Bimba che sta attraversando i “terribili due anni”

Dottoressa Angela Raimo A cura di Angela Raimo - Dottoressa specialista in Psichiatria Pubblicato il 03/09/2019 Aggiornato il 23/09/2019

A due anni il bambino può diventare terribile. E' una fase della crescita sana e naturale che si può affrontare senza soccombere. Basta sapere come è meglio fare.

Una domanda di: Rossella
Mia figlia, 2 anni e 4 mesi, da qualche settimana sta attraversando una fase in cui (oserei dire) è diventata ingestibile.
Faccio qualche esempio: il momento dei pasti è un momento di puro stress. Lei rifiuta sempre ciò che le viene proposto, dalla cosa che di solito mangia di gusto a quella
normale, e se ne va nell’altra stanza. Tendenzialmente io son poco propensa a darle varie alternative, preferirei che mangiasse ciò che la tavola ci
offre, senza preparare mille varianti che poi vengono straziate. Dunque il pasto principale per lei è diventato la merenda, dove vorrebbe dal
latte, al gelato, al succo, al formaggio. Il latte lo chiede con molta più frequenza, lo vorrebbe anche appunto
durante la giornata. Mi sembra anche che sia diventata lievemente aggressiva: mordicchia, per addormentarsi vuole la mano però poi dà le pedate, lancia i giochi. Insomma,
sembra non rispettare più un filo logico. Mi ritrovo quasi sempre a doverla gestire da sola e ciò mi mette molto in difficoltà perché così non me la
sento neanche di portarla fuori. Non mi sento ascoltata, faccio il triplo della fatica poiché ha perso ogni suo ritmo, compresi nanna pomeridiana e
serale. Prima avevamo tutta una routine che abbiamo cercato di mantenere anche durante le ferie ma adesso non vuole saperne. Vorrei un aiuto per
cercare di comprendere questo suo comportamento e poterla aiutare a sentirsi compresa e sostenuta. Perché in questo momento non capisco quello che sta
succedendo e provo soltanto rabbia per non saper gestire la situazione.
Vorrei capire dove poter lasciar correre la situazione e dove rimanere ferma nelle mie decisioni. Sento che ci sono dei momenti in cui dovrei darle più
fiducia. Ho bisogno di sapere che questa è soltanto una fase in cui lei deve sperimentare certi comportamenti e che poi torneremo a passare il tempo
insieme serenamente, sostenuta nel suo percorso di scoperte. Grazie mille.
Angela Raimo
Angela Raimo

Cara mamma,
forse lei non sa che gli inglesi definiscono i due anni dei bambini con l’eloquente espressione “terrible twos”, i terribili due anni, che in Italia sono detti “l’epoca dei no” e da alcuni, addirittura, la “prima adolescenza”. Questo per dire che tutto quello che riferisce della sua bambina è semplicemente una fase della crescita, indubbiamente faticosa ma inevitabile, attraversando la quale il bambino prende consapevolezza di sé, e afferma il suo desiderio – sano e legittimo – di diventare autonomo. Ne deve dunque prendere atto e non vivere questo momento di transizione con rabbia, frustrazione e irritazione perché così facendo può solo peggiorare la situazione finendo per creare uno squilibrio che può poi essere difficile da risolvere. In generale, i no secchi, decisi, irremovibili devono essere pochi e detti solo nelle circostanze che davvero li richiedono e che in linea di massima sono quelle in cui il bambino mette in pericolo la propria incolumità. Negli altri casi, quando si vuole vietare qualcosa che si potrebbe anche concedere è opportuno ricorrere alla formula “Mi dispiace, ma questo non è possibile. So come ti senti, so che vorresti farlo, ma non si può”. Bisogna cioè far sentire alla bambina che i suoi sentimenti, le sue emozioni, la sua volontà vengono riconosciuti e che a lei, mamma, rincresce quando sono i primi sono negativi e la seconda non può essere esaudita. Ci sono poi cose su cui è meglio chiudere un occhio: a tavola, per esempio, può essere buona cosa proporre almeno un’opzione alla pietanza che si offre, in modo da dare alla bambina l’idea che può essere lei a decidere qualcosa. Un bambino di due anni non deve cioè essere sopraffatto , piegato e sconfitto, ma solo guidato e nei limiti del possibile e del buon senso lasciato libero di scegliere secondo i suoi desideri. Se sua figlia vuole il latte durante il giorno, anche più volte, non c’è alcun motivo per non accontentarla. Quando va in un’altra stanza perché non vuole mangiare quello che le è stato proposto, la segua e la abbracci dicendole: “So che sei arrabbiata perché la pasta (per esempio) non ti piace ma forse non è vero che non ti piace è solo che adesso non hai tanta fame. E’ possibile che sia così? Vuoi provare a mangiarne un pochino”. Lasci quindi che rispoda, che esprima quello che sente e poi magari le proponga un’alternativa a quel piatto, per esempio la frutta. Le raccomando anche di non criticare mai la bambina, ma sempre e solo le sue eventuali intemperanza, dicendo per esempio: Stai facendo un capriccio che mi fa dispiacere e assolutamente no: sei una bambina molto cattiva.
Occorre in generale armarsi di molta pazienza e di ancor più grande disponibilità: passi più tempo che può con sua figlia, ci giochi assieme, le legga delle storie, ballate a suon di musica, ascoltate canzoncine. In casa l’atmosfera sia il più lieve e allegra possibile: aiuta molto. Quando dà calci, mordicchia o assume un qualsiasi atteggiiamento aggressivo si accucci alla sua altezza e la blocchi con affettuosa decisione, dicendo: “Questo non si fa, anche se sei arrabbiata non si fa”. Per finire, mi permetto di dirle di non dimenticare mai che la sua bambina è davvero molto piccola: rileggendo la descrizione che ne fa sembra si riferisca invece a un’adolescente, il che di certo non l’aiuta a mantenere il controllo della situazione. Credo potrebbe essere benefico per lei frequentare un corso di yoga: ne organizzano anche per mamme e bambini insieme, prenda in considerazione l’idea, potrebbe essere per entrambe di grande giovamento. Mi scriva ancora se desidera. Con cordialità.

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