Mio figlio ha 18 mesi e vorrei smettere di allattarlo

Dottoressa Angela Raimo A cura di Angela Raimo - Dottoressa specialista in Psichiatria Pubblicato il 27/02/2023 Aggiornato il 27/02/2023

Dopo i sei mesi di vita, l’allattamento va incoraggiato e continuato, se è possibile farlo, se la mamma non ritiene che sia meglio interromperlo o anche più semplicemente se sia lei sia il bambino ne sono appagati. Diversamente non è opportuno obbligarsi a proseguire.

Una domanda di: Rexhina
Salve sono una mamma di 23 anni e ho un bimbo di 18 mesi. I motivi per cui penso di dover smettere di allattare è perché il bimbo non mangia, faccio fatica, gli propongo di tutto ma nulla da fare. La notte è uno strazio: si sveglia in qualsiasi orario. Durante la giornata al posto del seno propongo latte e altri alimenti ma quando lui se si mette in testa che vuole il seno non c’è verso per distrarlo. Avrei veramente bisogno di aiuto.

Angela Raimo
Angela Raimo

Cara mamma, la sua lettera mi rattrista perché è la conferma (un’altra!) di come le donne si sentano costrette ad aderire a un modello ideale di madre perfetta a discapito della loro serenità e, di conseguenza, forse anche di quella del loro bambino o della loro bambina: sono infatti del parere che se la mamma sta bene, stia bene anche il figlio e credo che questa mia idea sia più che condivisibile da chi si occupa di cura dei bambini. Dopo i sei mesi di vita, l’allattamento va incoraggiato e continuato, se è possibile farlo, se la mamma non ritiene che sia meglio interromperlo o anche più semplicemente se sia lei sia il bambino ne sono appagati. Non c’è alcuno studio scientifico che abbia evidenziato che smettere di allattare un bambino che oltretutto, come nel caso di suo figlio ha già 18 mesi, possa essere in qualche modo essere per lui destabilizzante. L’Organizzazione mondiale della sanità ha stabilito che è corretto che i bambini vengano allattati esclusivamente al seno per i primi sei mesi e che successivamente l’allattamento materno prosegua, integrato con cibi solidi, fino a quando mamma e bambino lo desiderano. In questa indicazione c’è la risposta che cerca. Allattare oltre i sei mesi, possibilmente fino all’anno di vita è una buona cosa, ma non c’è alcun obbligo morale o di altra natura che deve spingere a continuare se si ritiene,per qualunque ragione, che sia giunto il momento di smettere. Le mamme che proseguono l’allattamento al seno solo ed esclusivamente per dovere, perché condizionate da messaggi che le fanno sentire sbagliate se non continuano al di là delle loro possibilità fisiche e psichiche, al di là di quanto considerano giusto e, quindi, senza più essere felici e appagate dal gesto non dovrebbero costringere se stesse ad andare avanti. I benefici dell’allattamento dopo i sei mesi di vita sono innegabili e molti di questi sono di natura psicologica, ma se la mamma offre il seno malvolentieri probabilmente potrebbe essere che ne annulli alcuni. Smettendo di allattare non smetterà certo di amare il suo bambino né il vostro legame si allenterà, anzi è verosimile che migliori perché lei avrà più energia e più pazienza al momento dei pasti di suo figlio. Dal punto di vista pratico per smettere di allattare c’è solo un modo, fasciarsi il seno e non offrirlo più. Magari, se è possibile, nei primi giorni all’ora della merenda o a colazione, quando è più probabile che il suo piccolo reclami il seno, si faccia sostituire dal papà, da una nonna o da un nonno o da una zia, così il bambino sarà maggiormente disponibile ad accettare di buon grado le alternative che gli vengono proposte, come per esempio lo yogurt o il latte vaccino. E non si senta in colpa cara mamma, per la sua scelta, non ve ne sarebbe alcun motivo. Si goda invece appieno questa stupenda fase della crescita del suo piccolino, che la stupirà con gli incredibili progressi che compirà giorno dopo giorno. La saluto con affetto.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti