È vero che il vino in gravidanza è tossico, anche in piccole dosi?

Silvia Huen A cura di Silvia Huen - Direttore Pubblicato il 30/09/2025 Aggiornato il 30/09/2025

Ormai è accertato da numerosi studi scientifici: bere in gravidanza (ma anche prima, quando si cerca un bambino) può nuocere gravemente alla salute del futuro bambino. Non solo: anche il comportamento dell'aspirante papà ha un suo peso sulla possibile comparsa di danni al feto.

Tutti i futuri genitori sanno a grandi linee che l’alcol fa male in gravidanza, ma in genere pensano che i danni al nascituro si verifichino solo in caso di alcolismo o comunque di consumo eccessivo. Nessuno sospetta che anche un po’ di vino al pasto possa essere nocivo sempre e comunque, indipendentemente dalla sua gradazione.

Proprio per la sua potenziale tossicità, la comunità scientifica raccomanda di eliminare completamente l’alcol non solo durante la gravidanza, ma – attenzione – anche prima, quando la coppia cerca un figlio.

Il feto si intossica perché non può smaltire l’alcol

Succede spesso che le donne in attesa facciano molta attenzione a quello che mangiano, escludendo gli alimenti crudi o a rischio di infezione, oppure che si preoccupino in modo eccessivo dei potenziali effetti tossici di alcuni farmaci che vengono loro prescritti. Ma queste stesse donne poi non si rendono conto che i bicchieri di vino che si concedono a tavola possono essere veleno per il piccolo che si portano dentro.

Tant’è vero che il cinquanta per cento delle donne italiane non smettono di consumare vino quando scoprono di essere incinte. Non sanno che tutto l’alcol che bevono attraversa la placenta e raggiunge il feto, il quale però non è in grado di metabolizzarlo (cioè smaltirlo) in quanto è privo degli enzimi necessari. Per questo motivo gli effetti tossici dell’alcol si accumulano giorno dopo giorno nell’organismo del bimbo in formazione pedisponendolo a una serie di seri disturbi fisici e neurologici.

Non solo nei nove mesi, anche prima

Astenersi dall’alcol è molto importante anche prima di restare incinte, quando si cerca un bimbo. L’alcol infatti può avere effetti anche sullo sviluppo e la maturazione dell’ovocita (ovulo) a monte del concepimento. Quindi – raccomandano gli specialisti – niente vino non solo in gravidanza, ma neanche nei mesi precedenti, da quando si decide di mettere in cantiere un figlio.

Si tratta di una raccomandazione riservata soprattutto alle future mamme, ma non solo: anche i futuri papà dovrebbero astenersi dal bere in tutto il periodo di pre-gravidanza. Gli studi più recenti in materia confermano che l’alcol può avere ripercussioni anche sulla vitalità e la qualità degli spermatozoi e di conseguenza può incidere negativamente sia sulla fertilità sia sul concepimento e sullo sviluppo dell’embrione.

I danni dell’alcol in gravidanza

Quando si parla di danni al feto e al futuro bambino, non si sa esattamente in che cosa consistano. Invece vale la pena di informarsi un po’ più a fondo per capire di quale entità siano i rischi correlati. Questi rischi spaziano dall’aborto spontaneo al parto prematuro, dal bimbo nato morto a tutta una serie di anomalie dello sviluppo strutturale e neurologico note come Spettro dei disordini feto-alcolici (FASD) e Sindrome feto alcolica (FAS), che è la forma più seria.

Queste anomalie si manifestano nel bambino con forme di disabilità e di deficit che riguardano il comportamento, l’attenzione, la memoria, il pensiero, l’apprendimento, il linguaggio, la consapevolezza, le emozioni… Tutti problemi che non hanno una possibilità di cura e che accompagneranno il futuro adulto per sempre.

Nel dubbio meglio non bere

A questo punto è necessario un chiarimento. Non tutti i bambini delle future mamme che bevono in gravidanza sviluppano necessariamente dei disordini feto alcolici: probabilmente intervengono diversi fattori predisponenti o aggravanti che ancora non si conoscono a fondo. Non si sa perché in alcuni casi succede e in altri no. Come anche non si sa se esista o meno una soglia di assunzione da non superare… Ma è chiaro che, di fronte al rischio che si verifichi un danno, è sempre meglio prevenirlo, anche perché in questo caso non c’è una soluzione alternativa.

Va detto inoltre che spesso il problema viene sottovalutato o non riconosciuto: molto spesso la futura mamma tende a nascondere il proprio comportamento e non ammette di fronte al medico di aver bevuto durante la gestazione, con la conseguenza di una diagnosi errata.

Stop alla disinformazione

Che i futuri genitori siano così disinformati sugli effetti dell’alcol in gravidanza dipende probabilmente dal fatto che gli studi in proposito sono relativamente recenti. Le prime ricerche sulla relazione di causa-effetto tra assunzione di alcol in gravidanza e conseguenze nel neonato risalgono infatti solo agli anni Settanta del Novecento.

Naturale che la divulgazione scientifica sia andata a rilento. Da allora la ricerca in proposito è andata avanti, ma sempre e solo relativamente alla donna in attesa. Gli studi sulla fertilità maschile sono invece molto limitati e iniziati da poco. La conseguenza più evidente di questi limiti è appunto la disinformazione del pubblico.

Obiettivo: sensibilizzare i futuri genitori

Proprio per combattere la disinformazione sull’alcol in gravidanza da parte delle giovani coppie, e delle donne in età fertile in particolare, è stata istituita fin da 1999 la giornata internazionale della Sindrome feto alcolica e disturbi correlati (che quest’anno si è celebrata il 9 settembre), una ricorrenza simbolica per sensibilizzare sui danni dell’alcol in gravidanza, che però è passata un po’ in sordina, praticamente inosservata.

Per lo stesso motivo l’Istituto superiore di Sanità ha in programma un progetto di prevenzione, diagnosi precoce e trattamento mirato dei danni dell’alcol al feto con il patrocinio della Società italiana di pediatria e della Società italiana di neonatologia, e con la partecipazione di diverse altre strutture ospedaliere. Ma siamo ancora agli inizi. 

È auspicabile che un’informazione corretta e completa si diffonda al più presto tra gli aspiranti genitori, anche per semplice passaparola.

L’unica soluzione è la prevenzione

Forse in un futuro prossimo si scoprirà se esiste una dose minima di alcol sicura nei nove mesi e magari, chissà, si troveranno delle cure efficaci contro alcuni dei numerosi “effetti collaterali” dell’alcol in gravidanza, ma per il momento l’unica soluzione al problema dello spettro FASD e della sindrome FAS resta la prevenzione: non bere alcolici né in gravidanza né in pre-gravidanza.

 

Fonti

https://www.epicentro.iss.it/alcol_fetale/

https://sip.it/2020/09/07/fasd-nel-mondo-ogni-anno-120mila-neonati-sviluppano-lo-spettro-dei-disordini-

feto-alcolici/https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/ginecologia/lalcol-influenza-la-fertilita-anche-negli-uomini

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