Hypnobirthing: così ha partorito Kate Middleton

Dottoressa Ilaria Giangiordano A cura di Ilaria Giangiordano - Dottoressa specialista in Psicologia Pubblicato il 23/08/2018 Aggiornato il 23/08/2018

Una psicologa, insegnante qualificata di Hypnobirthing, spiega in cosa consiste la tecnica a cui ha fatto ricorso anche la duchessa di Cambridge per dare alla luce i suoi tre bambini.

Una domanda di: Micaela
Partorirò tra 5 mesi in un ospedale in cui l’analgesia non è garantita anche di notte. Mi sono quindi informata sui vari metodi alternativi che aiutano a ridurre il dolore e mi sono imbattuta nell’Hypnobirthing a cui avevo letto è ricorsa anche Kate Middleton per partorire il suo ultimo bambino. E’ vera questa notizia? E per favore, vorrei sapere di che cosa si tratta esattamente, se davvero attenua i dolori del parto e se anche in Italia è disponibile.
Grazie mille.

Risponde la dottoressa Ilaria Giangiordano, insegnante qualificata KG Hypnobirthing per le coppie in attesa:

“Cara lettrice,
anche se non vi è ancora alcuna conferma ufficiale, i giornali inglesi sostengono che Catherine Middleton abbia fatto ricorso all’Hypnobirthing per tutte e tre le nascite dei suoi bambini.
Ciò che sappiamo per certo è che Katharine Graves, fondatrice della società KGH (Katherine Graves Hypnobirthing), è molto conosciuta nel Regno Unito per aver formato le ostetriche del St Mary’s Hospital, per assistere al meglio la Duchessa di Cambridge durante la nascita del suo terzogenito.
L’Hypnobirthing affonda le sue radici nel lavoro del Dr Grantley Dick-Reid, un ginecologo inglese che ha pubblicato il suo libro, Childbirth Without Fear, nel 1933. Il Dr. Reid, già a quell’epoca, aveva ipotizzato che quando una donna è spaventata durante il travaglio, il sangue viene deviato dall’utero verso gli organi periferici e quindi la paura e la tensione le causano dolore.
Per rispondere alla sua domanda posso senz’altro affermare che l’obiettivo di un corso Hypnobirthing è quello di aiutare a superare la paura del parto che è insita in ogni donna che si accinge a questa esperienza. La tecnica, se applicata in modo opportuno, può assicurare una condizione di calma durante il travaglio. E uno stato di calma e di padronanza di sé favorisce la produzione di ossitocina, l’ormone che aiuta l’utero a contrarsi in modo più efficace a tutto vantaggio di una più breve durata del parto. Ma non solo: l’ossitocina innesca, a sua volta, la produzione di endorfine, che danno sollievo al dolore fisiologico del parto e, in generale, favoriscono una diffusa sensazione di benessere. In sintesi, la tecnica consente di allontanare ansia e paura affinché il parto si possa svolgere in modo armonioso. L’ Hypnobirthingche si può dunque definire una psicoeducazione che attraverso immagini e parole insegna alla donna a raggiungere autonomamente una padronanza dei propri meccanismi psicofisici. In Italia i corsi in Hypnobirthing sono veri e propri corsi preparto completi, che anche alcuni reparti di maternità organizzano e che vengono tenuti da personale specificatamente formato. Di solito, prevedono un primo incontro di informazione/sensibilizzazione e successivamente altri 4 incontri, con entrambi i futuri genitori. Anche il papà viene infatti “istruito” a partecipare, nel significato più alto del termine, alla nascita del figlio e, quindi, ad acquisire la piena consapevolezza dell’importanza del suo ruolo, con quanto di positivo ne consegue non solo per la relazione diretta padre-figlio ma anche per la coppia. Il periodo migliore per fare il corso è il secondo trimestre di gravidanza, in quanto vi è poi tutto il tempo per consolidare quanto appreso. Con cordialità”.

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