CoV-2: è stato creato in laboratorio come sostiene Montagnier?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 22/04/2020 Aggiornato il 22/04/2020

Aver vinto un premio Nobel non autorizza a divulgare teorie prive di evidenze scientificamente accettabili, però allarmanti per la gente comune. Quanto afferma Luc Montagnier sulla provenienza del nuovo coronavirus non ha alcun fondamento. Così sostiene la Comunità scientifica.

Una domanda di: Serenella
Ci può essere del vero nelle affermazioni di Luc Montagnier, secondo cui il Sars-CoV-2, il coronavirus responsabile dell’attuale pandemia è stato prodotto in laboratorio? Su cosa si basa la sua teoria? Ha fornito prove concrete? Per finire come mai parla di un argomento tanto complesso e delicato in televisione e con i giornalisti e non in un consesso di scienziati? Mi spiego meglio: prima di divulgare simili informazioni sensazionalistiche, che aumentano lo smarrimento generale, non avrebbe fatto meglio a confrontarsi con altri ricercatori? Come mai un premio Nobel si comporta in modo così antiscientifico? Grazie di cuore se vorrete aiutarmi a trovare risposte.

Risponde la dottoressa Eleonora Galmozzi, medico, coordinatrice del gruppo CICAP-Med, costituito da specialisti della sanità, e attivo in seno al CICAP, Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (CICAP), nato per iniziativa di Piero Angela e di altri scienziato nel 1989. Si tratta di un’organizzazione di volontari, scientifica ed educativa, che promuove un’indagine scientifica e critica nei confronti delle pseudoscienze, del paranormale, dei misteri e dell’insolito con l’obiettivo di diffondere la mentalità scientifica e lo spirito critico (www.cicap.org).
“L’idea di Luc Montagnier si basa su uno studio effettuato da due ricercatori indiani, i quali hanno individuato nell’RNA del nuovo coronavirus una piccola sequenza (6 elementi) presente anche nel virus HIV, responsabile dell’AIDS. Da qui l’ipotesi che il Sars-CoV-2 potesse essere stato prodotto in laboratorio. Successivamente però si è osservato che un’identica risibile sequenza si trova tale e quale anche in altri centomila virus “naturali”, quindi il fatto di averla isolata nel nuovo coronavirus non esprime nulla circa la sua provenienza. Poco dopo infatti i due ricercatori indiani hanno ritirato lo studio e non certo perché qualcuno li ha obbligati a farlo, ma in quanto diversamente si sarebbero esposti alla derisione del mondo scientifico perdendo credibilità e, di conseguenza, esponendosi al rischio di porre fine alla propria carriera. Allo stesso tempo, nei laboratori di tutto il mondo si è andati a verificare la possibilità che il nuovo coronavirus fosse stato manipolato, ma nessuna delle sue caratteristiche, oggi facilmente rilevabili grazie a tecnologie sempre più sofisticate, ha provato che provenga da una manipolazione. Si può cioè essere sicuri che arrivi da un animale. Per finire, sarebbe auspicabile che Montagnier dimostrasse l’attendibilità delle proprie tesi, utilizzando criteri scientificamente accettabili, quindi accolti dalla Comunità scientifica, invece si limita a esternare teorie complottiste senza tuttavia portare alcuna prova a loro supporto. Così lascia agli altri l’onere di smentirlo, come è un dovere morale fare per tutti noi gli specialisti, visto che la persona comune, impressionata dal fatto che Montagnier è un premio Nobel, può credere ciecamente a quello che dice anche se credibile non è. Il punto è che queste posizione fantasiose possono solo procurare allarme e destabilizzare la gente più ancora di quanto non lo sia a causa dell’emergenza. Mi sento anche di precisare che l’assegnazione di un premio Nobel non dispensa chi lo riceve da continuare ad agire nell’ambito della scienza con modi da scienziato. In ogni caso, il Nobel vinto da Luc Montagnier si deve anche al team che lui dirigeva, che negli anni a venire ha preso da lui le distanze a causa di altre posizioni controverse da lui assunte, prima tra tutte il forte sostegno ai no-vax”.

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