E adesso che la scuola finisce, dove lo mando il mio bambino?

Silvia Huen A cura di Silvia Huen Pubblicato il 16/05/2019 Aggiornato il 16/05/2019

Mamme e papà non fanno che discutere su dove mandare il proprio figlio nei prossimi mesi estivi. Le proposte ovviamente non mancano, ma l'indecisione è tanta, e non solo per una questione di scelta

Quando i genitori lavorano entrambi e magari hanno solo quindici giorni di ferie in agosto, come possono risolvere il problema della gestione del bambino una volta che le scuole hanno chiuso i battenti per le lunghe vacanze estive?

Certo, nelle famiglie più fortunate ci sono a disposizione i nonni, che vengono ogni giorno a prendersi cura del nipotino, assistendolo fino a sera e portandolo al parco giochi, a fare una passeggiata nel verde, a visitare un museo.

Nei casi ancora più fortunati ci sono nonni provvisti di casa al mare/lago/campagna/montagna che si prestano con gioia a ospitare il piccolo per tutto il tempo in cui i genitori sono impegnati fuori casa…

Ma se invece i nonni non ci sono o non possono occuparsi dei nipotini? Allora è il caso di pensare a una soluzione alternativa: i centri estivi cittadini o i summer camp fuori città. Nei primi i bambini entrano intorno alle 8,30 del mattino ed escono alle 17 (un po’ come se andassero ancora a scuola), nei secondi restano via per una settimana (dormendo ovviamente fuori casa). L’età di accettazione parte in genere dai 4/6 anni, ma non mancano i centri specializzati per piccolissimi (2/3 anni).

Il problema è che l’offerta è talmente vasta che la scelta diventa davvero difficile. In ogni caso basta andare su internet per avere una panoramica delle possibilità e valutare le più adatte al proprio caso, tenendo ovviamente conto anche del carattere e delle aspirazioni del bimbo.

Una delle opzioni più interessanti è senza dubbio l’english camp, che, come ogni altra iniziativa, può svolgersi in città e dintorni oppure in un posto vacanze. Si impara l’inglese (con insegnanti madrelingua) e insieme si gioca e ci si diverte con attività creative ed escursioni nel verde.

In linea di massima la maggior parte dei centri puntano su una attività principale, senza comunque trascurare i momenti di gioco, divertimento, movimento. Tra i temi più frequenti, per esempio, c’è la scoperta della natura e della vita nel bosco, con tutto un corollario di attività connesse, come imparare a costruire una capanna o a riconoscere gli animali selvatici e le piante.

Altrettanto coinvolgenti per i bambini i laboratori di cucina (guidati dagli chef) o quelli artistici (teatro, danza, pittura, disegno, scultura, musica e canto, circo, cinema e fotografia…), fino a quelli – attualissimi – di programmazione informatica (coding), dedicati ai più grandi. Sempre con un adeguato spazio per le attività ludiche (giochi di società, sfide tra squadre, cacce al tesoro) e di intrattenimento come fiabe, film, cartoni animati e altro.

Grande successo hanno anche i camp in scuderia, con corsi di equitazione a cavallo o su pony ed escursioni all’aperto. Oppure quelli dedicati allo sport (dal calcio al beach volley, dal nuoto alla vela) e alle attività motorie, sempre guidati da personale esperto e qualificato.

Ai più piccoli (ma non solo a loro) sono spesso dedicati i centri fattoria, dove si gioca e ci si diverte anche prendendosi cura degli animali domestici e delle piantine dell’orto. Molti centri tra l’altro offrono anche un aiuto per far fare ai bimbi i tanto discussi compiti delle vacanze.

Le possibilità di scelta insomma sono infinite e soddisfano di esigenze e le inclinazioni naturali di ogni bambino, ma hanno un limite, vale a dire un costo, che non sempre e non tutte le famiglie si possono permettere.

Le alternative offerte dai vari Comuni ci sarebbero anche, e più che valide, ma, oltre ad avere talvolta pochi posti e a privilegiare chi ha un reddito molto basso, non sono comunque in genere sufficienti a coprire tutto il periodo.

A questo proposito, proprio per venire incontro alle richieste dei genitori, nel 2017 il ministro dell’istruzione Valeria Fedeli aveva iniziato a mettere a punto un piano per tenere aperte le scuole anche d’estate, ma non se ne è più parlato.

Ragione per cui oggi molti auspicano che in un prossimo futuro la scuola prosegua almeno fino alla fine di giugno (meglio ancora fino a metà luglio) e riapra il primo di settembre: la gestione dei bambini a casa si ridurrebbe dagli attuali tre mesi a un mese e mezzo/due. Ma molti altri non sono d’accordo: la polemica resta aperta…

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