Bambini maltrattati negli asili: una storia senza fine?

Silvia Huen A cura di Silvia Huen Pubblicato il 02/03/2018 Aggiornato il 08/03/2018

Dopo i recenti fatti di Pordenone, i genitori sgomenti denunciano per l'ennesima volta il problema della violenza negli asili, invocando di nuovo l'installazione di telecamere di videosorveglianza. Ma la situazione è tutt'altro che facile da risolvere

Ogni volta si è sperato che fosse l’ultima. Perciò, dopo il grande scalpore suscitato negli ultimi anni dai numerosi casi di violenza fisica e verbale avvenuti in asili nido e scuole materne ai danni di piccoli indifesi, si pensava che la situazione fosse tornata sotto controllo.

Invece, ecco di nuovo il caso della provincia di Pordenone, con due insegnanti interdette, altre due, più un’inserviente, indagate in concorso di colpa e la struttura (tra l’altro privata) posta sotto sequestro.

Una cosa da non crederci, scoperta solo grazie a telecamere nascoste posizionate dai carabinieri in seguito alla denuncia di alcune mamme tormentate dai sospetti. Ma – viene da domandarsi a questo punto – e se queste mamme non avessero sospettato nulla? Se non fosse partita l’indagine? I bambini sarebbero ancora lì a subire vessazioni e umiliazioni per chissà quanto tempo.

E poi – viene ancora da domandarsi – questo caso è stato sventato, ma quante altre situazioni simili continuano ad andare avanti senza che nessuno se ne accorga? I bambini, soprattutto se molto piccoli, non sono in grado di confidare le loro angosce ai genitori, non razionalizzano, non denunciano, hanno solo tanta paura, che spesso esprimono con comportamenti anomali. (Ed è un difficile compito del genitore riuscire a “decifrare” tali comportamenti e a distinguere il pianto da disagio da quello per capricci).

Proprio per questo nel recente passato i genitori hanno chiesto a gran voce (con petizioni e raccolta di firme) una legge che imponesse l’installazione di telecamere di videosorveglianza in tutte le strutture che accolgono persone indifese come le scuole dell’infanzia e i centri assistenziali per gli anziani e i disabili.

La proposta di legge è stata fatta, è stata approvata dalla Camera superando diversi ostacoli, ma poi si è arenata in Senato. Motivazione: l’installazione delle telecamere “testimonierebbe il fallimento della scuola, in quanto essa non sarebbe in grado di prevenire e controllare comportamenti inadeguati”.

Quale dovrebbe essere allora la soluzione al problema? Prima di tutto la formazione e la selezione degli insegnanti: solo chi è davvero preparato e solo chi è davvero idoneo può svolgere una professione delicata come quella dell’insegnante della prima infanzia. Cosa giustissima, ma certo di non immediata realizzazione.

E poi il ruolo fondamentale di educatori che i genitori dovrebbero svolgere parallelamente e in sinergia con la scuola. Dove per educatore si intende chi, giorno dopo giorno, sa insegnare ai propri figli a crescere e a confidare le proprie paure per superarle. In una parola, a vivere.

Facile a dirsi. Ma, soprattutto, basterà?

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Bimbo che inizia a stare in piedi da solo: vanno stimolati i primi passi?

12/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

I primi passi non vanno stimolati, non si deve dunque tenere il bambino per le braccia spingendolo a muoverli. Utile invece dargli la possibilità di appoggio o di scalata, affinché affronti questa tappa secondo i propri tempi e le proprie capacità.   »

Piccolissima con stitichezza: che fare?

12/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

La stipsi nel neonato è una condizione non significativa dal punto di vista medico, quindi non richiede esami o l'impiego di medicine particolari. Per favorire l'evacuazione si possono usare microclismi al miele specifici per l’età,  »

Contraccettivo ormonale a poche settimane dal parto e sanguinamento che non si arresta

09/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Gaetano Perrini

In genere, dopo il parto si consiglia di attendere almeno una o due mestruazioni prima di ricorrere a un metodo contraccettivo ormonale.   »

Ansia e attacchi di panico verso il termine della gravidanza (gemellare)

02/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Gli eventuali disturbi della sfera psichica come depressione, disturbo d'ansia, attacchi di panico richiedono cure mirate anche in gravidanza. Spetta al ginecologo in accordo con lo psichiatra prescrivere la terapia più idonea, tenendo conto che le benzodiazepine non sono consigliabili dal secondo trimestre...  »

Collo dell’utero in gravidanza e variazioni della sua lunghezza

02/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Durante la gravidanza il collo dell'utero di norma ha una lunghezza compresa tra 33 e 40 millimetri: è motivo di allarme un raccorciamento dai 25 millimetri in giù.   »

Fai la tua domanda agli specialisti