Aborto spontaneo: attendere che si risolva da sé o intervenire?

A cura di Augusto Enrico Semprini - Professore specialista in Ginecologia Pubblicato il 04/07/2025 Aggiornato il 04/07/2025

In caso di aborto spontaneo, le scuole di pensiero sono due: attendere l'espulsione del materiale abortivo oppure procedere con lo svuotamento che risolve la situazione in una singola, breve seduta operatoria di pochi minuti (con alcuni vantaggi). Ogni donna dovrebbe valutare con il proprio ginecologo quale opzione scegliere.

Una domanda di: Teresa
Gentile Dottore,
in seguito al controllo ecografico odierno, mi è stata purtroppo confermata l’assenza di attività cardiaca. L’embrione risulta essersi arrestato a 5 mm, in quella che sarebbe l’ottava settimana di gravidanza. Il ginecologo che mi ha visitata ha parlato di un aborto interno in atto, verosimilmente non ancora completato anche a causa dell’assunzione di progesterone, che mi è stato prescritto nelle scorse settimane. Mi è stato consigliato, pertanto, di sospendere da oggi la terapia e di attendere l’espulsione spontanea, descritta come una sorta di “mestruazione”, con successivo controllo ecografico previsto tra circa 20 giorni. Secondo la sua esperienza, questa via naturale potrebbe essere risolutiva? Mi rivolgo a Lei per avere un ulteriore parere: crede che sia un approccio adeguato nel mio caso? O potrebbe essere più prudente considerare anche un’altra opzione?
Oltre al dispiacere per quanto sta accadendo, provo inevitabilmente anche preoccupazione per il presente aborto e per la possibilità di future gravidanze che vadano a termine (ho 39 anni). La ringrazio fin d’ora per la disponibilità e l’attenzione. Cordiali saluti.

Augusto Enrico Semprini
Augusto Enrico Semprini

Cara Teresa,
circa il 20% delle gravidanze si interrompe nel primo trimestre.
Nella maggior parte dei casi, secondo le statistiche, dall'80 al 90%, vi è un'anomalia cromosomica del concepito che non gli permette di evolvere verso una gravidanza a buon fine.
Tutti i ginecologi discutono con le pazienti se affrontare un'espulsione spontanea del materiale abortivo oppure se procedere con lo svuotamento che risolve la situazione in una singola, breve seduta operatoria di pochi minuti che permette, per chi lo richiede, di accertare se i cromosomi del concepito erano sbilanciati.
Se la donna sceglie la prima opzione dovrà poi accusare il medico di averla abbandonata al suo destino abortivo. Se la donna sceglie la seconda possibilità accuserà poi il medico di averla sottoposta a un inutile intervento dove la natura avrebbe fatto il suo corso. Questa è la triste realtà medica italiana supportata da avvocati e medici legali.
Posso dirle cosa suggerisco alle mie pazienti. Penso che un raschiamento confini l'evento abortivo, che diversamente potrà evolvere anche in due tre settimane prima di risolversi spontaneamente. Permette un'analisi cromosomica che può rassicurare la paziente che in futuro un'altra eventuale interruzione potrà essere dovuta a un problema embrionario e non materno, sono queste le considerazioni che mi fanno suggerire l'opzione che le ho detto. Ne discuta con il suo curante per valutare i limiti di quanto le ho esposto e tenga presente che qualsiasi consiglio le verrà dato avrà un forte valore clinico scientifico per lei e per chi la segue, non per l'attuale andamento medico legale nel nostro Paese. Cordialmente.

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