Bimba di sei anni che tiranneggia mamma e fratello: che fare?

Dottoressa Luisa Vaselli A cura di Dottoressa Luisa Vaselli Pubblicato il 08/11/2022 Aggiornato il 23/11/2022

Una bambina costantemente ribelle, che fa continui capricci e assume atteggiamenti provocatori probabilmente ha solo bisogno dei famosi paletti, che segnano il limite da non superare e, per quanto strano possa apparire, fanno sentire i figli amati, protetti, accuditi.

Una domanda di: Jolanda
Salve, sono mamma di una bimba di 6 anni e un bimbo di 10. Fratelli legatissimi tra di loro ma con un naturale rapporto molto conflittuale ad oggi. La difficoltà che ho da sempre. ma accentuata in questo periodo. è la gestione della piccola ribelle ed individualista. Sbotta per qualsiasi cosa in malo modo e insiste nel capriccio provocando. Sembra quasi voglia procurarsi una reazione aggressiva che mio malgrado purtroppo ha ottenuto. Lo fa con me e con il fratello in modo esasperato, mentre ignora completamente il padre quando la riprende, continuando comunque il capriccio e ovviamente anche questo è stizzoso e provocatorio. Siamo stanchi e nervosi e questo ovviamente influisce sul benessere di tutta la famiglia. Inoltre ho timore che questa cosa mi stia sfuggendo di mano e che le mie reazioni possano influenzare negativamente la crescita dei miei figli.
Luisa Vaselli
Luisa Vaselli

Gentile signora, i rapporti conflittuali tra fratelli sono normali, si articolano tra volersi bene, gelosia, rabbia, sensi di colpa e tutta la gamma possibile dei sentimenti che riguardano ogni rapporto umano. Possiamo quasi dire che rappresentino una sorta di palestra emotiva dove mettere alla prova (e allenare) le proprie emozioni. I capricci fanno parte della vita dei nostri figli. Quello che non mi è chiaro nella mail è come voi gestiate i capricci di questa bambina. Se vengono assecondati/subìti c’è da aspettarsi che aumentino di intensità: se manca il paletto, se non viene posto un limite a quello che viene considerato lecito e sopportabile, i bambini possono spingersi davvero molto oltre il tollerabile, mettendo a dura prova la pazienza dei genitori. La ribellione dei figli è espressione sana del desiderio di raggiungere il prezioso traguardo dell’autonomia, del bisogno, altrettanto sano, di affermarsi come persone diverse dai genitori, di cui non sono infatti prolungamento e guai se, al contrario, passivamente accettassero di essere un’estensione di mamma e papà. Ma questo non significa che si debba accettare che un figlio o, in questo caso, una figlia esageri in aggressività, intemperanza, ostinazione perché se così fosse non si farebbe il suo bene. Il contenimento, anche se nell’immediato sollecita reazioni ancora più incontrollabili, di fatto fa sentire il bambino amato, protetto, con le spalle coperte. Per contro, consentirgli di agire come meglio crede, vessando tutta la famiglia con i suoi capricci, gli pone sulle spalle un fardello pesantissimo da portare, in quanto gli suggerisce di poter fare lui, così piccolo, il bello e il cattivo tempo in casa. Questa sensazione di onnipotenza, mi creda, può essere oltremodo destabilizzante per un bambino. Che fare allora? Da oggi in poi non permetta più a questa bambina di tiranneggiarvi, smettendo sia di accontentare tutti i suoi capricci sia di consentirle di provocare/aggredire lei e il fratello. Quando attua i suoi attacchi in un crescendo di rabbia, le dica semplicemente: “Vedo che sei arrabbiata e capisco che sia brutto sentirsi così. Ma questa cosa non si può avere/fare/dire, quindi basta così, non insistere a chiederla/farla/dirla. Vieni qui vicino se vuoi che vediamo cosa secondo te potrebbe tranquillizzarti”. All’inizio non sarà facilissimo, ma vedrà che la sua calma e la sua fermezza probabilmente lasceranno la bambina perplessa, almeno in prima battuta e questo è già un buon inizio. Il fratello che ha già 10 anni quando viene attaccato può dirle: “Sono stanco di questi tuoi modi. Lasciami in pace e torna vicino a me quando sarai più gentile”. Il messaggio da trasmettere è: non ci piace la tua compagnia quando ti comporti male con noi, invece se ti comporti bene è bellissimo stare con te”. Mi chiedo comunque cosa dicono le insegnanti di questa bambina: è gentile con i compagni? Con le insegnanti si comporta educatamente? Ha degli amichetti? Questi aspetti sarebbero da approfondire. Comunque sia, ricapitolando, in sintesi lei non deve più assecondare i capricci, ma prima di farlo deve chiedere a se stessa se riuscirà nel proposito. Perché vede, cara mamma, se i suoi iniziali “no” coninueranno a trasformarsi magicamente in “sì” sarà meglio non dirli neppure. Un no che diventa un sì perché non viene accettato rappresenta il mezzo migliore per rendere i capricci via via più devastanti. Questa bimba ha bisogno che le vengano imposte poche regole, semplici e giuste – niente prepotenza con il fratello, niente scenate per ottenere qualcosa, modi gentili con le persone – nonché che si usi un’affettuosa fermezza affinché vengano sempre rispettate senza alcuna deroga. Mi creda, facile non è, ma realizzabile questo sì. Mi scriva ancora se lo desidera. Con cordialità.

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