Allergia al latte e intolleranza al latte: c’è differenza?

Dottor Leo Venturelli A cura di Leo Venturelli - Dottore specialista in Pediatria Pubblicato il 05/02/2025 Aggiornato il 06/03/2025

L'allergia al latte è la risposta avversa alle proteine in esso contenute ec caratterizzata dalla formazione di anticorpi IgE e, di conseguenza, dal rilascio di istamina. L'intolleranza al latte dipende dalla mancanza (o dal deficit d'azione) dell'enzima che digerisce il lattosio, lo zucchero del latte.

Una domanda di: Angela

Dottore per favore mi spiega la differenza tra allergia al latte e intolleranza al latte? Mio figlio è intollerante al latte, vuol dire che è allergico?

Leo Venturelli
Leo Venturelli

Cara signora,

la sua domanda non mi sorprende perché c’è sempre molta confusione tra allergia al latte e intolleranza al latte e questo crea non poche difficoltà nella gestione dell’uno e dell’altro problema. L’allergia al latte è un’allergia alle proteine del latte (beta-lattoglobuline e alfa-lattoglobuline, lattoalbumina, caseina) e si accerta con analisi del sangue che permettono di individuare specifiche immunoglobuline IgE. Si tratta di particolari anticorpi che si attivano quando l’organismo viene esposto a un allergene, sollecitando  il rilascio di istamina, la grande responsabile dei vari sintomi dell’allergia: dal prurito ai ponfi, all’orticaria, dalle labbra gonfie alla diarrea, al gonfiore intestinale, alla nausea, fino all’asma e, nei casi gravissimi, fino allo shock anafilattico. Diversa è l’intolleranza al latte, che si esprime con disturbi gastrointestinali ed è dovuta all’incapacità del sistema digestivo di tollerare il lattosio a causa della mancanza dell’enzima lattasi che consente di assorbirlo senza problemi. Il lattosio è l’altro nutriente del latte ed è la sua quota di carboidrati. In caso di franca (e accertata tramite specifici test) allergia al latte è irrinunciabile eliminare dall’alimentazione il latte e tutti i suoi derivati, yogurt compreso. Se l’allergia interessa un bambino, si può provare, meglio se dopo l’anno di età, a proporgli piccole quantità di parmigiano, che deve essere il più possibile stagionato. Più è stagionato meno rischi ci sono perché le proteine del latte che contiene sono idrolisate, per così dire spezzettate e questa condizione abbatte il loro potere come allergeni. Nel caso in cui il bambino non abbia reazioni avverse dopo aver assunto il parmigiano, si può continuare a darglielo occasionalmente sempre in piccole quantità (uno-due cucchiaini), come del resto si fa con i bambini che non hanno problemi di allergia. Se però l’allergia al latte è molto grave, eventualità che si accerta anche con la semplice valutazione dei sintomi manifestati dopo la sua assunzione, è meglio evitare del tutto.  Raccomando sempre alle mamme di bambini con allergia al latte di controllare attentamente le etichette degli alimenti pronti, per accertarsi che non contengano latte e derivati neppure in tracce. Il latte di soia e il latte di riso possono invece essere proposti. Vanno bene anche le carni , meglio quelle di pollo, coniglio, agnello, per evitare la presenza di proteine lattee nella carne bovina.  Per tornare alla intolleranza al lattosio, nessun mammifero consuma il latte dopo lo svezzamento senza che questo provochi particolari carenze. Anche in caso di intolleranza  possiamo quindi eliminarlo senza ansia anche dall’alimentazione di un bambino. C’è da dire che molti bambini e adulti che ne sono colpiti tollerano invece lo yogurt che di lattosio ne contiene molto poco.   Inoltre sul mercato ci sono tantissimi prodotti caseari senza lattosio: vanno benissimo anche per i bambini con intolleranza al latte perché contengono le proteine del latte, ma non la sostanza, il lattosio appunto, che provoca una reazione intestinale perché non digeribile.

 

 

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