Bimba di sei mesi che si addormenta solo se cullata

Professor Francesco Peverini A cura di Francesco Peverini - Professore specialista in Medicina generale Pubblicato il 18/01/2021 Aggiornato il 26/01/2021

Intorno ai quattro mesi di vita, tutti i bambini dovrebbero imparare ad addormentarsi da solo: se questo non accade si può ricorrere a un metodo che nella maggior parte dei casi dà buoni risultati.

Una domanda di: Monica
Ho una bimba di 6 mesi che ha sofferto per tanti mesi di
coliche, sia giorno che notte. Durante le crisi l’abbiamo sempre
cullata e si camminava avanti e indietro per la casa, ora che le coliche
sono passate ormai il metodo di addormentamento è rimasto lo stesso,
essendosi abituata in questo modo. Abbiamo provato diverso tempo a cercare
di farla dormire poggiandola da quasi addormentata nella culla, provare a
cullarla da seduti, nulla piange disperata e alla fine si torna nuovamente a
utilizzare il metodo che la fa dormire con più serenità. Oltre al fatto che
ogni volta che arriva il momento del riposino e della nanna, piange e si
innervosisce nonostante venga cullata. Non riesce proprio a vivere il
momento della nanna con serenità. E mi dispiace veramente tanto non vederla
serena. Ma principalmente quello che mi chiedo io, dovrò sempre farla
addormentare così visto che ormai è abituata solo in questo modo oppure riuscirà
piano piano ad accettare di lasciarsi andare al sonno e quindi a dormire senza
essere per forza cullata in piedi!?
Francesco Peverini
Francesco Peverini

Gentile Monica,
piangere è una risposta comune e comprensibile, in quanto esprime alcune importanti variazioni di stato dei bambini. In particolare, quando si tratta di salutare un genitore amato prima di andare a letto, per il bambino questo saluto spesso significa “dire addio”.
Tuttavia, imparare ad addormentarsi da solo è una rilevante abilità che il bambino dovrebbe apprendere a partire da circa i 4 mesi di età.
La maggior parte degli esperti concorda sul fatto che lasciar piangere un bambino mentre si addormenta non produrrà effetti dannosi a lungo termine. Se un bambino è amato, nutrito e viene corrisposto affettivamente durante il giorno, difficilmente potrà sentirsi ferito per la naturale agitazione che manifesta prima di andare a letto (e restare solo).
La buona notizia è che il pianto del bimbo, prima di coricarsi, andrà probabilmente avanti solo per pochi giorni; dopo questo arco di tempo il bambino si adatterà e inizierà ad imparare come addormentarsi (a trovare il suo rituale).
Questo non significa che sia una scelta facile per i genitori. Molte decisioni genitoriali, in particolare quelle relative ai primi momenti di distacco, implicano la comprensione del temperamento del bambino e l’analisi di quello degli stessi genitori. Se lasciare che il bambino pianga al momento dell’addormentamento è troppo emotivamente doloroso per un genitore, vanno valutate altre opzioni.
Una di queste è controllare il bambino ad intervalli di alcuni minuti (senza cullare o allattare). Oppure scegliere quale durata di pianto si è disposti a sopportare (ad esempio 10 minuti); se il pianto dura di più, il genitore tornerà a confortare il piccolo. Una terza possibilità è che i genitori decidano tra loro quale dei due è in grado di tollerare di più il pianto del bambino e che, di conseguenza, sia lui o lei ad assumersi il ruolo di coordinatore della routine della buonanotte.
Il tutto, tenendo sempre presente che è indispensabile escludere la persistenza di disturbi intestinali o altre cause organiche di pianto: al riguardo va consultato puntualmente il proprio pediatra prima di tutto perché appunto appuri che il pianto non dipenda da un problema fisico e anche perché è opportuno metterlo al corrente delle scelte che si intendono attuare.
In ogni caso è importante che i genitori siano perfettamente in armonia per provare a realizzare un approccio funzionale per tutta la famiglia. Con cordialità.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

 

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Rischio intermedio per trisomia 21: conviene fare altre indagini?

07/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Spetta alla coppia decidere, dopo aver ottenuto l'esito del Bi-test, se sottoporsi a indagini più approfondite sulla salute del feto e tra queste quale scegliere tra la ricerca del DNA fetale nel sangue materno, l'amniocentesi o la villocentesi, più invasive.  »

Test di gravidanza positivo e, allo stesso tempo, comparsa delle mestruazioni

07/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

A inizio gravidanza può verificarsi un sanguinamento che non è una mestruazione vera e propria, ma conseguenza di una eventualità che non implica automaticamente l'aborto spontaneo.   »

Bimba di 20 mesi che vuole dormire solo in passeggino

30/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Se i genitori non sanno in che modo gestire una presa di posizione come quella di voler dormire solo nel passeggino, piuttosto che perdere ogni sera la "battaglia" è meglio che acconsentano, nella certezza che il bambino prima o poi capirà che è più comodo il suo letto.   »

Incinta di tre settimane: è tardi per prendere l’acido folico?

30/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Antonio Clavenna

Per poter contare sulla piena efficacia nel ridurre il rischio di difetti del tubo neurale del feto, l'assunzione quotidiana di acido folico deve iniziare almeno un mese prima del concepimento.  »

Fai la tua domanda agli specialisti