Allattamento: combattuta tra il desiderio di smettere e quello di continuare

Dottoressa Luisa Vaselli A cura di Luisa Vaselli - Dottoressa specialista in Psicologia Pubblicato il 18/01/2024 Aggiornato il 18/01/2024

Quando una donna arriva ad affermare di non farcela più ad allattare al seno, non deve sentirsi in colpa se decide di smettere. Questo vale soprattutto se il bambino è già grandicello e reclama il seno di notte, interrompendo continuamente il sonno di sua madre.

Una domanda di: Lucia
Ho un bimbo di 18 mesi che per dormire e durante i risvegli notturni si attacca al seno…io sono arrivata a un punto che non ce la faccio più, ho
bisogno di riposare. Per di più lui non dorme nel suo lettino sta lì vicino a me: come posso fare? Mi fa piacere fargli sentire il mio amore durante l’allattamento anche perché non vuole saperne di bere assolutamente altro tipo di latte..
Ma non dormo bene da quasi due anni e mi hanno consigliato il pepe.
Luisa Vaselli
Luisa Vaselli

Cara signora,
prima di tutto le sconsiglio vivamente quello che le hanno consigliato, ovvero di cospargere i suoi capezzoli col pepe. Mi sembra questo un metodo crudele che oltretutto può anche essere pericoloso perché il bambino potrebbe ingerire del pepe che, sappiamo, bene non fa. Preciso subito che smettere di allattare è un suo preciso diritto, se è questo che desidera, visto oltretutto che il bambino ha 18 mesi ed è già di certo completamente svezzato, cioè mangia già in maniera completa e varia gli alimenti diversi dal latte. Il metodo migliore è che nei primi tempi l’addormentamento e il sonno notturno del bambino venisse gestito da qualcun altro, dal papà, per esempio o dai nonni. Così, in caso di risveglio non reclamerà la poppata al seno, perché a 18 mesi il bambino è già “competente, ha già ben chiaro che è solo la mamma che può accontentare questa richiesta. Se lei pensa che suo figlio si dovrà così misurare con una piccola frustrazione sappia che è così, che succederà ma non deve avere paura di questo, gli servirà, imparerà a sopportare i “no” che fanno parte della vita. Direi anche di cominciare a farlo dormire nel suo lettino, conviene farlo anche perché comunque non dorme tutta notte quindi tanto vale che lei si riappropri del suo letto per assicurarsi un sonno maggiormente ristoratori. Mi colpisce che lei dica che “le piace fargli sentire il suo amore durante l’allattamento”, perché creda ci sono altri mille modi per far sentire un bambino amato, altrimenti dovremmo pensare che le mamme che non allattano al seno non amino i loro bambini o comunque non sappiamno dimostrarglielo, commettendo un errore di valutazione gigantesco. Da come scrive mi viene da pensare che la difficoltà di terminare l’allattamento sia un problema solo suo, forse è lei che in fondo vuole che l’allattamento continui e quindi è costantemente dibattuta tra il bisogno di dormire una notte intera e il timore di questa tappa che segna il primo distacco da suo figlio. Prima di tutto deve dunque fare chiarezza dentro sé stessa, deve acquisire la consapevolezza che allattare non coincide con amare e che quindi quando l’allattamento giunge a termine l’amore continua a esserci, anzi forse si rafforza perfino perché istintivamente le mamme tendono a “risarcire” i figli del distacco dedicando loro ancora più attenzione. In generale, prendersi cura del bambino, facendogli il bagnetto, dandogli la pappa, giocando con lui, leggendogli le prime fiabe, sono altri modi per dargli amore. in conclusione, smettere di allattare diventa una tappa difficilissima per le mamme che sono combattute tra il desiderio di concludere questa fase e quello di prolungarla ancora. Nel momento in cui si afferma con decisione la volontà di non andare avanti anche solo perché, come lei afefrma “non ce la si fa più”, non resta che farlo, semplicemente. Cari saluti.

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