Attacchi di panico e crisi d’ansia in allattamento: ci sono psicofarmaci che si possono assumere?

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 29/03/2023 Aggiornato il 29/03/2023

Non è assolutamente vero che non esistoo cure contro l'ansia e gli attacchi di panico compatibili con l'allattamento e affrontarle costituisce una necessità irrinunciabile. Se sta bene la mamma sta bene anche il bambino: è una certezza da non dimenticare mai.

Una domanda di: Virginia
Gentile dottoressa, ho un bimbo di 20 giorni, e purtroppo soffro di ansia ed attacchi di panico. Lo psichiatra che mi seguiva non mi vuole prescrivere nulla, perché non ci sono studi sull’uso di psicofarmaci in allattamento, per cui non si può escludere l’effetto a breve o lungo termine sul bimbo. Allatto in via esclusiva a richiesta, giorno e notte. Che lei sappia esistono farmaci contro gli attacchi di panico che si possono usare con sicurezza in allattamento? Temo gli effetti non solo a breve termine, ma soprattutto a lungo termine, perché quelli non si possono vedere subito, e li temo ancora di più perché mio figlio ha la sorella maggiore con gravi problemi di neurosviluppo (nonostante per lei non abbia mai preso nessun farmaco nè in gravidanza nè in allattamento neppure al bisogno). Ci sono studi a riguardo? Eventualmente su quali farmaci ci sono studi che li facciano ritenere sicuri? Grazie in anticipo. Gentile dottoressa, ho un bimbo di 20 giorni, e purtroppo soffro di ansia ed attacchi di panico . Lo psichiatra che mi seguiva non mi vuole prescrivere nulla, perché non ci sono studi sull’uso di psicofarmaci in allattamento, per cui non si può escludere l’effetto a breve o lungo termine sul bimbo. Allatto in via esclusiva a richiesta, giorno e notte . Che lei sappia esistono farmaci contro gli attacchi di panico che si possono usare con sicurezza in allattamento? Temo gli effetti non solo a breve termine, ma soprattutto a lungo termine, perché quelli non si possono vedere subito, e li temo ancora di più perché mio figlio ha la sorella maggiore con gravi problemi di neurosviluppo ( nonostante per lei non abbia mai preso nessun farmaco nè in gravidanza nè in allattamento neppure al bisogno ). Ci sono studi a riguardo ? Eventualmente su quali farmaci ci sono studi che li facciano ritenere sicuri ? Grazie in anticipo.

Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve cara signora, mi affretto a risponderle perché il suo stato lo richiede. Guardi, immagino che i suoi sintomi ansiosi siano peggiorati per via della carenza di sonno che il parto e l’allattamento inevitabilmente comportano. Se non lo fa già, la invito ad allattare il bambino sdraiata a letto almeno di notte (magari mettendo una sponda laterale per sicurezza): vedrà che riuscirà a riposare meglio e questo potrà alleggerire un po’ anche il carico d’ansia. Avendo anche un’altra figlia e per giunta fragile, presumo le sue giornate siano parecchio in salita. Di conseguenza è quanto mai urgente non solo che lei sia trattata con dei farmaci adeguati per contenere l’ansia e gli attacchi di panico, ma anche se possibile che ci sia qualcuno che l’aiuti nella gestione della sua vita quotidiana (immagino cucinare, lavare, stirare, far le pulizie…e compagnia bella). Mi dispiace davvero che il collega psichiatra le abbia detto che non ci sono studi sufficienti per garantire la sicurezza nell’assunzione di ansiolitici in allattamento. Gli studi esistono, eccome! Non tutti i farmaci sono compatibili in allattamento, questo è certo: ve ne sono alcuni di prima scelta, altri di seconda scelta e altri che sarebbe meglio evitare (come ad esempio i sonniferi, soprattutto se presi quotidianamente e non una tantum, e comunque sempre dietro prescrizione medica). Tra i farmaci compatibili e di prima scelta in allattamento, abbiamo la Sertralina (Zoloft) oppure la Paroxetina (Daparox). Chiaramente, occorre che un medico la segua nell’assunzione di questi farmaci in modo da individuare il dosaggio adatto per lei. La cosa utile da tener presente è che questi due farmaci hanno un passaggio nel latte veramente minimo, quasi nullo, per cui non ci aspettiamo che possano esserci effetti né a breve né a lungo termine sullo sviluppo cognitivo del suo bimbo. Come ripeto sempre “il bimbo sta bene se sta bene la mamma!” quindi se lei si cura sta facendo anche il bene del suo bambino perché una mamma serena sarà capace di ascoltarlo e di goderselo al 100 per 100 …glielo auguro di cuore! Resto a disposizione per qualsiasi necessità, spero di averla aiutata…a farsi aiutare quanto prima! Cordialmente.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

 

 

Le domande della settimana

Andamento lento delle beta-hCG, ma il cuoricino batte …

10/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Una volta visualizzati con l'ecografo l'embrione e il battito del cuoricino non serve assolutamente più dosare le beta-hCG, che nulla rivelano sul futuro della gravidanza. Molto meglio attendere il successivo controllo ecografico.   »

Mancanza di autonomia a 41 anni e con un bimbo piccolo

09/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

I disturbi dell'umore sono spesso assolutamente invalidanti per loro precisa caratteristica: non c'è da farsene una colpa, la volontà non c'entra e non basta certo a risolverli.   »

Mancato accollamento: proseguirà la gravidanza?

09/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

A 10 settimane di gravidanza con un feto vitale e che cresce secondo le aspettative ci sono ottime probabilità che la situazione evolva nel migliore dei modi.   »

IgG positive IgM negative: immune o no alla toxoplasmosi?

04/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

IgG positive IgM negative emerse dal toxotest esprimono che la toxoplasmosi è stata contratta in passato, assicurando un'immunità nei confronti dell'infezione.   »

Fai la tua domanda agli specialisti