L’Unicef lancia la campagna “Bambine, non spose”

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 08/03/2013 Aggiornato il 08/03/2013

In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, l’Unicef promuove una campagna contro i matrimoni precoci. In difesa di milioni di bambine a cui oggi vengono negati l’infanzia e i diritti elementari

L'Unicef lancia la campagna "Bambine, non spose"

Circa 70 milioni di donne nel mondo in via di sviluppo (esclusa la Cina) tra i 20 e i 24 anni, oltre una su tre, si sono sposate prima dei 18 anni. Se la tendenza attuale proseguirà, entro il 2020, 142 milioni di bambine si sposeranno prima di questa età. Per sottolineare il dramma dell’infanzia negata di queste bambine, in occasione della Giornata internazionale della donna, l’Unicef Italia lancia l’iniziativa contro i matrimoni precoci “Bambine, non spose – #8marzodellebambine”.
Il matrimonio precoce – ha dichiarato il presidente di Unicef Italia Giacomo Guerrera – è una violazione dei diritti umani fondamentali e influenza tutti gli aspetti della vita di una ragazza: nega la sua infanzia, compromette l’istruzione limitando le sue potenzialità, mette in pericolo la sua salute e aumenta il rischio di essere vittima di violenze e abusi. Almeno 50mila ragazze tra i 15 e i 19 anni muoiono per complicazioni durante la gravidanza e il parto. Inoltre, se una madre ha meno di 18 anni, il rischio che il suo bambino muoia nel primo anno di vita è del 60% più alto di uno nato di una donna che ha superato i 19 anni. Sono dati che non si possono più accettare”.

Un fenomeno diffuso soprattutto nelle aree più povere

Negli ultimi trent’anni il tasso di matrimoni precoci, a livello globale, è diminuito grazie a legislazioni e politiche nazionali volte a tutelare i diritti dell’infanzia, all’impegno con le comunità e all’attivismo delle ragazze e dei ragazzi che vivono nei Paesi dove questa pratica è ancora diffusa. Ma i matrimoni precoci sono ancora diffusi in molte regioni del mondo soprattutto nelle zone rurali e nelle comunità più povere, perpetuando il circolo vizioso della povertà. In alcune regioni l’incidenza del matrimonio precoce è particolarmente alta: il 46% in Asia meridionale, e 37% nell’Africa subsahariana. I 10 Paesi dove è più alta la percentuale di donne tra i 20 e i 24 anni che si sono sposate – o hanno iniziato a convivere – prima dei 18 anni sono: Niger 75%, Repubblica Centrafricana 68%, Ciad 68%, Bangladesh 66%, Guinea 63%, Mozambico 56%, Mali 55%, Burkina Faso 52%, India 47%, Eritrea 47%.

Una testimonial d’eccezione

Testimonial di questa iniziativa è Paola Saluzzi, Goodwill Ambassador dell’Unicef Italia, che in un video-messaggio si fa interprete delle voci di piccole spose bambine alle quali è stata negata l’infanzia. E che invita tutti ad andare sul sitowww.unicef.it e a diffondere l’hashtag: #8marzodellebambine”.  
 

In breve

UNA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI FONDAMENTALI

Il matrimonio precoce influenza tutti gli aspetti della vita di una ragazza: nega la sua infanzia, ne compromette l’istruzione, mette in pericolo la sua salute e aumenta il rischio di essere vittima di violenza e abusi.

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