Atenololo e Metildopa: si possono assumere durante la ricerca di una gravidanza?

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 27/07/2022 Aggiornato il 27/07/2022

Sia l'uno sia l'altro farmaco si possono assumere nel periodo preconcezionale, ma il betabloccante (Atenololo) andrebbe sospeso entro la 12ma settimana di gestazione perché potrebbe causare danni al feto.

Una domanda di: Greta
Buongiorno dottoressa sto cercando una nuova gravidanza, ma dal mio ultimo parto sono in cura con 25 mg di atenelolo e 250 di metildopa a causa della
mia ansia e pressione alta. Secondo lei è un problema assumere questi 2 farmaci, nel senso mi crea problemi contraccettivi e può causare danni al feto ?
Grazie per la sua esauriente risposta.

Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve cara signora, eccomi a lei.
Dunque, dobbiamo fare un discorso separato per i due diversi farmaci.
Metildopa è certamente compatibile in gravidanza dato che è tra i farmaci di scelta per trattare l’ipertensione gestazionale.
Non interferisce quindi né sullo sviluppo fetale e di norma nemmeno con la fertilità femminile (è stato segnalato in letteratura solamente un caso di amenorrea saltuaria in una ragazza di 19 anni in terapia con Metildopa).
Quindi se lei è solita vedere le mestruazioni a cadenza mensile, non c’è motivo di preoccuparsi per questo farmaco.
È invece molto importante che la sua pressione arteriosa sia ben controllata dalla terapia farmacologica e quindi la esorto a tenerla monitorata per verificare che i valori si mantengano nei limiti di norma (minore di 140 mmHg la pressione sistemica massima, minore di 90 mmHg la pressione diastolica minima).
Per quanto riguarda Atenololo, negli studi sperimentali sugli animali, non erano presenti alterazioni della fertilità fino ad un dosaggio di farmaco pari a 100 volte la dose prevista nell’uomo. Quindi da questo punto di vista possiamo stare tranquilli. Invece, essendo un beta-bloccante, andrebbe sospeso entro la dodicesima settimana di gravidanza, per evitare che l’effetto di blocco sulla frequenza cardiaca possa interferire con il benessere fetale. Il feto compensa eventuali episodi di ipossia legati a compressione del cordone ombelicale o in conseguenza delle contrazioni uterine, mediante episodi di tachicardia riflessa.
Di qui il pericolo derivante per il feto dai betabloccanti assunti dalla mamma in caso questi impedissero il recupero fisiologico di ossigeno grazie appunto all’accelerazione del battito cardiaco fetale.
Dato che lei mi parla di uno stato ansioso, sarà importante che lei sia affiancata non solo dal ginecologo ma anche dal curante psichiatra per adattare la sua terapia farmacologica nel corso della gravidanza. Spero di esserle stata di aiuto e di risentirla presto con buone nuove…cordialmente. Aggiungo che dato che ricerca la gravidanza, le ricordo l’assunzione di acido folico 400 mcg 1 compressa al giorno lontano da the e latticini se possibile. Andrebbe assunto per tutto il periodo di ricerca della gravidanza e almeno il primo trimestre della stessa.

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