Bimbo che dà testate contro il muro: che fare?

Dottoressa Luisa Vaselli A cura di Luisa Vaselli - Dottoressa specialista in Psicologia Pubblicato il 29/10/2020 Aggiornato il 29/10/2020

Dolce fermezza, affettuosa determinazione e il desiderio di individuare l'origine di una manifestazione di disagio sono i mezzi di cui le mamme e i papà dispongono per aiutare il bambino a rasserenarsi.

Una domanda di: Andrea
Abbiamo un problema con nostro figlio di 13 mesi, da un momento all’altro, anche senza motivo, inizia a dare testate contro muro, pavimento o altre cose o superfici comunque dure. Succede così, di punto in bianco, poi se è arrabbiato, fa anche peggio, cosa si potrebbe fare?

Luisa Vaselli
Luisa Vaselli

Gentile papà,
credo che il comportamento del suo bambino sia espressione di un disagio, la cui origine non so ipotizzare perché non ho informazioni sufficienti. E’ cambiato di recente qualcosa nella vita di questo piccino? La mamma ha ripreso il lavoro? Ha iniziato il nido? Lo svezzamento si è svolto senza intoppi? Ha difficoltà ad addormentarsi? Si sveglia di notte? Nel complesso dorme poco? Faccio queste ultime domande in quanto non di rado le crisi di collera dei piccolini sono conseguenza di una carenza di sonno, quindi di un accumulo di stanchezza. Oppure il bambino fatica ad accettare le piccole regole che gli vengono necessariamente imposte e i primi no? Comunque sia, l’improvviso impulso di sbattere la testina contro qualcosa va gestito con dolce fermezza, con l’obiettivo principale di evitare che si faccia male. Può essere consigliabile accucciarsi alla sua altezza e abbracciarlo, dicendogli, per esempio: Sei arrabbiato, amore? Dai vieni qui, andiamo a cercare il tuo orsacchiotto, magari è arrabbiato anche lui. O vuoi che cantiamo una canzoncina? Oppure vieni in braccio che giochiamo a “Bau settete!”? Occorre cioè tentare di distrarlo e, allo stesso tempo, trasmettergli la sensazione di essere capito, ascoltato, protetto. Così è più facile che si tranquillizzi e che si tranquillizzi è d’obbligo, perché diversamente comunicare con lui può diventare impossibile.
Non bisogna comunque farsi vedere preoccupatii o ansiosi o spaventati: è necessario cioè fare da sponda sicura, affinché il bambino si senta affettuosamente contenuto, senza enfasi, senza mostrare di dare troppa importanza al suo comportamento (serve a evitare che si trasformi in un mezzo per attirare la vostra attenzione).
In generale, sono le emozioni – rabbia, paura, dolore, angoscia, gioia – a dare origine a ogni singolo atteggiamento dei bambini: ai genitori il compito, non sempre facile, di individuare da quale sentimento nascono certe azioni e determinate reazioni. Mi scriva ancora, se lo desidera. Con cordialità.

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