Bimbo che non arriva dopo 11 mesi: attendere ancora o fare indagini?

Dottor Claudio Ivan Brambilla A cura di Dottor Claudio Ivan Brambilla Pubblicato il 16/06/2023 Aggiornato il 16/06/2023

Le attuali linee guida suggeriscono che la coppia si sottoponga ad alcune indagini dopo un anno di ricerca infruttuosa della gravidanza. Può aspettare di più una donna che non supera i 20-25 anni di età.

Una domanda di: Mary
Grazie per avermi risposto, una ginecologa da cui sono stata a cui ho chiesto eventuali analisi da fare per capire come mai non si avvia una gravidanza dopo 11 mesi di tentativi mi ha detto che avendo 30 anni, un ciclo regolare e che comunque nel periodo di ovulazione mi sento bagnata e ho perdite di fare passare l’anno e che entro un anno e mezzo o 2 anni dice che è normale non iniziare una gravidanza. Però, a questo punto, dovrei aspettare un altro anno con il pensiero che ci sia o non si sia qualche problema? Lei mi può dire che analisi fare eventualmente?
Claudio Ivan Brambilla
Claudio Ivan Brambilla

Cara signora, le attuali linee guida suggeriscono di incominciare a fare indagini dopo un anno di ricerca del figlio infruttuosa, se la donna ha meno di 35 anni. Quindi direi di no, che non è il caso di attendere due anni. Proprio per la questione anagrafica i due anni si possono attendere se la donna ha 20/25 anni: anche se di poco, intorno ai 30 la fertilità femminile tende a decrescere, quindi altri 13 mei prima di cercare di capire se c’è qualcosa che non va a mio avviso sono troppi. E le spiego subito la ragione: nel caso in cui vi siano problemi di infertilità e, quindi, diventi opportuno prendere in considerazione la procreazione medicalmente assistita prima si interviene meglio è, più la donna è giovane più aumentano le probabilità di successo. In generale, le indagini da fare per lei sono l’ecografia pelvica che consente di visualizzare utero, tube e ovaie e ci fornisce un primo orientamento sulla diagnosi, l’esame del sangue per i dosaggi ormonali (estrogeni, progesterone, ormoni tiroidei, FSH, LH) che ci tranquillizzano sull’attività ovarica e sulla corretta funzionalità della tiroide, l’isterosalpingografia, che ci permette di capire se le tube sono aperte e se la cavità uterina non presenta anomalie di alcun tipo oppure l’ isterosonografia, che utilizza l’ecografia con soluzioni fisiologica da inoculare in utero, un po’ meno precisa rispetto all’indagine con vero mezzo di contrasto ma che comunque dà ottimi rilievi. Ma c’è anche il fattore maschile da prendere in considerazione, non è infatti detto che la difficoltà di concepire dipenda dalla donna, visto che a volte l’ostacolo è nell’uomo. Tanto più che nel suo caso a quanto sembra sia tutto a posto (la presenza del muco fertile è un segno favorevole). Dunque anche il partner, quando una gravidanza non si annuncia dopo un anno di tentativi, dovrebbe effettuare delle indagini. In prima battuta lo spermiogramma che è l’esame di prima scelta per accertare la potenzialità riproduttiva maschile, in quanto permette di valutare la quantità, la forma e la motilità degli spermatozoi. Opportuna è anche la spermiocoltura che serve a escludere la presenza di agenti infettivi all’interno del liquido seminale. Sto parlando solo a titolo indicativo, spetta al curante stabilire il da farsi nel dettaglio. Cari saluti.

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