Acido folico assunto in ritardo: ci sono rischi?

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 02/01/2024 Aggiornato il 05/01/2024

L'assunzione di acido folico è raccomandata a partire dal periodo preconcezionale, perché è in questo modo che si prevengono gravi malformazioni del bambino. Per valutare se averla iniziata dopo il concepimento ha comportato problemi servono i controlli che si eseguono in gravidanza.

Una domanda di: Linda
Sono davvero preoccupata! Ho fatto la visita ginecologica per capire se avessi tutto in regola per poter procedere con una gravidanza. A suo tempo, nessuno mi ha ricordato di dover prendere l’acido folico nel caso in cui io e mio marito ci fossimo messi al lavoro per avere un bimbo. Ad oggi, dopo il primo tentativo, al di sopra di ogni mia
aspettativa, risulto incinta di due settimane, ma ho iniziato solo ieri l’uso di acido folico da 5 mg. Sono tanto in pensiero! Perché ovunque leggo che è tardi e che non ho certezza di aver agito bene. Spero di non aver fatto una cavolata. Tra quanto potrò capire se ci sono state conseguenze? Grazie.

Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve signora, mi dispiace di averla fatta attendere finora per rispondere ai suoi dubbi angosciosi…prima di oggi proprio non sono riuscita!
Dunque, direi che la supplementazione con acido folico è utile almeno in tutto il primo trimestre, anche se è raccomandata fin dalla fase preconcezionale per prevenire i difetti di chiusura del tubo neurale, che si chiude già attorno alla quinta settimana di gestazione (ossia 3 settimane dopo il concepimento). Sappiamo tuttavia che l’acido folico è utile anche per prevenire i difetti cardiaci congeniti, anch’essi molto frequenti tra le possibili malformazioni.
Credo sia importante valorizzare anche lo stile di vita: di sicuro una dieta ricca di frutta e verdura (l’acido folico è presente nella verdura a foglia verde che si consuma cruda) mette al riparo da carenze le aspiranti mamme, mentre l’assunzione della pillola estro-progestinica può correlarsi a dei deficit a carico di questa vitamina.
Lei mi chiede come verificare di non aver fatto una cavolata.
Credo siano certamente utili le indagini ecografiche di routine previste per le mamme in attesa: l’ecografia di datazione del primo trimestre e magari anche l’ecografia per traslucenza nucale (sempre del primo trimestre, in particolare tra 11 e 13 settimane di gravidanza) associata al prelievo materno per bitest. Quest’ultimo esame solitamente viene proposto come screening per la sindrome di Down ma è anche utile per identificare precocemente eventuali difetti cardiaci congeniti o altre sindromi genetiche (quindi non è un esame diagnostico: serve come screening ossia come setaccio per identificare chi abbia bisogno di ulteriori accertamenti).
Rispetto al dosaggio, solitamente si consiglia di assumere 400 microgrammi/die di acido folico (in compressa a sé stante oppure contenuto nei vari multivitaminici disponibili per le gestanti) che equivalgono a 0.4 milligrammi.
Il dosaggio da 5 milligrammi/die quindi è maggiore del previsto, ma se glielo ha indicato il Curante non vedo controindicazioni a proseguirlo.
Non ci sono rischi legati ad un’assunzione eccessiva di acido folico.
Eventualmente, nei prossimi esami ematochimici di controllo, si potrà inserire il dosaggio dei folati, in modo da sapersi regolare per la supplementazione per il prossimo periodo di gravidanza.
Spero di averla rassicurata, resto a disposizione se desidera, cordialmente.

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