Bimba che gioca a fare la maestra: è segno che è stressata?

Dottoressa Angela Raimo A cura di Angela Raimo - Dottoressa specialista in Psichiatria Pubblicato il 27/10/2021 Aggiornato il 10/11/2021

Il gioco simbolico aiuta il bambino a rielaborare le emozioni che vive: va incoraggiato e giudiato come un ottimo segno.

Una domanda di: Greta
Salve , vorrei un consiglio, se posso… la mia bimba ha quasi 3 anni, quest’anno
ha iniziato la materna :scuola nuova , maestre nuove, compagni nuovi, fin
qui tutto bene ci va molto volentieri, mangia anche se a scuola parla poco
(cosa che poi compensa a casa) e porta il pannolino (a casa sta senza, lo
teniamo solo la notte).
La cosa che volevo chiedere è: la sera quando arriviamo a casa passa un’ora
(mentre io rassetto casa e comincio a apparecchiare/cucinare) a “giocare all’asilo”
e imita la maestra V: ripete frasi, urla “se du ta” sbatte oggetti e finge
di rincorrere per casa la bambina B sederla etc (a volte dice pure
parolacce…). All’inizio era simpatico perché sembrava un gioco e io ho
imparato grazie a lei i nomi e cosa fa all’asilo, e scherzando l’ho detto
alle maestre, e loro mi hanno spiegato che B è una bambina “iperattiva” e V.
è la maestra di sostegno.
Solo che adesso Lei ripete l’asilo tutte le sere e vedo la mia bambina così
nervosa e arrabbiata e chiedo questo è stress o lei lo sta sviluppandolo
come gioco?
E dovrei parlarne con le maestre o vista la situazione delicata di B
evitare?

Angela Raimo
Angela Raimo

Gentile signora,
è buon segno che la sua bambina mette in scena l’asilo: utilizza il gioco simbolico per elaborare le emozioni che prova durante il giorno e anche per riviverle nel suo personalissimo modo. Non solo deve accettare ma dovrebbe anche partecipare. Per quanto riguarda “parlare con le maestre” non mi è chiaro di che cosa. La bambina iperattiva frequenta quell’asilo e ha la maestra di sostegno: bene, è parte della realtà e del quotidiano di sua figlia, la quale imparerà che non tutti sono uguali e che ci sono bambini che per ragioni che per ora non potrà del tutto capire hanno più difficoltà a stare seduti, a non “fare i monelli” (tanto per citare quello che in genere viene detto dalle educatrici per definire le intemperanze). Per quanto riguarda il ripetere le parolacce e le urla, che dire? Bisognerebbe capire se realmente le educatrici utilizzano simili metodi, anche se mi sembra veramente strano. Forse potrebbe parlarne con la responsabile della scuola, con cautela, ovviamente, senza toni accusatori visto che non sa come vanno veramente le cose. Se invece appurasse (con certezza, la prego!) che l’insegnante di sostegno grida e apostrofa i bambini in modo discutibile beh allora potrà pensare al da farsi. Con cordialità.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Le domande della settimana

Integrazione di progesterone dopo la 12^ settimana: è pericoloso sospenderla?

14/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Nel secondo trimestre la placenta provvede abbondantemente a produrre gli ormoni utili alla gravidanza, quindi non sono più necessari apporti esterni.   »

Pianto poco vigoroso alla nascita: c’è da preoccuparsi?

14/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Antonella Di Stefano

Se il neonato si attacca al seno con vigore e dai controlli effettuati alla nascita e nelle settimane successive non emerge nulla di anomalo, non è opportuno attribuire una valenza importante al fatto che subito dopo il parto il suo pianto sia stato flebile.   »

IgG e IgM in relazione alla toxoplasmosi: cosa esprimono?

07/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Gli anticorpi IgG positivi segnalano che in passato ci si è ammalate di toxoplasmosi (quindi si è immunizzate), mentre gli anticorpi IgM positivi indicano che tale infezione è in corso (o comunque è stata sviluppata di recente). Se entrambi i tipi risultano negativi vuol dire che non si è immuni.   »

Fai la tua domanda agli specialisti