Una domanda di: Giulia
Ho una bambina di 4 anni, fatti ad ottobre, io ne ho 43. È figlia unica, spesso vuole giocare con me. Appena arriviamo a casa, a volte, mi viene l'ansia perché mi chiedo cosa farle fare oppure perché vorrei riposare o sistemare un po' casa o sbrigarmi alcune faccende relative al lavoro, invece non posso perché mia figlia vuole giocare e se dopo 15-20 minuti le dico: amore ora devo sistemare e fare delle cose per il lavoro, lei mi dice: no mamma, per piacere, giochiamo, ed io non so dire di no o, se lo dico, mi sento di trascurarla, di non essere presente, perché sento sempre dire: il bambino ha bisogno che tu ci sia, non della casa in ordine. È sicuramente vero, ma per me anche solo sistemare o portarmi avanti col lavoro è uno spazio mio che mi fa stare bene. Inoltre, ho un'altra preoccupazione: mia figlia è molto intelligente ed io e mio marito la stimoliamo molto (libri, album di logica, qualche viaggio e così via), ma all'asilo soprattutto dev'essere sollecitata prima di fare una cosa, sembra essere distratta, persa nei suoi pensieri, sebbene socializzi, sia lei a invitare amichette/i. Vi ringrazio in anticipo se mi risponderete.

Angela Raimo
Gentile Giulia,
lei intitola la sua domanda "Sensi di colpa" e questo è estremamente significativo. Il problema, come di sicuro sa bene, è dentro di lei, non c'entra nulla con la bambina, che è del tutto normale voglia giocare con la mamma anziché da sola. Sarebbe da stupirsi del contrario. Sta a lei gestire la situazione ritagliandosi qualche spazio, dicendo chiaramente alla sua piccola "Ora la mamma deve fare questo o quello e non può giocare". Così, semplicemente. Non c'è da sentirsi in colpa, avere un figlio non significa smettere di avere del tempo per sé, per fare quello che piace, anche perché alla lunga sacrificarsi di continuo genera un tale stress da impedire di offrire ai figli un tempo di qualità quando si sta con loro. La bambina può benissimo colorare o divertirsi con la pasta da modellare (il vecchio pongo, per intenderci) mentre lei si dedica ad altro: creda, è una questione di abitudine, basta iniziare a farlo con naturalezza, senza far vedere che sottrarsi alla richiesta causa dispiacere e rimorsi. Voglio anche sottolineare che non c'è affatto la necessità di stimolare i bambini continuamente, il grande pediatra Marcello Bernardi sosteneva che è buona cosa permettere ai bambini di avere dei tempi morti, di avere la possibilità di annoiarsi. Secondo me aveva assolutamente ragione: è un errore volere a tutti i costi impegnare il bambino in mille attività, è molto giusto invece lasciargli la possibilità di trovare da solo soluzioni per divertirsi: è questo uno dei modi più efficaci per allenare la sua fantasia. Lei poi aggiunge che sua figlia all'asilo "è distratta, persa nei suoi pensieri"... ma cara mamma, stiamo parlando di una bambina di quattro anni, non di un'adulta. Evidentemente ci sono attività che la annoiano e si diverte di più inseguendo le proprie fantasie... Mi sembra che non ci sia proprio niente di cui preoccuparsi, escluse però, paradossalmente, le sue preoccupazioni. Forse lei è molto stanca e stressata: se così è, la invito davvero a ritagliarsi gli spazi di cui sente assolutamente il bisogno considerandoli una vera e propria terapia irrinunciabile per vivere più serenamente. Diciamo che glielo "prescrivo" io del tempo da utilizzare per sé, come meglio crede. Con cordialità.
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