro genitori soffrivano meno frequentemente di disturbi del sonno rispetto a quelli degli altri bebè.
Nuove regole di svezzamento?
Anche se le Linee guida identificano nel sesto mese compiuto il periodo ideale per cominciare lo svezzamento, i risultati dello studio supportano la convinzione diffusa tra i genitori secondo cui l’introduzione precoce di cibi solidi nella dieta migliori il sonno dei bambini. Lo studio inglese suggerisce che questa indicazione potrebbe essere riesaminata alla luce delle prove raccolte.
Da sapere!
Nel mondo industrializzato il 25% dei bambini sotto i 5 anni soffre di disturbi del sonno, mentre dopo i 6 anni e fino all’adolescenza la percentuale è del 10-12%. Tra le cause, anche la dieta scorretta e alcuni errori dei genitori.