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A pensarci bene il nostro comportamento nei confronti di Babbo Natale è ambiguo e incoerente: siamo tutti fermamente convinti che i bambini vadano educati sotto il segno della trasparenza e della verità e poi, quasi senza rendercene conto, facciamo di tutto per ritrasmettere ai nostri figli quella stessa coinvolgente emozione che i nostri genitori e nonni hanno trasmesso a noi, l’emozione per un evento che in realtà non esiste.
Già, perché l’arrivo nella notte di Natale di quel simpatico nonno grassoccio vestito di rosso, che distribuisce doni e affetto a tutti i bambini del mondo, è in realtà una bugia nella quale siamo ben contenti che i piccoli credano pienamente.
Pareri discordi
Nessuno di noi, però, mentre preparava i regali nella notte del 24 dicembre, si è mai posto il problema se sia giusto o no che i piccoli credano a Babbo Natale e possano, una volta scoperta la verità, riportarne conseguenze più o meno negative.
Oggi però, grazie all’avvento dei social, con lo scambio frenetico di informazioni, opinioni, giudizi di tutti sul comportamento di tutti, i genitori qualche domanda in proposito se la pongono. È giusto che i piccoli credano all’arrivo di Babbo Natale? E, se sì, fino a che età? In che modo dire loro la verità? E, una volta scoperto che i regali li fanno i genitori, come arginare la delusione che ne consegue?
Rivivere l’incanto
Alimentare la favola di Babbo Natale o stroncarla sul nascere dicendo la cruda verità? I pareri sono discordi, ma oggi la maggior parte dei genitori tende a continuare la tradizione.
E il perché è molto chiaro: nel vissuto di ognuno di noi non c’è niente di più suggestivo e coinvolgente dell’atmosfera di magia ed euforia che accompagna l’attesa e il momento del Natale. Lasciare che i bimbi credano alla bella favola permette a loro di vivere a fondo questa sensazione di gioia e di entusiasmo e a noi, di riflesso, di condividere la loro euforia, oltre che di rivivere i nostri ricordi più dolci e struggenti.
Un dolcissimo inganno
Nel loro percorso alla conquista della conoscenza i bambini sono portati naturalmente a credere, fin dalla nascita, e a fidarsi delle proprie figure di riferimento, che in questo caso non dicono la verità. Ma, attenzione, non sono solo i genitori a mentire loro: anche i parenti, gli amici, la società, tutti si trovano d’accordo nell’alimentare questa innocente bugia.
Perché negare ai piccoli l’esistenza di Babbo Natale sarebbe come privarli delle fiabe. Invece le fiabe sono fondamentali per il loro sviluppo psico-cognitivo. La fantasia e l’immaginazione sono infatti indispensabili perché permettono al bambino di difendersi dall’aggressività e dalla crudezza del mondo adulto, rifugiandosi nel cosiddetto “pensiero magico”, in modo da adeguarsi alla realtà solo a piccole dosi, gradualmente, in sintonia con la crescita.
A che età dirgli la verità
Tutti noi vorremmo che il tempo di Babbo Natale non finisse mai per i nostri bambini, ma è inevitabile che prima o poi arrivi il momento di dire loro la verità. Qual è questo momento, si chiedono i genitori. Quando i piccoli cominciano ad avere sospetti e a fare domande, rispondono gli psicologi.
Non è assolutamente il caso di affrontare il discorso prima che il bambino manifesti i propri dubbi: non si otterrebbe altro risultato che quello di farlo restare male e di deluderlo precocemente. Solo verso i 7-8 anni, attraverso lo sviluppo del pensiero logico, il bambino inizia a ragionare e a porsi delle domande di causa-effetto ed è allora che i genitori possono iniziare a dirgli la verità.
Quando è pronto per accettarla
La verità, in ogni caso, va sempre suggerita più che detta, procedendo per gradi, con circospezione, cercando di capire fino a che punto il piccolo creda ancora e quanto invece abbia già scoperto. È facile, per esempio, che il dubbio gli sia stato insinuato da un amichetto o un fratello più grande, ma non è detto che il bimbo sia già del tutto pronto per la cruda realtà. Perché, se non è ancora pronto, la scoperta della verità può farlo rimanere male o irritarlo o offenderlo o ferirlo…
Diverso il caso dei bambini più spavaldi che, una volta avuta conferma dei loro sospetti, si mostrano orgogliosi della scoperta fatta da soli.
La delusione si dimentica
I fautori della verità a tutti i costi sostengono che quando il bambino scopre che Babbo Natale non esiste può subire una sorta di trauma psichico: da una parte è deluso dalla realtà che appare tanto lontana dalla magia di prima, dall’altra parte si sente tradito dai genitori che gli hanno mentito per tanto tempo.
Gli psicologi, però, rassicurano: a parte forse qualche caso estremo di soggetti particolarmente fragili, non si tratta di veri traumi, ma di reazioni temporanee destinate a non lasciare il segno.
La magia resta
La sensazione di magia e di festa che pervade l’atmosfera natalizia, dai primi di dicembre quando inizia l’attesa, al 25 quando si scopre il regalo lasciato da Babbo Natale, non finisce con la scoperta della realtà. Solo in poche persone prevale il rifiuto e la negazione del Natale. Ma nella stragrande maggioranza l’emozione che si prova da piccoli è talmente radicata nel nostro inconscio che ci accompagnerà per tutta la vita facendoci rivivere ogni anno lo stesso stupore di un tempo.
Dagli affetti ai regali
L’attesa di qualcosa di magico è legata alla tradizione cristiana, per la quale la magia è la nascita di Cristo, ma anche per chi non crede questa festa assume un valore speciale.
Natale vuol dire nascita, rinascita, inizio di una nuova vita, cambiamento (in meglio ovviamente). Natale è in assoluto la festa più ricca di significato, traboccante di sentimento e di vicinanza: tutte le famiglie si riuniscono, non solo papà, mamma e bambini, ma anche nonni, zii, cugini, amici. Tutti insieme per condividere un momento unico di gioia e di serenità, dove l’affetto si materializza sotto forma di regali.
Certo questa è un’immagine dell’ultima festa dell’anno che può apparire retorica o troppo sdolcinata, ma può essere d’aiuto per spiegare ai bambini ormai cresciuti che Babbo Natale continua a esistere dentro di noi per permetterci di vedere ancora la realtà con gli occhi della fantasia e della magia.
