Niente pillola gratis per tutte (almeno per il momento)

Silvia Huen A cura di Silvia Huen Pubblicato il 01/06/2023 Aggiornato il 01/06/2023

L'annuncio di un'imminente gratuità della pillola anticoncezionale non ha avuto l'ok finale da parte delle autorità preposte. Bisognerà aspettare. Ci sono però alcune Regioni che già da tempo hanno cercato di venire incontro alle esigenze delle donne e, in particolare, delle ragazze.

Circa un mese fa ci eravamo illuse: la notizia che a breve tutte le donne avrebbero avuto la possibilità di disporre gratuitamente della pillola anticoncezionale era apparsa come una conquista coerente, attuale e liberatoria. Finalmente le donne – tutte le donne, indipendentemente dal reddito o da altri limiti – avrebbero avuto a loro disposizione uno strumento in più per poter decidere del loro destino e della loro vita: per scegliere se, quando e per quanto tempo prevenire la gravidanza (ma anche per evitare il rischio di doverla interrompere volontariamente) .

La notizia, annunciata qualche settimana fa dalla presidente del Comitato rimborsi e prezzi dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), congiuntamente al parere favorevole del Comitato tecnico della stessa agenzia, aspettava solo la decisione definitiva del Consiglio di amministrazione che di solito, per prassi, è positivo. Invece questa volta non è andata come previsto.

Il Cda si è riservato di rimandare la decisione finale in attesa di chiarimenti e approfondimenti. Il motivo? “Non sussistono gli elementi essenziali per deliberare” in quanto “le Commissioni consultive dell’Agenzia non hanno ancora elaborato precise indicazioni sulle fasce di età a cui concedere gratuitamente la pillola anticoncezionale, sulle modalità di distribuzione e sui costi per il Sistema Sanitario Nazionale nei vari scenari di adozione della rimborsabilità”. Il Cda ha precisato comunque di essere “pronto a svolgere il suo ruolo e a esprimere compiutamente il suo parere non appena disporrà dell’adeguata istruttoria richiesta alle Commissioni consultive”. Oltre a impegnarsi a un confronto con i Ministeri interessati e le Regioni.

In pratica si legge tra le righe che, pur non essendo previsto un vero e proprio contrordine a quanto annunciato tempo fa dai due Comitati dell’Aifa, si intende temporeggiare nell’immediato per arrivare a una decisione sicuramente positiva, ma probabilmente parziale: pillola gratis, ma solo a certe categorie di donne, non a tutte. Per esempio, solo alle ragazze fra i 14 e i 26 anni oppure solo alle donne economicamente bisognose o a quelle che hanno appena partorito o abortito, come già riconosciuto da alcune Regioni.

In quali regioni è già gratuita (per alcune categorie di persone)

In effetti sono diverse le Regioni italiane che già da tempo offrono anticoncezionali gratis (sia ormonali come la pillola, sia di barriera come il profilattico e il diaframma), ma solo a determinate categorie di persone e solo attraverso i consultori.

  • In Piemonte, hanno diritto alla contraccezione gratuita le ragazze sotto i 26 anni e le donne disoccupate nei 12 mesi dopo il parto e nei 24 mesi successivi a una interruzione di gravidanza.
  • In Lombardia, le ragazze con meno di 24 anni.
  • In Emilia Romagna, i giovani adulti (ragazze e ragazzi) under 26 e le donne tra i 26 e i 45 anni disoccupate o lavoratrici colpite dalla crisi, entro 12 mesi dal parto o entro 24 mesi da una interruzione di gravidanza.
  • In Toscana, i giovani adulti dai 14 ai 25 anni (ragazze e ragazzi), gli adulti tra i 26 e i 45 anni (donne e uomini) con codice di esenzione (per esempio, reddito basso) e le donne di 26-45 anni entro 12 mesi dal parto o entro 24 mesi da un’interruzione di gravidanza.
  • Nel Lazio, le ragazze dai 14 ai 21 anni (a partire da quest’anno).
  • In Puglia, le ragazze sotto i 25 anni e le donne tra i 26 e i 45 con reddito basso.
  • Oltre che in queste regioni, la contraccezione gratuita è prevista anche nella Provincia autonoma di Trento.

Certo, un miglioramento della situazione attuale a livello nazionale è più che auspicabile. E qualsiasi tipo di intervento innovativo, anche se più limitato del previsto, costituirà comunque un passo avanti. In ogni caso qualcosa cambierà e sarà sempre meglio che niente. Magari alcuni tipi di pillole anticoncezionali (che attualmente sono tutte in fascia C, cioè a carico della persona) verranno dispensati attraverso i consultori (a chi ne avrà diritto) in tutte le regioni e non solo in alcune. Ma è molto difficile che passino in fascia A e diventino accessibili a tutte le donne in età fertile, gratuitamente o solo pagando un ticket regionale… Vedremo, non resta che aspettare.

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