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E’ di qualche giorno fa la notizia che grandi colonie di meduse hanno invaso le coste mediterranee della Spagna e sono in aumento anche nei mari italiani. Si tratta in particolare della medusa Cassiopea, nota come “medusa uovo fritto” a causa del suo aspetto che ricorda appunto un uovo al padellino. Naturale che la cosa non sia gradita ai bagnanti in vacanza in questo periodo, soprattutto se accompagnati da bambini, notoriamente più a rischio a causa della loro pelle delicata e sensibile.
Innocua la “medusa uovo fritto”
Contrariamente a quanto si potrebbe credere, però, la notizia non è tanto allarmante in sé quanto per quello che rappresenta. “Uovo fritto”, infatti, non costituisce un pericolo per l’uomo in quanto del tutto innocua, ma è una dimostrazione delle conseguenze dei cambiamenti climatici e ambientali di cui siamo tutti, più o meno consapevolmente, artefici e vittime. L’invasione delle meduse (che non sono tutte innocue come “uovo fritto”) dipende infatti da diversi fattori di cui siamo in gran parte responsabili: l’aumento delle temperature atmosferiche e marine, favorevoli alla proliferazione delle meduse, la riduzione dei pesci competitori dovuta alla pesca industriale e, soprattutto, dei grandi pesci predatori come il tonno e il pesce spada.
Pericolosa la Pelagia luminosa
Notizia di “uovo fritto” a parte, resta il fatto che altre meduse sono in aumento nei nostri mari e una in particolare appare piuttosto pericolosa: la Pelagia noctiluca, detta anche “medusa luminosa” per i bagliori che emana, visibili sprattutto di notte. Bella da vedere, ma ustionante da toccare: anche se solo sfiorata, infatti, provoca irritazioni dolorose, simili a scottature che talvolta lasciano addirittura una cicatrice. In certi casi sembra impossibile schivarle perché si presentano in branchi affollatissimi con una densità di 500 esemplari per metro cubo. In caso di avvistamento, quindi, meglio rinunciare al bagno (noi, ma soprattutto i bambini).
Non calpestare la tracina
Tra gli incontri spiacevoli che si possono fare in mare comunque non ci sono solo le meduse. Un altro inquilino sgradito dell’acqua salata è la tracina, detta anche pesce ragno. Sosta volentieri sui bassi fondali sabbiosi, in particolare quelli dell’Adriatico, dove può essere facilmente calpestata dai bagnanti in quanto del tutto mimetica (identica alla sabbia). Provoca un dolore acuto nella pianta del piede, che all’inizio sembra solo una piccola ferita da taglio, ma presto si trasforma in un dolore lancinante, causato dal veleno iniettato dalla sua pinna dorsale. Il dolore tende a irradiarsi su per la gamba, fino all’inguine. Dato che la tossina è termolabile, il rimedio più efficace è immergere il piede in acqua molto calda (sui 38-40 gradi). Non è un’esperienza piacevole per nessuno, e men che meno per un bambino. L’unico modo per prevenirne la puntura è fare il bagno muniti di un paio di scarpette di gomma o di sandaletti di plastica.
Alla larga dai ricci
Altri ospiti del mare con cui è meglio non avere a che fare sono i ricci. I ricci non aggrediscono, non nuotano, se ne stanno tranquilli sugli scogli e sui fondali rocciosi, ma se vengono inavvertitamente pestati o toccati, pungono il piede o la mano conficcando le loro spine sotto la pelle. Gli aculei dei ricci italiani non rilasciano veleno, ma fanno ugualmente un gran male e, soprattutto, si spezzano, lasciando i loro frammenti all’interno dei polpastrelli o delle piante dei piedi. Occorre allora armarsi di pinzetta e cercare di estrarre l’estraibile, ma non sempre ci si riesce… In tal caso, per evitare il rischio di infezioni, soprattutto se l’infortunato è un bambino, conviene rivolgersi a un medico. Resta il fatto che è meglio prevenire l’incontro con gli aculei, proteggendo i piedi con i sandaletti di plastica ed evitando di sbagliare l’appiglio quando ci si attacca agli scogli per uscire dall’acqua.
Buone vacanze!
Nei nostri mari vivono numerosi altri ospiti indesiderati, ma fortunatamente non amano condividere i litorali frequentati dai bagnanti, preferendo le zone selvagge e incontaminate. Se quindi per le nostre vacanze abbiamo scelto una classica località turistica, possiamo stare tranquilli: i nostri bambini sono al sicuro e l’eventualità di un brutto incontro nell’acqua è davvero remota.