Vaccino anti-Covid anche ai bambini sotto i cinque anni?

Silvia Huen A cura di Silvia Huen - Direttore Pubblicato il 25/08/2022 Aggiornato il 02/11/2022

Dopo l'ok dato dalla Fda americana ai vaccini di Pfizer e Moderna per i bimbi dai 6 mesi ai 5 anni, anche l'Ema europea ne ha autorizzato l'utilizzo. Tra poco, dunque, dopo il nulla osta da parte dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco), la vaccinazione anti-Covid per i più piccoli sarà disponibile anche da noi

Mentre in Italia i nonni si sottopongono alla quarta dose di vaccino anti-Covid, negli Stati Uniti sono iniziate da tempo le vaccinazioni anti-Covid anche per i piccolissimi dai 6 mesi ai 5 anni di età. La Food and Drug Administration, cioè l’agenzia statunitense che controlla i farmaci e gli alimenti, ha infatti autorizzato l’utilizzo dei vaccini anti-Covid di Pfizer e di Moderna per i bambini più piccoli, appunto di età compresa tra i 6 mesi e i 5 anni.

Successivamente anche l’Ema (Agenzia europea per i medicinali) ha esteso l’utilizzo del vaccino (naturalmente in dosaggi adeguati, cioè ridotti) ai bambini di questa fascia di età. E a breve – dopo il nulla osta italiano dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e la raccomandazione da parte del Ministero della Salute – la vaccinazione anti-Covid sarà disponibile anche da noi.

Ma per molti genitori la decisione di sottoporre al vaccino il proprio piccolo non sarà facile, come già non lo è stata nel caso dei più grandicelli fra i 5 e gli 11 anni: non si fidano, sono pieni di dubbi, hanno paura di ipotetici effetti collaterali pericolosi, vogliono certezze, certezze che come noto in campo medico non possono esistere…

Gli esperti americani rassicurano, come riporta Quotidiano Sanità. “Allo stesso modo che per i gruppi di età maggiore – ha dichiarato il commissario della Fda Robert M. Califf  – ci aspettiamo che i vaccini per i più piccoli proteggano dalle conseguenze più gravi dell’infezione Covid, come il ricovero in ospedale e la morte… Chi ha a cuore la salute dei bambini può avere fiducia nella sicurezza e nell’efficacia di questi vaccini anti-Covid e può essere certo che l’agenzia (Fda) ha valutato i dati in modo approfondito”.

“Oltre a garantire che questi vaccini soddisfino gli standard più rigorosi – ha chiarito Peter Marks, direttore del Center for Biologics Evaluation and research della Fda – la Fda ha convocato uno speciale comitato consultivo per aiutare il pubblico a comprendere in modo chiaro i dati di sicurezza ed efficacia grazie ai quali si è arrivati all’autorizzazione di questi due vaccini destinati ai più piccoli”.

Dopo il via libera della Fda, tra l’altro, ha espresso parere favoreveole al vaccino per i bimbi di 6 mesi-5 anni anche il Cdc americano (Centers for Disease Control and Prevention), un importante organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti d’America, raccomandando di vaccinare anche i piccoli che si sono già ammalati di Covid-19 in passato.

Ma è davvero così importante vaccinare i piccolissimi, visto che in genere si ammalano meno e comunque tendono a non contrarre il Sars-Cov-2 in forma grave?

A questa domanda gli esperti ripondono che si tratta di una falsa convinzione: negli Usa le varianti più diffuse di Covid 19 hanno causato nei piccoli forme anche molto gravi, con necessità di ricoveri ospedalieri e decessi. Tanto che nei bimbi da 0 a 4 anni i decessi da Covid-19 hanno fatto salire questa malattia al quinto posto tra le cause di morte.

E anche i pediatri italiani sono concordi. “È vero che i bambini si ammalano meno di Covid-19 rispetto agli anziani e agli adulti ed è vero che la mortalità è molto più bassa, inferiore a 1 su 1.000 – fanno notare gli esperti dell’ospedale Bambino Gesù di Roma – tuttavia le forme gravi sono comunque possibili, come la cosiddetta Mis-C (Sindrome infiammatoria multisistemica Covid-correlata) e le conseguenze a lungo termine del long-Covid. Una vaccinazione di massa dell’infanzia è indispensabile oltre che per proteggere i piccoli, anche per bloccare la catena di contagi all’interno della famiglia e dell’intera comunità”.

È infatti noto che, anche a causa della comparsa di varianti che si diffondono più rapidamente, bambini e adolescenti non vaccinati hanno avuto un ruolo spesso determinante per la diffusione del contagio.

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