Antidepressivi e affettività

Dottoressa Angela Raimo A cura di Dottoressa Angela Raimo Pubblicato il 11/07/2023 Aggiornato il 11/07/2023

Gli antidepressivi sostengono chimicamente il cervello assicurando un miglioramento del tono dell'umore, ma possono poco sull'emotività e l'affettività che la malattia tende a soffocare.

Una domanda di: Irene
Gent.ma Dott.ssa raimo, intanto la ringrazio di avermi risposto e le comunico che la sua mail mi ha molto rincuorata. Ha dato un nome al mio malessere finalmente! Quello che però mi turba è che, con la terapia farmacologica, che assumo da 4 mesi circa, sto emotivamente bene. Tecnicamente non dovrei avere superato questa sensazione di anaffettivà? O i farmaci servono solo a tamponare il malessere fisico? Vorrei comprendere meglio grazie.
Angela Raimo
Angela Raimo

Carissima Irene, la sua domanda è molto intelligente, acuta e pertinente, ma per fortuna ha una risposta che potrà probabilmente darle un po’ di serenità. I farmaci agiscono sul cervello dal punto di vista strettamente chimico, per esempio limitando il riassorbimento della serotonina che è la sostanza che gioca un ruolo importante nei meccanismi che regolano il tono dell’umore, ma non possono nulla sull’emotività in senso stretto. Quindi è vero, lei si sente meglio, i neurotrasmettitori stanno lavorando con maggiore efficienza ma la sua emotività, le sue sensazioni di gioia, amore, allegria non possono ancora farcela ad affiorare. La depressione insabbia, soffoca, tiene prigionieri i sentimenti affettuosi, il trasporto amoroso, il desiderio di “prendersi cura di …”. Di più, fa percepire chiunque si attenda aiuto come un intruso, un prevaricatore. Deve darsi tempo, cara Irene, il tempo spesso in queste difficili situazioni è davvero un gentiluomo. Penso anche che il suo dispiacere rispetto a quello che prova – o non prova – per il suo piccino sia dovuto anche alla grande aspettativa che nutriva nei confronti dell’amore e del trasporto che avrebbe avvertito. Invece, come già le ho scritto, non sempre e non per tutte l’amore per i figli esplode travolgente il giorno del parto, alcune donne hanno bisogno di più tempo per comprendere la grandezza del loro sentimento. Ma non per questo sono madri peggiori delle altre, sappiamo ormai bene che la mamma perfetta non esiste (e non ne abbiamo bisogno!) e che l’obiettivo a cui guardare deve essere quello di diventare una “madre sufficientemente buona”, come quella teorizzata da Donald Winnicott, capace sia di accudire il proprio bambino facendolo sentire protetto e al sicuro, sia di accettare le proprie ansie, i propri sensi di colpa, la propria stanchezza. Abbia fiducia in se stessa, Irene, come le ho detto lei e il suo piccino siete già una squadra straordinaria, si perdoni, la prego, si voglia bene così com’è e tutto gradualmente le apparirà più facile. Non sto dicendo che non farà fatica, solo che può farcela a sentirsi davvero meglio, anche emotivamente, nel suo ruolo di mamma. Io ne sono sicura. Cari saluti.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

 

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

DNA fetale o amniocentesi a 42 anni?

20/09/2023 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Le linee guida europee, seguite anche in Italia, sono chiare: prima di pensare al DNA fetale o all'amniocentesi è indicato (e importantissimo) sottoporsi al test combinato o Bi-test.  »

Ipercheratosi emersa dal pap test

11/09/2023 Gli Specialisti Rispondono di Augusto Enrico Semprini

L'ipercheratosi è l'aumento della componente cheratinica della parete cellulare. Se viene evidenziata dal pap test richiede di ripetere l'indagine dopo sei mesi.  »

Tosse terribile, che nessun farmaco lenisce, in un bimbo di 5 anni

16/08/2023 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La scuola di Trieste ha descritto ed etichettato più di vent'anni fa una manifestazione tipica dell'età pediatrica, fino ad allora non catalogata e poi battezzato con l'acronimo SIRT, che sta per Sindrome da Ipersensibilità dei Recettori della Tosse. Si tratta di un disturbo che oggettivamente dà tanta...  »

Fai la tua domanda agli specialisti