Acufene all’orecchio sinistro: da cosa può dipendere?

Dottor Aldo Messina A cura di Aldo Messina - Dottore specialista in Otorinolaringoiatria Pubblicato il 05/12/2018 Aggiornato il 05/12/2018

Tante possono essere le cause da cui origina il "fischio all'orecchio", il cui nome scientifico è acufene o tinnito.

Una domanda di: Giusy
Salve, da alcuni mesi sento un tintinnio all’ orecchio sinistro, quando
riposo non avverto niente. Soffro di cervicale e con la risonanza magnetica mi hanno
riscontrato alcune protusioni. Può dipendere da questi problemi? Inoltre sono
un soggetto ipocondriaco e penso a malattie peggiori….grazie.

Aldo Messina
Aldo Messina

Gentile lettrice,
alle persone con acufeni sembra rivolgersi il mai abbastanza compianto Lucio Dalla quando afferma“Tutta la vita, con quest’orribile rumore”.
Scientificamente l’acufene o tinnito viene definito come la percezione di un suono in assenza di stimolazione sonora esterna.
In Italia il problema riguarda più di un milione di persone, ossia circa il 20 % della popolazione di ogni età, anche se la frequenza è maggiore tra i 40 ed i 60 anni. Per fortuna solo poco più del 3-4% di questi ultimi riferisce il tinnito come causa di grave disagio. Più frequentemente giungono a questa condizione i soggetti di sesso maschile rispetto alle donne.
Oggi il problema può essere affrontato dagli specialisti in un lavoro d’equipe che coinvolge non solo gli otoiatri ma odontostomatologi, neurologi, fisiatrie e fisioterapisti, geriatri, psicologi, audiometristi ed audioprotesisti. In alcuni casi sono di aiuto psichiatri e logopedisti.
Pertanto posso subito tranquillizzarla su un fatto: raramente il fastidio compromette la sua vita personale.
Ha però perfettamente ragione, però, nel volere individuare le cause del suo malessere poiché esso rappresenta un sintomo e non una malattia.
Si sono evidenziate molte possibili cause alla sua origine e non sempre di pertinenza otoiatrica ma anche ortopedica, neurologica, oculistica, internistica ed odontostomatologica.
Pochi immaginano, ad esempio, che anche il reflusso gastro esofageo o più esattamente quello faringo laringeo, determinando aumentata produzione di pepsina anche nella zona prossima alla tuba di Eustachio, il canale che congiunge l’orecchio medio alle alte vie respiratorie , può causare produzione di catarro tubarico e pertanto ovattamento auricolare ed acufeni.
Dal 2014 l’ American Academy of Otolaryngology – Head and Neck Surgery, ha redatto delle linee guida, utili per gli specialisti per affrontare il problema. Gli studi in esse riportati ritengono inutile nei casi di acufene persistente e fastidioso l’impiego di antidepressivi, anticonvulsivanti, ansiolitici, farmaci intratimpanici, ginkgo biloba, melatonina, zinco, stimolazione magnetica transcranica e agopuntura. Altrettanto discutibile secondo le linee guida, il ricorso diagnostico a Risonanza Magnetica se non nei casi di acufene monolaterale o pulsante o di perdita di udito asimmetrica. Gli stutunitensi invece ritengono utile l’utilizzo di sussidi protesici uditivi e la terapia con tecnica psicologica di tipo cognitivo comportamentale. Con cordialità.

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