Bimbo che di notte vuole andare nel lettone: è giusto respingerlo?

Dottoressa Angela Raimo A cura di Angela Raimo - Dottoressa specialista in Psichiatria Pubblicato il 05/11/2021 Aggiornato il 05/11/2021

In linea di principio, se un bimbo di notte cerca la vicinanza dei genitori non deve essere respinto con determinazione: una simile eventualità non giova al suo equilibrio e non accelera il cammino verso l'autonomia.

Una domanda di: Lia
Sono mamma di due bimbi di 7 e 5 anni. Lavoriamo entrambi noi genitori full time. I bimbi sono apparentemente sereni: si amano come fratelli e non sono mai esistite fra loro gelosie. Nicola 7 anni è sempre stato un bambino autonomo. Ha dormito nella sua stanza dai 9 mesi, nel suo lettino, senza problema alcuno. Da qualche tempo oramai, forse 3 anni non ricordo più, ha iniziato ad avere risvegli notturni. Sempre più frequenti. A venire nel letto tutte le notti inizialmente. Con grande fatica spesso lo riportavo nel suo letto. Ma ammetto che alla fine, ero talmente stanca da non accorgermi neppure che entrava sotto le coperte. Soldino come premio per chi non veniva nel letto ha funzionato/e funziona talvolta (ma non sempre). Premi di altra natura idem.
Il fratellini non è mai venuto nel letto a parte quando fa un incubo.
Avendo analizzato il contesto generale e non avendo trovato fattori scatenanti, ho concluso che è una fase transitoria, benché lunga, che necessita di tempo e amore. Senza fare drammi io avevo accettato queste sue incursioni notturne (diciamo 2 volte alla settimana). Il papà più intransigente invece gli ha negato tassativamente di venire nel nostro letto!
Risultato troviamo Nicola che la mattina dorme sul divano, a volte in un’altra stanza. Le chiedo se sia giusto lasciare fare di notte un bambino o piuttosto insegnargli sempre a venire da mamma e papà quando ne ha bisogno. Le chiedo a che prezzo si debba costruire l’autonomia di un bimbo? E vietargli l’accesso alle braccia materne/paterne non è un ulteriore segnale che può acuire la sua ricerca di conferme?
Angela Raimo
Angela Raimo

Gentile signora, prima di tutto voglio dirle che apprezzo profondamente che lei si sia posta le domande che rivolge a me e che considero i suoi dubbi più che leciti anzi, oserei dire, provvidenziali. Voglio partire da quanto mi chiede in chiusura della lettera: “vietargli l’accesso alle braccia materne/paterne non è un ulteriore segnale che può acuire la sua ricerca di conferme?”. La riscrivo affinché lei la rilegga, per dare il massimo risalto alle sue parole. Vietare a un bambino la vicinanza con i genitori quando la sollecita, perché evidentemente ne ha bisogno, è crudele, inutile e diseducativo. Questo bimbo che di notte ha paura (perché accade, perché è piccolo, e non occorre aggiungere altro, non serve spiegare un simile dato di fatto), ben sa sapendo che se cercherà i genitori ne verrà respinto, per trovare conforto va da solo a dormire sul divano. No, non va bene da nessun punto di vista e non occorre scomodare i grandi della psicologia infantile per comprenderlo. E’ un bimbo rassegnato, sconfitto. Meglio sarebbe se, non volendo accoglierlo nel lettone, lo si raggiungesse nella sua camera quando si sveglia per fargli sentire che ci siete, che non è solo, per rassicurarlo, insomma. Mi chiede poi “a che prezzo si debba costruire l’autonomia del bambino”. Non certo a questo, anzi, il vostro atteggiamento di drastico rifiuto non può che alimentare l’insicurezza (normale!) di vostro figlio e allontanare il momento (a cui tanto aspirate, non è ben chiaro perché) in cui si staccherà da voi, non vi cercherà più. Per favorire il cammino verso il prezioso traguardo dell’autonomia (ma per carità, non occorre che venga raggiunto a sette anni!) ci vogliono affetto, calore, ascolto, tempo passato insieme. Braccia salde in cui trovare rifugio. Risate, carezze, vicinanza.
Mi chiedo io a questo punto perché avete così fretta di farlo crescere? Stia tranquilla che l’epoca magica dei bambini piccoli vola in un lampo, arriverà il momento in cui questo bambino chiuderà la porta della sua stanza e non tenterà più di raggiungervi durante la notte, non gli servirà più (e sarà giusto così, all’età giusta). Non vorrà più baci, non ci penserà neppure di dormire nel lettone, tranquilli, non manca moltissimo in rapporto alla lunghezza dell’esistenza umana. Non saprei che altro aggiungere, se non una riflessione che suonerà dura e amara ma credo mi sia consentita perché forse vi potrà dare una mano a focalizzare meglio la vostra situazione: ogni riga della sua email di mamma accorata mi dà la sensazione che consideriate i bambini una sorta di ingombro nella vostra vita. Lavorate tutti e due tutto il giorno, quindi i vostri figli sono affidati ad altri nelle ore diurne, non può certo sorprendere l’impulso di raggiungervi nel lettone, anzi meraviglierebbe il contrario. Permetta ai suoi figli, cara mamma, così attenta com’è, di avere le fragilità dei bambini, perché sono bambini. Non dimenticatevelo e non abbiate tutta questa premura di allontanarli: lo faranno spontaneamente quando sarà giusto e sano che avvenga. Cari saluti.

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